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piangevo, ero paonazza in viso e l'unica cosa che volevo era sparire da lì e che nessuno mi vedesse.
rimanevo appoggiata alla finestra, niente di più sbagliato dato che mi sentivo cedere le gambe dalla stanchezza.
tenevo il viso tra le mie mani, singhiozzavo continuamente, soffocando i miei respiri nei palmi sudati e graffiati.
mi sentivo vuota all'interno, ero sopraffatta dall'emozione e quella rabbia nervosa che mi portavo dentro ad un certo punto esplodeva terribilmente, trasformandosi in panico ed ansia repressa.
emozioni troppo forti per una mente così delicata.
"milanè"
una voce, mi entrò dal orecchio destro raggiungendo il timpano, facendomi quasi sobbalzare dallo spavento.
non volevo farmi vedere in quelle condizioni, sembravo davvero fuori di me, con il viso paonazzo ed i capelli in disordine.
"ja, vieni"
sbirciai da una piccola fessura tra le mie dita trovando con sorpresa ryan, che era lì, con un braccio che per qualche centimetro non mi sfiorava la schiena.
mi asciugai le lacrime, ero sicura di non sembrare più la ragazza del giorno prima che tutti avevano conosciuto, mi faceva male la testa e avevo le mani graffiate come polsi e braccia.
ero esterrefatta da quella situazione.
mi appoggiò una mano sulla schiena e mi tiro verso di lui, con molta facilità.
ero stordita, avevo male ovunque e quindi il mio corpo scivolò quasi d'impulso sul suo.
respiravo male, e sentì solo il mio viso appoggiarsi sulla sua spalla, che lo sorreggeva mentre mi accarezzava le schiena con una certa delicatezza e cura.
"milanè respira bene"
mi diceva, a pochi centimetri dalle mie orecchie così che potessi sentirlo perfettamente nel trambusto che avevo in testa.
stare così, mi rilassò, senti i muscoli meno tesi e la mente scaricare tensioni infondate dal cervello.
la sua mano scorreva ancora per la mia schiena e l'altra la sentivo leggera a giocherellare con una ciocca di capelli.
respiravo, finalmente sentivo l'aria che passava per i polmoni libera, la sentivo che mi riempiva le cavità orali e le rendeva fresche.
non avevo mai abbracciato così qualcuno, era un gesto che quotidianamente non facevo e che consideravo anche molto frivolo per le poche volte che lo facevo.
così invece, ne sentivo la profondità, ne sentivo la bellezza e la superiorità che aveva in confronto ad altri miliardi di gesti.
alzai il capo dalla sua spalla e la vidi completamente zuppa delle mie lacrime, e subito con sguardo preoccupato mi rivolsi a lui che non smetteva nemmeno per un secondo di guardarmi.
"non ti preoccupare, si asciugherà"
mi anticipò mentre io l'accarezzavo con la mano.
sorrisi lievemente, ero in imbarazzo ed era perfino la prima volta che qualcuno mi vedeva in quelle condizioni così fuori dal mondo.
"non devi piangere per queste cose, sai quante volte ho risposto e mi hanno mandato fuori a me, ma sono ancora vivo"
sorrisi, il modo in cui cercava di confortarmi mi piaceva tantissimo.
"non è..per quello"
gli risposi cercando di cacciare via i brutti pensieri.
"non parlare se non te la senti, pensa a respirare bene e non farti più male"
disse prendendo la mia mano, notando i mille graffi che la rendevano orribile alla vista di un'altra persona.
"basta lacrime"
definitamente con le sue dita cacciò le ultime gocce d'acqua sotto i miei occhi, sorridendo e facendomi scappare un sorriso pure a me.
era puro e si vedeva a chilometri di distanza che non era così strutturato come si descriveva alle altre persone.
"vuoi che stia qui con te?"
mi chiese mentre io mi appoggiavo alla finestra ancora un po' frastornata da quella situazione.
guardavo fuori dalla finestra, sembravo completamente disconnessa dal mondo intero, e da quella realtà facevo parte solamente da due miseri giorni.
la pazzia mi avrebbe mangiata viva, pensavo.
"posso chiederti una cosa?"
gli chiesi non staccando mai gli occhi dal paesaggio che avevamo fuori dalla finestra.
"dimmi"
"posso abbracciarti ancora?"
non sapevo perché l'avessi chiesto, era un gesto che appunto non era frequente nella mia vita.
lui sorrise, sembrava quasi sorpreso della mia richiesta così innocente.
"certo che puoi milanè"
lo guardai, e timidamente mi ci avvicinai, non sapevo minimamente come si abbracciasse per bene una persona ma almeno da quello che ero riuscita ad immagazzinare nella mia mente era il solo aprire le braccia e stringersi forte l'uno con l'altro.
allora gli legai le braccia intorno al collo e strinsi più che potevo a me la sua testa.
"mi strozzi"
rise lui sentendosi compresso nella mia presa.
"oh scusa"
gli dissi staccandomi subito, non volevo fargli male per una cosa così profonda e delicata.
"sei così tesa anche negli abbracci"
sorrise, ero in imbarazzo e non sapevo come nasconderlo.
mi cerco di prendere la mano, e tornata ad uno stato cosciente la ritirai, non lo facevo apposta era ormai un gesto istintivo.
lui era confuso, ma non sembrava sull'orlo di fare domanda delle mie azioni.
prese comunque la mia mano e mi avvicinò nuovamente al suo corpo.
si appoggiò entrambe le mie braccia sulle spalle in modo che potessi circondare la parte superiore del suo corpo, e poi con delicatezza e cautela afferrò la mia vita e la circondò con entrambe le braccia.
mi strinse a lui, era un emozione forte, non sapevo davvero come descriverla.
abbracciare qualcuno era una cosa più che profonda.
era bello poter abbracciare qualcuno e tenerselo stretto, era bello sentirsi così al sicuro con una persona.

𝐀𝐁𝐔𝐒𝐄-𝐑𝐘𝐀𝐍 𝐆𝐑𝐄𝐂𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora