Capitolo 3.

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consumati.
consumati dall'idea della famiglia modello: madre, padre, tu, fratelli; tua madre che lavora metà giornata, torna a casa, sistema la casa e ti fa la merenda. Tuo padre, rientra la sera tardi dopo una giornata intensa da lavoro e speri ascolti una piccola parte di ciò che frulla nella testa.
tu, non ti concentri mai sul presente, perché come vai a leggere il finale dei libri per prepararti alla fine, vuoi essere preparata anche per il futuro anche se non ti è possibile.

consumati.
consumati dal prototipo di corpo perfetto: spalle strette, seno abbondante, vita stretta, fianchi larghi.
non riusciamo ad apprezzare ogni nostra piccola caratteristica, ogni nostro punto che ci divide dall'essere tutti uguali, perché la società non ti accetta se hai qualche kilo in più o in meno, sono sempre pronti a criticarti, giudicarti e farti sentire inferiore.

consumati.
consumati da persone che credevamo amiche, ma che amiche non erano, affezionarsi fa male, ma è un sentimento umano e per quanto possiamo provare a nasconderlo, non possiamo bloccare il nostro affetto. Perché proprio come la paura, la tristezza, la gioia, il dolore, fa parte di questi anche l'affezionarsi perché non ne possiamo fare a meno. Consumati, ci consumiamo da soli, a vicenda, ci consumano, ci facciamo consumare e infondo, sembra starci bene così.
Oggi è una giornata no per me, non ho fatto granché, in effetti, sono rimasta a letto tutto il giorno. È passato Jonathan ogni tanto per vedere come mi sentissi ma io mi sento come sprofondare, come essere vuota, davanti a lui però, ho finto che andasse tutto bene.
Fingere che vada sempre tutto al meglio non è il massimo,arrivi  a fine giornata, nel letto da sola con i tuoi pensieri e scoppi, chi in un modo e chi in un'altro.
c'è gente che scoppia e sente il bisogno di farsi del male perché pensa che il mondo non meriti una come lei.
Chi scoppia a piangere.
Chi scoppia e rivoluziona la sua vita, che dal canto mio è la cosa migliore.
Chi scoppia e sente il bisogno di bere fino al collasso.
E poi c'è chi non scoppia mai, chi riesce a tenersi tutto dentro ed ammucchiare tutto il dolore in un angolo e provare a dimenticarsene provando a vivere al massimo, ma poi succede questo, arrivano quelle "giornate no" dove rimpiangi di non aver elaborato subito quel dolore ed averlo accumulato. Questo ti porta a pensare, ad intristirti e piangere, ma in silenzio.
Perché non vuoi essere al centro dell'attenzione, non vuoi causare scalpore tra i pettegolezzi.
I miei genitori dicono che la prima impressione dura 7 secondi.
In 7 secondi riesci già a capire se una persona riesca a rispettare i tuoi standard o meno.
Ma questo non importa, perché a contrario della detta dei miei, sono convinta che l'impressione che fai su qualcuno non sia mai definitiva, possono sempre andarsene, in ogni momento, e lasciarti sola, di nuovo, a chiederti cosa c'è di sbagliato in te e perché non puoi semplicemente essere come tutti gli altri.

" ehi sfigata, come ti senti?"

jonathan entra, e si siede sul mio letto

"quante volte ti ho detto che prima di entrare devi bussare?"

"andiamo, smettila di fare la pesante, piuttosto ascolta questa mia fantastica idea"

alzo gli occhi al cielo, le sue fantastiche idee sono sempre pericolose, molte volte fatte a insaputa dei nostri genitori, portatrici di guai.

"non mi metto in uno dei tuoi casini, esci ora"

"no questa ti piacerà, non comprende nessuna fuga, niente cose illegali, niente di strafigo tutta roba noiosa come piace a te"

lo guardo alzando le sopracciglia, anche volendo lui non riuscirà mai a fare un qualcosa di tranquillo, proprio non ce l'ha nel DNA, ha un allergia alla normalità, non so spiegarlo.

"ho preparato la cioccolata calda, ho comprato i Marshmallow  e andremo a gustarcela fuori mentre guardiamo le stelle e mi dici cosa c'è che non va"

"se saltiamo la parte dove fingi di interessarti al «cosa c'è che non va» ci posso anche stare- Vedo che accenna un sorrisetto- ma hai detto  che non faremo niente che mamma e papà non approvino, giusto?"

alza gli occhi al cielo e annuisce, mi metto le scarpe, prendo due coperte e lo seguo fuori.
Rimango stupita che abbia realmente fatto ciò che ha detto, comincio a domandarmi se non abbia bisogno di soldi.
Ci sediamo e nel mentre lui comincia a raccontarmi tutti i rimproveri che papà gli ha fatto per le valigie.

"ma dico io, forse ha ragione, 60€ erano un po' pochi per tutti i vestiti che c'erano"

"io invece dico che sei stato uno sciocco e ancora di più chi ha avuto il coraggio di  comprare da te, guarda che faccia che hai"

"andiamo mary, ho fatto una buona azione, ho riconquistato la fiducia del mio angelo custode, quelli avevano perso le valigie, non avevano niente da mettersi!"

mi metto a ridere, è inutile cercare di contraddirlo.
Mentre do un sorso alla cioccolata lo vedo accendersi una sigaretta.

"jonathan! avevamo concordato niente azioni illegali!"

"ma è solo una sigaretta"

"appunto!"

"se vuoi ho anche una sigaretta modificata dietro, se ti piace di più"

"tu sei tutto scemo, se ci beccano, ci mettono in punizione a vita! oppure peggio, metti che ci vedono i vicini, oddio cosa penseranno di noi"

lo vedo ridere mentre continua a fumare disinvolto, non gliene frega niente dell'immagine della nostra famiglia, razza di egoista.

"basta, io me ne torno dentro, non finirò nei casini per colpa tua"

si porta le mani dietro la testa ed esclama: "buonanotte sfigata"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2023 ⏰

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