Giorno 47

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Oggi al gruppo di sostegno, ho avuto uno strano incontro. Oggi, mentre pensavo, che sarebbe stato tutto normale come sempre, dove ci sarebbero stati alcuni ragazzi un po' più grandi di noi che ci avrebbero aiutato tramite storie e terapie di gruppo, ho visto Louis. Quel Louis. Louis Tomlinson. Colui che mi aveva aiutato quando i bulli mi avevano tirato il cibo addosso e mi insultavano.

Lui è rimasto lì ad ascoltare, anche se non aveva alcun tipo di problema, e io non riuscivo a smettere di fissarlo, quando l'ha notato ha abbassato la testa arrossendo. Sembrava dolce.

Alla fine dell'ora ci siamo "presentati", anche se ci conoscevamo già di sfuggita.

Gli ho chiesto che cosa ci facesse qui, dato che non mi sembrava il tipo da avere problemi, e lui con un sorriso, mi ha detto che è stato un paziente, per un po' di tempo, ma molto tempo fa.

Gli ho chiesto che cosa avesse fatto per essere finito qui dentro, e lui mi ha raccontato che aveva cercato di uccidersi due anni fa, ma grazie al gruppo di sostegno, ai suoi genitori e ai suoi amici, era riuscito a guarire, e che ora toccava a me farlo. Ha alzato la manica della maglietta e mi ha mostrato le cicatrici. Una lacrima gli sfuggì dagli occhi e ha detto che se avesse potuto tornare indietro non l'avrebbe più rifatto. Gli ho fatto vedere anche le mie. Sembrava triste.

Proprio per questo era lì, perché ogni tanto nel tempo libero, viene a far visita e ad aiutare le persone della comunità, perché come loro, lui sa cosa vuol dire soffrire. Vieni a farci capire che si può uscirne, e che se ce l'ha fatta lui, possiamo farcela anche noi.

È davvero un ragazzo d'oro, gentile e disponibile.

Ha detto che era felice di avermi conosciuto.

Forget The Pain [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora