imola, italia

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Ero in sala stampa con davanti il mio solito iPad che cerco di scrivere un articolo sulle varie modifiche e sui tanti aggiornamenti fatti dai vari team per il gran premio di Imola.

Questo 2024 è iniziato con il piede giusto per i tre top team e si prospetta un campionato interessante sotto tutti i punti di vista, anche quelli di mercato. Già ci siamo presentati in Bahrain con Ricciardo in Red Bull e Lawson in Alphatauri.

Il mio cellulare di fianco a me continuava a lampeggiare, ma non ci diedi molto peso: non mi piace interrompere ciò che inizio, soprattutto se ciò è un articolo.

Misi definitivamente quel dispositivo dentro la borsa e guardai per un paio di attimi fuori dalla finestra. In un venerdì particolarmente nuvoloso, stavano correndo i ragazzi della F2. O meglio stavano facendo i giri di qualifica.

Decisi che potevo benissimo concludere il testo ascoltando mio padre commentare i giri dei ragazzi che sono in pista.

Mio padre è proprietario di una radio e di un giornale e fa la radio cronaca di molti sport, anche se spesso e volentieri sceglie la Formula 1 da fare personalmente. Io sono fortunata, perché a soli diciotto anni (compiuti il primo aprile) ho il badge della stampa per tutti i gran premi.

«Riri, hai finito l'articolo?» zio Cesare, che non è veramente mio zio ma il migliore amico di papà, mi fece quella domanda. Io annuii, mettendogli il tablet davanti e tirando fuori il telefono.

Guardai i vari messaggi: molti da parte della mia classe, che ho dovuto leggere essendo rappresentante, un po' dalla mia compagna di banco che mi ha mandato dei PDF degli appunti che ha preso quella mattina e un cuore da parte della persona più speciale della mia vita.

Mi alzai e andai ad affacciarmi alla vetrata che dava proprio sul rettilineo e sulla pit lane. La vista era perfetta sul "box" della Prema.

«non credo che smetterò di dirti quanto sei brava a fare la giornalista» «grazie zio» era un ringraziamento discostato, perché la mia concentrazione era su ciò che accadeva in pista.

«Andrea dove sta?» «terzo, ma manca il secondo treno di gomme» «ti sei scelta un fenomeno, comunque»

Andrea Kimi Antonelli a soli diciassette anni (diciotto ad agosto) è lì nei primi posti della Formula 2. Lui è al suo primo anno in categoria. Lui ha saltato completamente la Formula 3, venendo da tre campionati importanti vinti in due anni.

Quel ricciolino me lo sono dovuta subire all'asilo, alle elementari e alle medie. Siamo anche nella stessa scuola alle superiori, ma lui ha scelto un tecnico con un indirizzo che non vi saprei ripetere e io ho scelto il classico.

«mi ha mandato un cuore rosso prima della qualifica» «è un buon segno?» «si, zio, è un buon segno» «oh, io non le so le cose di voi gen Z»

Io ridacchiai. «hai gli occhi che brillano, lo sai?» «è lui che li fa brillare»

Cesare si alzò e mi abbracciò. «io a diciotto anni non ero così poetico, mi fai piangere. Vedrai che andrà come pensi o anche meglio» «io mi aspetto il peggio, Cesi» «allora veramente può solo migliorare»

Mentre ero tra le braccia di Cesare, mio padre iniziò a commentare il giro di Kimi. «aspe aspe, fucsia nel primo settore» «facciamo che ti porto giù, prima che urli qui dentro» in neanche dieci secondi eravamo fuori e mi stavo stringendo nella felpa Mercedes data proprio dal ragazzo in questione quella mattina, perché avevo abbastanza freddo.

«fucsia secondo settore» ormai eravamo in pit lane e sentivo i brividi e le prime gocce di pioggia che cadevano. Erano lievi e non si attaccavano neanche all'asfalto.

diventare grandi [Andrea Kimi Antonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora