England

2.3K 122 4
                                    

Il viaggio durò 12 ore, arco temporale in cui Margot a tratti dormiva, a tratti si soffermava a parlare per la prima volta con Louis, dopo che il vecchio fu sceso alla fermata di Orleàns, lasciandoli da soli nel vagone.
«E così quel vecchio aveva capito qualcosa?» disse Louis mentre si metteva seduto bene, i movimenti limitati dal busto duro.
Margot annuì togliendosi il cappello dalla testa. «Sì, e non ho ben capito per quale motivo non voglia dire niente».
«Sarà un anarchico».
«Cosa?» chiese lei, mentre si rifaceva lo chignon con un elastico ormai allargato e rovinato.
«E' contro la monarchia, e quindi non può che appoggiare la sparizione dell'erede al trono di Monaco».
«Ma era tedesco».
«Un tedesco che vive in Francia, e quindi si occupa della situazione dello Stato in cui ha la residenza».
Margot annuì comprensiva, mentre si rimetteva in testa il cappello, guardando fuori dal finestrino la notte scesa sulla terra, l'oscurità che regnava nel paesaggio che li circondava. Un altro giorno era passato, e Margot iniziò a sentire la necessità di lavarsi. Insomma, erano già passati due giorni in cui avevano passato di tutto, e non si erano ancora cambiati. Non vedeva l'ora di partire per l'Inghilterra, scomparire in un altro Stato, allo sbaraglio, senza più alcun punto fisso. Era eccitata e agitata al tempo stesso, e venne assalita da un senso di privazione e timore. Si guardò intorno e soffermò il suo sguardo su Louis che giocava con un bracciale che teneva al polso.
«Resteresti con me in Inghilterra?».
Il ragazzo sollevò lo sguardo sopra la ragazza e sgranò gli occhi. «Come dici?».
Ormai erano passati a darsi del 'tu', e ad entrambi andava bene così perchè finalmente la nebbia di imbarazzo tra loro si era dissolta, parlando come persone normali.
«Rimani a Londra con me» ripetè Margot ora maggiormente convinta. Sì, era pronta ad allontanarsi da Monaco, ma aveva per forza bisogno di qualcuno per proseguire e capire il mondo.
«Ma...Margot..».
«Ti prego».
«Io devo tornare al palazzo, altrimenti dubiteranno di chiunque lì dentro» ammise Louis lasciando la presa sul suo braccialetto.
«Avranno già iniziato i sospetti..» la principessa si rabbuiò, pensando a Liam. E se avessero già capito che lui era stato complice di quella sparizione? Non voleva che gli accadesse qualcosa, o non se lo sarebbe mai perdonato.
«Lui starà bene» disse Louis semplicemente, guardando un cartello stradale che passava rapido accanto al finestrino. «Non preoccuparti».
Dopodichè caddero in silenzio, fin quando il controllore non fece la sua apparizione sul vagone reggendo un cartellone con la scritta 'Le Havre'.
«E' la nostra!» disse Margot indicando l'uomo con l'indice, mentre si metteva in piedi di scatto, ma il treno fischiò all'improvviso e frenò di botto, facendo cadere la principessa in avanti.
«Oddio!» Louis cercò di sollevarsi ma il controllore fu più veloce di lui e le afferrò le braccia, mettendola rapidamente in piedi.
«Nel momento della fermata, bisogna rimanere seduti» disse con tono autoritario riportando Margot al suo posto, mentre Louis con una mano si copriva la bocca sorridente.
La ragazza si massaggiò un fianco dolorante e gli lanciò un'occhiataccia. «Zitto» ma Louis continuò a ridere, cercando di tenere la bocca chiusa.
Quando il treno fu fermo, l'uomo aiutò i due ragazzi a scendere, posizionando Louis sulla sedia a rotelle e trasportandolo fino alla sala d'attesa della stazione.
«Bene» disse controllando l'orologio da taschino, «sono trenta».
Margot guardò Louis e il ragazzo fece lo stesso. «Dobbiamo pagarla?»
«Certamente, nulla è gratis qui» poi distese un palmo di fronte a loro due. Louis non aveva un soldo, lo stesso Margot, e poichè non sarebbero usciti da quella situazione finchè non l'avessero pagato, la principessa fece finta di trafficare nelle sue tasche, avvicinandosi lentamente alle maniglie della sedia a rotelle. Quando appoggiò entrambe le mani, si girò verso il controllore. «Ehm, veda..» però non terminò la frase e diede un rapida spinta alla corrozzella, fuggendo il più velocemente possibile.
