IL VIAGGIO.39

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Anna.

Anna in lacrime, Anna che ti viene addosso e si getta sul letto e ti abbraccia forte.

Piangi anche te come sta piangendo lei e ti senti il fiato mancare, vorresti parlare e invece la abbracci piu forte che puoi e ti senti per l'ennesima volta sballottata dagli eventi e dal fato.

Alla fine vi staccate e allora Anna, con il viso e gli occhi rossi, inizia a ridere di gioia e ad asciugarsi gli occhi con la manica del suo abito.

Già, il suo abito. Una semplice casacca gialla di un tessuto pesante, lungo a metà coscia e    chiusa da una sfilza di bottoni automatici che le partono dalla gola e scendono fino alle gambe. La guardi senza parlare e lei tace e alla fine allunghi una mano e le accarezzi il viso ed allora lei ti afferra la mano e te la bacia per poi stringerla con forza tra le sue.

"Credevo che non ti avrei poi vista, lo sai? Pensavo che ci eravamo perse per sempre"

"Guarda che io sono come l'erba cattiva. Non muoio mai,  resisto a tutto e a tutti"

Sorridi o almeno ci provi e poi lentamente ti alzi in piedi. Sei completamente nuda e ti guardi intorno a cercare qualcosa da indossare e allofa Anna va al piccolo armadio della stanza e ne tira fuori una casacca uguale alla sua, ma bianca.

"Metti questa, sono venuta a prenderti e dobbiamo andare.  Ti stanno aspettando e se tardi verremo punite tutte e due"

Indossi la casacca e Anna ti aiuta a chiudere i bottoni e poi ti infila un paio di scarpe basse ai piedi. Scopri con rammarico che hai troppo dolore alla schiena per piegarti e farlo da sola, ma Anna lo fa con un largo sorriso e allora taci.

"Ma dove siamo? Che posto è questo? Non capisco cosa.."

La porta della cella si apre ed entrano due uomini che indossano una divisa militare nera. Anna va subito contro la parete e si dispone con la faccia contro la parete e te la imiti anche se dopo qualche esitazione. Venite ammanettate tutte e due e te vieni anche imbavagliata e dopo vi mettono due collari che collegano tra loro con uno spezzone di catena. Te sei sempre più sorpresa, ma segui Anna quando si avvia e vi ritrovate in un corridoio ben illuminato che percorrete fino ad un ascensore. Li venite fatte salire e poi, quando la cabina parte, Anna riprende a parlare

"Ascolta, questo è un campo di prigionia. Noi siamo destinate ad essere spedite oltremare ed io stavo per partire, ma ti ho vista per caso e ho garantito per te e per le tue qualità. Non fare cazzate e non ci divideranno, fai delle storie e questa volta ci perderemo per sempre "

Vorresti parlare, ma l'ascensore si ferma e poi si aprono le sue porte. Anna torna a camminare e te la devi seguire, ma sei comunque confusa e anche spaventata. Un campo di prigionia? Trasferite oltremare? Non sei, anzi non siete delle schiave e te non hai firmato nessuna autorizzazione o dato nessun permesso di sorta a chicchessia..

Una porta si apre ed entrate in quella che sembra una piccola aula di tribunale. Li ci sono una decina di persone (uomini e donne ed alcuni anche orientali) che vi osservano mentre avanzate verso di loro.

Vi fermano davanti alla loro postazione e li due ragazze vi aprono velocemente i vestiti e vi mostrano ai loro occhi nella vostra nudità. Guardi Anna e vedi quanto sta crescendo velocemente e poi osservi il tuo corpo e lo ritrovi smagrito e segnato dalle tue ultime avventure. Torni a guardare Anna e una delle persone davanti a voi, probabilmente un dirigente visto che occupa lo avranno centrale, inizia a parlare.

"Bene Anna, direi che ora può essere contenta, no? La sua amica é arrivata e ha anche firmato una liberatoria per essere trasferita insieme a lei"

Vorresti dire che non hai firmato nulla, ma poi sulla scrivania vedi quel foglio che avevi firmato in bianco quando eri nelle mani di Massimo e capisci finalmente tutto. Sei stata venduta a questa organizzazione a cui già sembra appartenere anche Anna e ora siete destinate a essere trasferite chissà dove e per chissà quali scopi o motivi. Anna annuisce e dice che siete pronte, ma chiede solo qualche giorno per permetterti di riprenderti appieno così da poter affrontare il viaggio e questo consiglio di depravato approva la sua richiesta senza discussioni ulteriori. Te vorresti urlare, ma non puoi e forse tacere é comunque la scelta migliore in questo momento.

Venite fatte inchinare davanti a queste persone e sei costretta a farlo tuo malgrado e poi riportate nella cella dove ti eri risvegliata. Li però vieni legata al letto con delle cavigliere e delle catene mentre Anna viene liberata. La guardi e intanto venite lasciate sole ed è solo allora che lei finalmente ti leva quel bavaglio.

