CAPITOLO 29

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Stamattina quando mi sono svegliata ho ritrovato sul letto un vassoio con il cornetto e una buonissima spremuta d’arancia.

Adam non c’era mi ha lasciato in compenso un bigliettino che diceva testuali parole:

ricciolina non sono scappato, sono uscito solo per andare a comprare una cosa, torno presto”

Mi rincuora il fatto che mi abbia avvertito solitamente non lo fa mai.

Apparte gli scherzi, adesso sono in cucina con la musica a tutto volume, mentre ballo sulle note di Si no estas, questa canzone è diventata la mia ossessione

Continuo a danzare finché non mi sento osservata mi giro e vedo Adam appoggiato con la spalla contro lo stipite della porta.

È bello da far paura dannazione, credo che non mi abituerò mai. Più passa il tempo e più sono fiera di lui e di ciò che ha fatto pur di stare insieme.

<<Non ti ho sentito arrivare, potevi dirmelo>> gli dico guardandolo

<<Sono arrivato adesso, e comunque non mi è dispiaciuto vedere quel balletto>>

Mi guarda con un sorriso alquanto malizioso

<<Oh, davvero?>> mi avvicino pericolosamente a lui, allacciandogli le braccia intorno al collo mentre lui appoggia le sue sulle mie natiche.

<<Mhmh>> annuisce chinando il suo viso verso di me.

Ma non mi bacia, continua a provocarmi ma non mi bacia. Se questo ragazzo pensa di farmi impazzire ci sta riuscendo alla grande.

<<Allora vedrai stasera>> gli porgo un occhiolino e con un sorrisetto beffardo mi allontano.

Ma lui ha i riflessi pronti e mi afferra il polso sbattendo la mia schiena contro il suo torace.

<<Stasera verrai>> mi inizia a lasciare umidi baci sul collo

<<Si>> ansimo dopo che mi ha dato un leggero morsetto

<<Luna>> dice il mio nome quasi con un tono di rimprovero

<<Cosa?>> mi afferra dai fianchi facendo sbattere le mie natiche contro il suo bacino e lì capisco, sento e anche molto bene il rigonfiamento che ha.

<<Non mi resisti eh?>> lo provoco baciandogli il lobo dell’orecchio dopo essermi girata verso di lui.

<<Mi fai sempre lo stesso effetto Luna, sei irresistibile e io sono un predatore che deve saziarsi>>

<<Beh, allora perché non facciamo aspettare ancora un altro po' a questo Lupo? Se si merita il suo premio allora glielo darò, questa sera forse nella mia camera>>

Lo guardo e poi me ne vado lasciandolo da solo.

Passo tutta la mattinata a fare il giro dell’università mentre gli altri sono andati al museo di New York.

Ho sempre pensato che New York fosse la mia città, vi starete chiedendo il perché giusto?

Ve lo spiego subito allora.

New York è immensa, è una di quelle città per niente tranquille, è caotica, piena di negozi ma soprattutto le persone non sono bastarde. È piena zeppa di monumenti per non parlare del tramonto o dell’alba, per non parlare di ciò che questa città diventa una volta che è buio.

New York è un sogno immenso, uno di quelli impossibili da realizzare. Ma non è così se ci credete a questo vostro sogno fidatevi che si avvererà dopo tanti sforzi, sacrifici ma succederà. Guardatemi New York non era di certo una possibilità per me, non ho mai creduto che sarei rivenuta invece eccomi qua. Credeteci sempre nei vostri sogni perché nel bene o nel male essi si realizzeranno.

𝑴𝒚 𝑳𝒐𝒗𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora