capitolo due.

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Jungkook e Jeongha erano accovacciati in un angolo della carrozza mentre viaggiavano verso il palazzo reale. Jungkook alzò lo sguardo e notò altre giovani ragazze e ragazzi anche più piccoli di lui accovacciati in un angolo. Cercavano di proteggersi dal freddo con le loro vesti. Jungkook cercò di abbracciarsi di più a Jeongha, che stava tremando leggermente e silenziosamente.

Nessuno osava spicciare parola per paura di essere frustati da uno delle guardie. Tuttavia Jungkook riuscì a sussurrare: «Hai freddo?» Jeongha si limitò ad annuire e Jungkook cercò di proteggerla il più possibile dal freddo, fin quando non sentì la carrozza fermarsi. Le porte vennero aperte e il vento di novembre entrò subito.

Le guardie cominciarono a prendere uno ad uno i ragazzini e li trascinarono fuori dalla carrozza. Una volta tutti scesi dalla carrozza, Jungkook era in fila con dietro di sè Jeongha che gli stringeva la gonna. «Jeongha sta calma, andrà tutto bene.» La ragazzina scosse la testa. «Ho paura oppa.»

La fila cominciò a camminare verso l'entrata del palazzo e Jungkook deglutì ripensando alle sue scelte di vita. Vide il giardino reale bello quanto la notte scorsa e il ponte si abbassò proprio dinanzi ai suoi occhi. Jungkook vide due guardie ferme che tenevano in mano delle spade molto pesanti. Quando varcò finalmente l'entrata del palazzo la sala non era bella quanto la scorsa notte. Forse perché di giorno perdeva il suo fascino, soprattutto nelle giornate nuvolose come quella.

La sala era molto ampia, e il trono era posizionato al centro. Non c'era traccia del Re Kim. Jungkook cominciò a notare che le guardie stavano dividendo i ragazzini che avevano preso con la forza quella mattina. Specificamente, stavano venendo divisi in due: maschi e femmine.

«Jeongha, non avere paura.» Jeongha lo guardò mentre continuava a piangere silenziosamente. Una guardia la prese per il polso e Jungkook non poteva far niente se non guardare. Jeongha non la smetteva di guardarlo e lui non desiderava altro se non proteggere la sorella minore.

All'improvviso però una persona parlò. «Avanti sua altezza reale, Re Kim Taehyung.» Urlò, un uomo sulla trentina, con degli occhi piccoli neri e i capelli mori. Jungkook si morse il labbro, demoralizzato dal perché fossero riuniti così tanti ragazzi giovani.

Jungkook poi notò due grandi porte aprirsi, e da lì entrò Kim Taehyung, occhi felini verdi e capelli scuri. Jungkook notò subito le sue grandi mani e la sua altezza, doveva essere più alto di un metro e ottanta. Portava al collo un mantello blu notte, fatto di lana, e sul capo una corona del medesimo colore. Jungkook rimase ipnotizzato dalla sua bellezza.

Il re si sedette sul trono e si guardò intorno. Nessuno osava parlare, temendo che il re si irritasse. Jungkook vide il re guardarli tutti, con una leggera occhiataccia, prima di voltarsi a guardare il suo primo ministro. «Namjoon, puoi procedere.» Jungkook vide l'uomo annuire prima di guardarli di nuovo.

«Oggi siete tutti riuniti qui, perché c'è stato un furto.» Tutti cominciarono a bisbigliare. Jungkook deglutì, pensando che potesse essere stato lui. Ma non poteva essere. Non aveva rubato nulla. Aveva solo ammirato molto da vicino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 25, 2023 ⏰

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