Il controllore prese a rincorrerli urlando frustrato, mentre Margot spingeva la corrozzella facendo traballare Louis che si manteneva fermo ai braccioli, mentre le loro risate cristalline si propagavano per le vie che superavano. «Siete dei bastardi!» la voce dell'uomo era attutita dalla lontananza, poi Louis e Margot virarono per una via buia e si acquattarono al buio, vedendo poi passare il controllore a tutta velocità superando il vicolo. Si portarono entrambi le mani alla bocca per reprimere le risate, colorando quel buio dell'una di notte con la loro serenità del momento. Quando non sentirono più un rumore, Louis girò autonomamente le ruote e si spinse fino al bordo del palazzo, controllando a destra a sinista, mentre Margot rimaneva dietro di lui. Quando entrambi si resero conto di essere soli, Louis si spinse in avanti e si andò a nascondere nella via parallela, proseguendo sempre dritto, andando a sbattare di tanto in tanto contro qualcosa che al buio non si riusciva a a vedere.
«Conosci la strada per il porto?».
«No, però mi hanno detto che tutte portano lì, quindi...».
E cadde nuovamente il silenzio, mentre pian piano si avvicinavano al porto e l'odore dell'oceano inebriava le loro narici, insieme a qualche puzza.
«Ma che è?» chiese la principessa tappandosi il naso con due dita.
«Pesce morto» disse Louis facendo una smorfia, poi entrambi uscirono finalmente dalla via, trovandosi davanti il molo e poco più in là una nave ancorata che stava aspettando che i passeggeri salissero. Sul dorso presentava la scritta 'Journey To England' scritto a caratteri cubitali bianchi su sfondo nero e grigio.
«Forza, è quella!» disse Margot riafferando i manici e riprendendo a spingere il ragazzo, mentre si avviavano rapida verso quella nave che li avrebbe finalmenti portati a destinazione. «Ce li hai i biglietti?».
«So che fa abbastanza schifo come cosa...».
«Louis?» chiese la ragazza mentre si univano alla fila dei passeggeri vestiti tutti eleganti, come se non fossero quasi le due del mattino.
«Senti, ho dovuto metterli nelle mutande per nasconderli alla vista di chiunque».
Margot fece un faccia schifata, poi quando furono davanti ad una guardia, Louis infilò una mano nella parte posteriore del corpo, e tirò fuori un biglietto.
«Voi siete due» disse l'uomo con il cappello nero, abbastanza rincretinito per accorgersi dei comportamenti furtivi del ragazzo.
Louis sorrise e «Guardi un po' lì» disse, e la guardia si girò stupidamente in quella direzione, mentre Louis tirava un altro biglietto fuori dalla parte anteriore del pantalone.
«Cosa dovrei guardare?»
«Niente» disse lui porgendogli l'altro biglietto in mano, mentre sorrideva. «Eccoli entrambi».
Margot fece una faccia schifata al pensiero che quei due biglietti fossero stati nelle sue mutande per tutto quel tempo e represse un conato di vomito, mentre Louis scrollava le spalle. «Tanto la guardia non lo sa».
La principessa con sguardo orripilato fece avanzare la correzzelle sul ponte levatoio ed entrarono finalmente nella nave. «Come facevi ad averne già due?».
«Avrei dovuto portarti fino a Londra comunque, poi avrei fatto ritorno».
«Quindi rimani?» chiese lei speranzosa mentre seguivano un cartello con scritto 'poltrone'.
«Solo perchè me l'ha chiesto la principessa» fece per prenderle le mani ma lei si scostò.
«Non mi toccherai mai con quelle luride mani!».
«Ehi!» disse lui con sguardo sofferente, mentre un angolo della bocca si sollevava verso l'alto.
Margot fece un cenno non curante della mano. «Quanto durerà il viaggio?».
«Per le sette dovremmo stare a Bournebouth, e da lì ci verranno a prendere per scortarci a Londra».
«Chi ci verrà a prendere?» chiese la ragazza mentre si accomodava su una poltrona e aiutava Louis - tenendolo per gli avambracci - a fare lo stesso, ripiegando subito dopo la sedia a rotelle.
«Un amico di Liam» disse Louis sorridendole, dopodichè si misero comodi e aspettarono che la nave levasse l'ancora per lasciarsi la Francia alle spalle.

Nothing is like it used to be Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora