Capitolo 4

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Louis stava raggiungendo la mensa del reparto di chirurgia, per svolgere la sua pausa pranzo, perché gli era venuta in mente un'idea per cercare di distrarre Harry e magari tirargli su l'umore. Nelle ultime settimane non era stato molto bene: il suo sonno era costantemente disturbato da incubi, i quali lo facevano svegliare in preda ad un pianto soffocante e tremori ed era sempre in ansia. Per non parlare del fatto che si stava staccando da lui di giorno in giorno.

Così Louis decise che quella volta avrebbe pranzato con i suoi amici; in realtà è una cosa che facevano sempre, ma nell'ultimo periodo era stato particolarmente impegnato con una ricerca, e non trovava più il tempo di fare niente, se non studiare e confrontarsi con il suo mentore.

«Ma guardate chi è resuscitato.» neanche il tempo di sorpassare l'entrata che sentì Niall urlare.

«Sempre molto simpatico Nì.» disse Louis avvicinandosi al tavolo, abbracciò Niall e Liam e si sedette.

«Dov'è quel cazzone di Malik?» domandò il liscio iniziando a tirare fuori il suo pranzo, che consisteva negli avanzi del giorno prima.

«Sta operando. Un suo paziente ha avuto un'emorragia post-operatoria.» gli spiegò Liam.

Louis annuì e iniziò a mangiare la sua insalata. Era improvvisamente caduto il silenzio, cosa che non accadeva praticamente mai con loro, ma è come se Liam e Niall avessero intuito il motivo della visita di Louis.
«Ehm, Lou?» disse pacatamente il biondo.
«Cosa?»
«Lo sappiamo che c'è un motivo se hai lasciato il tuo covo nel pieno di una ricerca davvero importante, per venire qua.»
Louis guardò Niall per qualche secondo, per poi passare a Liam, in quel momento la sua sicurezza era andata a farsi fottere. Aveva davvero paura di fare la cosa sbagliata, ormai aveva compreso che la situazione di Harry andava presa con le pinze e non voleva ottenere l'effetto opposto. Li guardò ancora per un pò e poi si decise a parlare.

«Dunque, nell'ultimo periodo Haz sta passando un brutto periodo, e mi chiedevo se vi andava di venire da noi il prossimo fine settimana, così da distrarlo un po'.»
I due ragazzi di fronte a lui si scambiarono uno sguardo triste, volevano entrambi molto bene a Harry e avere la conferma che non stesse passando un bel periodo li fecero rattristare ancora di più.

«Ma certo Lou, non devi neanche chiederlo.» Gli rispose Liam.

«Sì, esatto! Lo sai che ci saremo sempre per voi.» Aggiunse Niall.

Louis guardò i suoi amici con un sorriso sul viso che fece venir loro voglia di abbracciarlo, e così fecero.




Il successivo fine settimana venne abbastanza velocemente, i due ragazzi si videro poco, perché per avere la serata libera Louis ha dovuto fare qualche ora in più, e questo non ha assolutamente giovato per il loro rapporto: Harry si era allontanato ancora di più, e anche se Louis sapeva che poteva essere normale visto quello che stava vivendo si sentiva comunque abbattuto. Era abbastanza difficile conversare senza litigare e poi lo facevano davvero poco visto che Louis passava più tempo del previsto a lavoro e tornava a casa molto tardi, quando Harry era già a letto. In realtà il minore passava davvero tanto tempo a letto, trascorreva le sue giornate a non fare praticamente niente: si svegliava quando voleva e se non era troppo tardi andava ad aprire il negozio; in casa non faceva più niente, o almeno a Louis sembrava così, perché quando tornava la sera non trovava mai niente di pronto e la maggior parte delle volte trovava tutto come l'aveva lasciato. In poche parole credeva che Harry stesse davvero male, ma che ovviamente non fosse niente di esageratamente grave, stava semplicemente elaborando il lutto del padre, quindi era normale che stesse così.

