-Fai della tua vita un sogno, e di
un sogno, la realtà.
(A. Saint-Exupéry)6 anni prima
Il vento primaverile soffiava leggiadro nell'aria portando con sé il profumo dei primi fiori di stagione. Il piccolo parco giochi sulla collina, era colpito da vasti giochi di colori procurati dal tramonto. Avrebbero illuminato anche gli occhi di una bambina, se non se ne stava impegnata a leggere l'ennesimo libro della settimana.
Si era sempre chiesta come iniziassero le grandi avventure nelle fiabe. Non quelle con il lieto fine già scritto, ma quelle vere, che cambiavano tutto.
Quel giorno, Nova aveva solo voglia di scappare.
Le feste di compleanno per lei erano sempre la stessa cosa: troppa gente, troppi sorrisi forzati, troppi regali scelti da altri. Così era sgattaiolata via, con il suo vestito in tulle da principessa, fino ai giardinetti isolati di Savannah.
Aveva rubato un pezzo della sua torta, e insieme ad esso, una candelina singola. Amava soffiarci sù ed esprimere il famoso desiderio. Credeva fermamente che, se avesse tenuto gli occhi ben serrati e la mente focalizzata, prima o poi tutto ciò che sognava si sarebbe avverato.
Ovviamente, però, non succedeva mai.
«Non puoi stare qui. Questo posto l'ho trovato io ed è mio».
Una voce sconosciuta la fece trasalire. Si guardò intorno confusa, finché portò gli occhi sulla figura che se ne stava in equilibrio sulla struttura d'arrampicata in legno.
Un ragazzino che non aveva mai visto prima.
Vestiti sgualciti, aria da guai, lo sguardo sfrontato di chi non chiede il permesso per niente.
«Non è vero, vengo qui da prima di te» chiuse il libro e si avvicinò a lui «E poi, tu chi sei?»
«No, chi sei tu» ribatté il ragazzino mentre la osservava dall'alto «Che ci fa una principessa da sola a quest'ora?»
«Non sono sola. Sono con le mie fiabe, non vedi?».
Il ragazzino arcuò un sopracciglio e penso' a quanto fosse buffa.
«Si, ma le fiabe non parlano».«Dipende da chi le legge».
«Se lo dici tu».
Come un giocoliere alle prese di qualche strano spettacolo, il ragazzino iniziò a camminare in equilibrio su un asse.«Ma che stai facendo? Scendi di lì, potresti farti male» lo rimproverò la ragazzina, che in quel momento iniziò a preoccuparsi.
«Tanto non importerebbe a nessuno» rispose scrollando le spalle.
«Non dire bugie. A tua madre importa sicuramente».
«Io non ce l'ho una madre...».
Quella confessione obbligò Nova a stringersi tra le braccia. Era una cosa brutta, eppure, lo disse con una semplicità sconvolgente.
«Quella torta e' tua?» il bambino indicò il dolce posto sulla panchina.
«Si...Vuoi un pezzo? Possiamo dividerla, se ti va» propose lei, attirando la sua attenzione.
Senza farselo ripetere due volte il ragazzino la raggiunse. Era più alto di lei, i capelli scuri erano scompigliati dal vento e il viso pulito era attraversato da un'espressione imbronciata.
«Perché?» rimase sorpreso da quell'invito.
«Perché è il mio compleanno e perché mangiarla in compagnia è più divertente»
«Ci sono le fragole?» chiese mettendosi a sedere.
«No. È al cioccolato...non ti piacciono le fragole?».
«No...sono allergico» prese il piatto e nel momento in cui stava per addentare il dolce, la ragazzina lo bloccò.
«Aspetta, devo prima spegnere questa».
Con gentilezza, posizionò la candelina al centro «Devo ancora esprimere il mio desiderio».«Che cosa desideri?» chiese curioso il ragazzino.
«Non posso dirtelo, altrimenti non si avvera».
«Che stronzata» scrollò le spalle e tirò fuori un accendino dalla tasca accendendo il lume.
«Ti sbagli, funziona così. Tu, solitamente, lo esprimi a voce alta?».
«No...io, non ho mai ricevuto una torta» confessò con filo di voce.
Il cuore della bambina si strinse nel petto, così curiosa e confusa, gli fece una domanda.
«I tuoi genitori non te l'hanno mai regalata?».Con il capo fece segno di negazione.
«Lo sai...oggi è anche il mio».«Il tuo cosa?» chiese lei.
«Il mio compleanno».
Nova rimase di stucco.
Pensò alla strana e rara coincidenza che li aveva portati insieme in quel parco. Forse le stelle le stavano mandando un segnale. Forse era il destino. Così senza pensarci due volte avvicinò la torta verso di lui.«Allora tieni. Esprimi il tuo desiderio, e ricorda, devi solo pensarlo e mai, dico mai, dirlo a voce alta» spiegò con tono sapiente.
Il ragazzino guardò prima il dolce poi lei, stupito da quel gesto ricco di gentilezza.
«E tu?».«Non importa...ora soffia». Gli sorrise sinceramente.
Il ragazzino l'ascolto'. Chiuse le palpebre e in quel momento pensando agli occhi celesti della ragazzina, tutto divenne chiaro.
Non aveva mai voluto niente dalla vita, ma in quell'esatto istante desidero' qualcosa di nuovo per lui. Avvicinò le labbra alla fiamma e soffio'."Desidero avere altri compleanni con una torta, e che lei voglia vedermi ancora".
La ragazzina balzò in piedi e iniziò a battere le mani.
«Ma come ti chiami?».«Damien» rispose.
«Allora, buon compleanno Damien».
«E tu?» richiese il ragazzino di rimando.
«Nova».
«Buon compleanno anche a te, Nova».
Angolo Autrice ❤️
Eccoci qua con il prologo di Love me Again. Chiedo scusa per gli errori, provvederò a correggerli.Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie 🙏 ❤️

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Love me Again
RomanceCosa fai se il lupo della fiaba in cui vivi, ha le sembianze del ragazzo perfetto della porta accanto? Nova Devis, lo sa bene. Cresciuta come una ragazza modello, Nova passa le giornate sempre immerse nella stessa monotonia. Ha ottimi voti a scuol...