III

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Aprii gli occhi, sopraffatta dal timore, mentre mio padre bussava insistentemente alla porta. Mi alzai rapidamente e mi avvicinai alla porta, aprendola.

"Buongiorno, papà"

"Altro che buongiorno. Seguimi."

Mi afferrò per il polso, stringendolo con forza. Non dissi nulla, ma compresi immediatamente le sue intenzioni: voleva addestrarmi, come gli aveva ordinato il Signore Oscuro.

"Mettiti di fronte a me, ora."

"Va bene"

Mi posizionai di fronte a lui. Le uniche parole che pronunciò prima di scagliarsi su di me furono:

"Difenditi da me"

"Cos-..."

Prese la bacchetta e iniziò a lanciare incantesimi contro di me.

"Crucio."

Quando pronunciò quell'incantesimo, fui scagliata violentemente contro il muro alle mie spalle. Una sensazione devastante, come se il mio corpo fosse in fiamme, mi travolse. Mi ritrovai a terra, urlando in preda a un dolore lacerante, mentre Lucius, osservandomi, sorrideva. Sapevo che mio padre nutriva disprezzo per me, ma non avrei mai immaginato che sarebbe arrivato a tanto.

"Smettila!"
dissi mentre iniziavano a uscite lacrime dai miei occhi

Lucius non rimosse subito l'incantesimo, costringendomi a soffrire ancora. Mentre la sofferenza continuava, graffi cominciarono a comparire su tutto il mio corpo.

"BASTA!"

Finalmente, Lucius – non riuscivo neppure più a chiamarlo "papà" – tolse l'incantesimo. Respiravo a fatica, incapace di alzarmi, svuotata di ogni energia e confusa sul perché di quella tortura.

"Devi imparare a difenderti. Hai capito?"
"Da chi!"
dissi io esausta

"da me"

disse lui con esagerata convinzione.
poi continuò e disse

"Usa le tue abilità"

"Quali?"

"Quelle che hai sempre posseduto."

Dopo queste parole, mi prese di nuovo per il polso, sollevandomi di peso, poiché non avevo più la forze. Mi fece sedere e posizionò un bicchiere davanti a me.

"Prova a romperlo!"

Scossi la testa, troppo debole persino per parlare, figuriamoci per romperlo con abilità che non possiedo o almeno non penso di possedere.
A quel cenno di rifiuto, Lucius si avvicinò e, come il giorno prima, ma con maggiore violenza, mi colpì, lasciandomi l'impronta della sua mano sul volto.

"Stronzo..."
dissi sussurrando non perdendo il mio carattere forte

premo la mano sulla guancia infiammata guardandolo male.

"Ora vai in camera tua, e sappi che domani mi aspetto che tu riesca a fare quanto richiesto. Fino a quando non imparerai, ti aspetterà lo stesso trattamento, ogni singolo giorno."
disse le ultime parole con fermezza e con un grande senso di minaccia

Terrorizzata al pensiero di dover sopportare questa tortura quotidiana finché non fossi riuscita a padroneggiare le mie abilità, mi rifugiai in camera, chiudendo la porta a chiave. Sollevai la maglietta e osservai le cicatrici che iniziavano a formarsi: due sulla schiena e tre sull'addome, senza contare la guancia arrossata e i capelli arruffati.

Non potrò resistere a lungo. Non so come, ma devo trovare un modo per lasciare questa casa e non farvi più ritorno.

 "Non ti farò del male" (Severus Piton x OC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora