Esco da scuola un po' prima oggi per andare al colloquio che mi ha organizzato la madre di Roxy, mi dirigo verso l'azienda entro, mi mandano all'ultimo piano dove trovo un'altra donna che mi porta direttamente in un ufficio grande con una vista spettacolare, solo dopo noto un uomo seduto che mi guarda. La donna che prima mi ha accompagnato, esce chiudendosi la porta alle spalle e io rimango da sola con l'uomo. "Salve, sono qui per il colloquio" "Prego si accomodi" mi fa tante domande, mi spiega il lavoro e mi dà un periodo di prova di un mese. Gli stringo la mano felice di avere un lavoro e lasciò l'ufficio felice ma anche preoccupata per quello che mi avrebbe aspettato. L'indomani torno in ufficio mi spiegano brevemente le mie mansioni, avrei dovuto rispondere alle chiamate, essere l'assistente del signor Demir che mi aspettavo fosse molto più grande, ma ha solo 28 anni. Comunque ritornando a me, mi hanno dato un piccolo ufficio tutto mio molto vicino a quello del signor Demir. Inizio a ricevere telefonate, prendere appuntamenti, porto il caffè e così via fin quando non arriva l'ora di andare a casa. Il giorno dopo vado a scuola, da lì vado poi a lavoro, saluto le ragazze all'entrata per poi dirigermi verso l'ascensore, entro e proprio quando le porte stavano per chiudersi, vedo una spalla sbucare dalle porte facendomi arrivare il cuore in gola. L'ascensore si apre ed entra un uomo che spinge il pulsante dell'ultimo piano, lo guardo in faccia e non posso credere ai miei occhi, lui anche si accorge di me" mi stai seguendo carina" "IO" " mh si tu" " Ma chi ti conosce" " eppure sei venuta alla mia gara" "alla tua gara?" "Hahah ma non mi dire che non sai neanche chi gareggiava, vergognati" "guarda non mi interessa proprio, ora stammi alla larga" "mi ricordo ancora il dolore dato dal tuo schiaffo carina" "non chiamarmi carina". L'ascensore si apre finalmente sull'ultimo piano, esco da lì per poi dirigermi nel mio ufficio e posare le mie cose. Sento i suoi passi seguirmi fino al mio ufficio" tu lavori qui?" "senti non ho tempo da perdere con te, addio" mi arriva una chiamata dal telefono dell'ufficio al che io gli chiudo la porta in faccia e vado a rispondere,"si signor Demir" "Aycha tra poco dovrebbe arrivare un cliente importante manda Anastasia da me per favore" "Certo signor Demir" chiudo, il telefono cercando di ricordare chi fosse Anastasia per poi ricordarmi che era la donna che mi accompagnò nell'ufficio del signor Demir. Mi dirigo da lei, riferisco quello che mi è stato detto e ritorno in ufficio a prendere alcune fotocopie da stampare. "Aycha, puoi portare questi caffè in ufficio per piacere, la signora Demet questa mattina è più arrabbiata del solito mi sta aspettando, non vorrei che si vedicasse" " per così poco?" " tu ancora non la conosci, vedrai" "va bene li porto io" " ti ringrazio" mi lascia il vassoio tra le mani per poi correre via. Mi dirigo spedita dall'uomo, busso ed entro, avanzo verso di loro per poi poggiare il vassoio sul tavolo "puoi andare Aycha, grazie" "va bene" alzo lo sguardo per poi girarmi verso la porta ma quando lo faccio i miei occhi catturano lo sguardo di stamattina e rimango basita, al che mi fermo senza rendermene conto e lo fisso. E lui è lì che mi guarda con un sorriso strafottente che cerca di nascondere ma gli riesce ben poco "Aycha" "Aycha" " si signore?" " Puoi andare" " si" esco di fretta chiudendomi la porta alle spalle, ho fatto la figura dell'idiota, brava mi faccio un applauso mentale.
Passa una buona mezz'ora prima che quell'uomo esca da lì. E in quella Mezz'ora non ho fatto altro che rispondere alle chiamate e osservare la porta. "Quindi ti chiami Aycha eh " " Come- lascia stare, non ti voglio più vedere" "Mi dispiace deluderti, ma se lavori qui, d'ora in poi mi vedrai spesso e sai carina dovresti rispondermi con più garbo" mi alzo vado verso di lui e cerco di schiaffeggiarlo ma questa volta mi blocca e mi spinge all'interno dell'ufficio e ora sono bloccata tra lui e la scrivania, "e magari smetterla di schiaffeggiarmi" dice sussurrandomi all'orecchio con voce sensuale. "E tu smettila di chiamarmi carina" dico spingendolo via da me. " Inizia a ridere ed esce dal mio ufficio andando verso l'ascensore, arriva Anastasia da me " ma lo conosci?" " no" "a me non sembrava" "non so neanche il suo nome" "si chiama Ferit e ha 26 anni, suo padre ha un'azienda di moda, mentre lui è un pilota, fa spesso gare, talvolta anche clandestine, così dicono" "Ferit?" "Si" "mh" " Ma quindi davvero non lo conoscevi? Non sembrava" " si me l'hai già detto, ma ti ripeto non lo conosco e non voglio conoscerlo" " ok, oddio sta arrivando la strega, torniamo subito a lavoro"
Anastasia corre verso la sua postazione cercando di fare meno rumore possibile con i suoi tacchi ed io seguo il suo esempio, ritorno dietro la mia scrivania e continuo il mio lavoro.
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Un amore per sempre
ChickLitDue persone che provengono da classi sociali diverse e culture diverse, resisteranno al loro amore oppure no