"Ma sei pazza? Dove cazzo ci vogliono mandare? Io non vado da nessuna parte, quel foglio lo avevo firmato perché ero sfinita e non sapevo nemmeno cosa c'era scritto, anzi addirittura l'ho firmato in bianco e adesso.."

"Adesso niente, Marika. Non si fidano di te e a quanto pare nemmeno di me visto che sei stata legata e che io non ho le chiavi per liberarti. Tra quattro giorni partiremo e per allora vorrei che tra noi tutto fosse chiaro. Fino ad allora nessuna ribellione o pazzia: usciremo da qua e accetteremo il trasferimento senza fiatare.. E dopo decideremo e se sarà possibile scapperemo anche.. Ok?"

Scuoti la testa e il corpo, ma sai da sola che non potrai mai liberarti da sola da quelle catene. Alla fine annuisci e intanto pensi a come é cambiata Anna in questi giorni. La avevi salvata da Klaus e allora ti era sembrata una bambina mentre adesso la ritrovi smaliziata e determinata e perfino autoritaria nei modi.

La osservi mentre si risistema il vestito che non aveva più potuto chiedersi e ti piace vedere le sue mani piccole e agili che lavorano alacri e ti viene quasi il desiderio di sentirle sul tuo corpo. Sospiri e lei sembra sentire e anche capire quello che stai pensando e così si siede sul tuo letto e lentamente ti accarezza i seni e il viso. Ti muovi nervosa mentre senti salire dentro di te un eccitazione violenta e lei si china a baciarti sulla bocca e poi..

Da un altoparlante nascosto fuoriesce un segnale acustico acuto e ritmato e, a quel suono, Anna scatta in piedi e si sistema meglio il vestito ed i capelli.

"Ehi, ma che succede? Cosa significa questo segnale? E perché ti stai preparando così? Non andartene, non mi lasciare sola, ti prego.."

Lei sorride e poi prende una mascherina nera e te la mette sugli occhi. Sprofondi nel buio e stai per parlare, ma lei ti bacia sulle labbra e torna a sfiorarti i seni nudi.

"Devo andare a mangiare. Cerca di riposare e stai zitta, non costringermi a metterti il bavaglio, ti prego. Non lo faccio perché ti voglio bene, ma se seguissi le regole dovrei mettertelo.. Starai brava vero? "

Sorridi e non ti ricordi di aver sorriso in un frangente del genere. Apri la bocca e lei appoggia le sue labbra sulle tue e vi baciare così, con passione e con circospezione allo stesso tempo. Ti piacciono le sue labbra e il suo sapore, ami quella lingua cosi morbida e vellutata ed agile.

Il segnale acustico si ripropone e stavolta Anna scatta in piedi e si stacca da te.

"Devo andare. Ti porto io il pranzo, disposizioni interne. Te non andartene, ok?"

Ride e ridi a tua volta e speri che tornerà a baciarti, ma la senti bussare alla porta e senti questa che si apre. Lei esce e te resti sola, sospiri e ti disponi ad aspettare e decidi di tentare di dormire un po' e di tentare di recuperare un po' di energia.

Dormi così. La stanza é isolata dal punto di vista acustico e ormai sei anche troppo abituata a dormire legata. Un sonno tranquillo per una volta, senza incubi e mostri e paure represse ed urlanti allo stesso tempo.

Dormi e ti svegli di soprassalto quando senti la porta della cella che si apre. Sorridi perché sai che stai per mangiare e perché potrai stare con Anna e parlare con lei e così sentirai di meno il peso delle legature e delle costrizioni. Sorridi e la saluti mentre lei non parla e decidi ti rompere il silenzio e..

"Cosa ha preparato lo chef per pranzo, Anna? Dai che ho una fame da lupi.."

La mano che ti afferra il viso ha una presa ferrea a dir poco. Ti ritrovi costretta a spalancate la bocca e subito una ballgag te la occupa riducendoti al silenzio più assoluto. Gemi forte e alla stessa mano ti sfiora la gola e poi inizia a stringertela lentamente.

Oddio, ora ti ammazza. No, non adesso, non ora cazzo. Avevi ritrovato Anna, avevi una speranza di restare con lei, avevi un sogno da coltivare e da accudire..

"Ma davvero te e quella stupida vi siete bevute quella marea di stronzate?"

Una voce che conosci, un odore che non ti è nuovo, una risata che ti fa agghiacciare la pelle mentre la stretta alla gola si accentua e ti senti soffocare..

Tossisci nel bavaglio, piangi nella benda, vorresti chiedere pietà, perdono, scusa..

E poi ..

... CONTINUA ...

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