Ma quella sera Louis sperava sperava che Harry riuscisse a rilassarsi e a godersi una serata con i suoi amici, i quali erano pronti a dimostrargli tutto il loro amore. La loro era davvero una bellissima amicizia, in poco tempo avevano legato davvero tanto e in un modo assoluto.

Alle sette e qualche minuto Niall, Liam e Zayn bussarono alla porta con una bottiglia di vino e dei dolcetti. Il liscio abbracciò ognuno di loro e li fece accomodare, successivamente andò a chiamare Harry, il quale era in camera da letto.

Quella mattina il riccio era andato a lavoro per qualche ora e dopo il suo rientro si era chiuso in camera (come faceva praticamente tutti i giorni), senza far conto a nessuno.

Louis colpì delicatamente la porta con le nocche della mano destra, poi l'aprì leggermente.

«Amore, i ragazzi sono arrivati.» Louis fece sbucare la testa nella camera da letto, tenendo sempre la porta socchiusa, e trovò Harry steso sul letto a fissare il vuoto. Provò a chiamare il ragazzo un altro paio di volte ma sembrava essere nel suo mondo. A questo punto il ragazzo decise di alzare leggermente il tono della voce, e questo servì a catturare l'attenzione di Harry.

Il più piccolo sobbalzò leggermente e voltò la testa verso Louis, il quale lo guardava con un leggero sorriso.

«Dimmi.» pronunciò Harry a voce bassa.

«I ragazzi sono arrivati, ci aspettano di sotto, andiamo?»

Harry osservò Louis per qualche secondo per poi annuire e seguire il ragazzo in salotto, non prima di rilasciare un sonoro sbuffo infastidito, che Louis decise di ignorare.

Appena i tre ragazzi si accorsero della presenza del riccio gli rivolsero un sorriso e si alzarono per poterlo abbracciare, com'erano soliti fare, ma Harry si limitò ad un cenno col capo e ad un "ciao" palesemente forzato.

I ragazzi lo ignorarono e si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi Louis ricordò a tutti che la partita sarebbe iniziata a breve, così si accomodarono sul divano.

Mentre i quattro amici parlavano tra di loro e cercavano di far integrare Harry nella conversazione, il ragazzo pensava a cosa stesse succedendo, sentiva che le cose stessero cambiando intorno a lui, ma non capiva come. Continuava a sentire dei fastidiosi mormorii e le orecchie spesso gli fischiavano, ma non ne parlava con Louis, o meglio: lo aveva fatto ma Louis disse di non sentire niente, ma lo fece con un tono leggermente annoiato, così il riccio decise di non dirglielo più, sia per non annoiarlo che per la paura di non essere creduto.

A risvegliarlo dai suoi pensieri fu il campanello, ma a quanto pare era stato l'unico a sentirlo visto che i ragazzi di fronte a lui continuarono a parlare indisturbati.

Decise di non interromperli e si alzò per aprire, anche se sentì lo sguardo del maggiore bruciargli sulla schiena. Prese il portafoglio sulla tavola, aspettandosi il fattorino delle pizze, ma quando aprì la porta non trovò nessuno.

«Harry chi è alla porta.» Chiese il ragazzo avvicinandosi a Harry, il quale si sporse fuori dalla porta per cercare di capire chi avrebbe potuto suonare ma non vide nessuno.
«Oh, nessuno. Mi sembrava di aver sentito il campanello e credevo che fosse il fattorino.»

«Te lo sarai semplicemente immaginato. Adesso vieni a sederti con noi, il secondo tempo sta per cominciare.»

"Ahahahaha" Harry sentì una risata aspra, così si girò di scatto verso l'entrata, ma non vide nessuno.

«Tutto bene?» domandò Louis.

«Si.» gli rispose Harry, per poi chiudere la porta.

Louis gli prese gentilmente la mano e lo portò con lui dagli altri.
Si sedettero sul divano e aspettarono le pizze tra una chiacchierata e l'altra, anche se Harry mentalmente era totalmente da un'altra parte, ma per il bene della serata si finse interessato ai discorsi dei suoi amici, restando vicino al suo ragazzo, anche se continuò a sentire il rumore di quella risata per tutto il resto della serata

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