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Trascorsero venti minuti in cui rimasi seduta sul letto, fissando il mio riflesso nello specchio e riflettendo. Poi, sentendo bussare insistentemente alla porta, capii che erano arrivati. Il timore che il Signore Oscuro potesse infliggermi più dolore della volta precedente cresceva in me.

Lucius entrò rapidamente nella mia stanza. Mi afferrò per il polso e mi trascinò giù per le scale, facendomi rischiare di cadere. Una volta arrivati, mi lasciò il polso e si andò a sedere accanto a Bellatrix e a un uomo che non avevo mai visto prima. Rimasi lì, impietrita, osservando il tavolo e studiando i volti di tutte le persone riunite in casa nostra.

Dopo una breve pausa di silenzio, un uomo che non conoscevo prese la parola.

"Allora, Signore Oscuro, se questa ragazzina, che mi pare tutto tranne che sveglia, avesse davvero qualche abilità, potrei utilizzarla per lavori più utili, magari per riordinare scaffali."

Le risate risuonarono nella stanza, ma io non mi unii a loro; continuai a fissarlo, irritata.

Poi, con quella sua voce inconfondibile, fu il Signore Oscuro a parlare.

"Mio caro Corban, è certamente una stupida ragazzina ignorante che non ha ancora sviluppato i suoi poteri. Ma ti assicuro che li possiede."

Voldemort avanzò verso di me, con lentezza inquietante, fermandosi a un centimetro dal mio viso e puntandomi la bacchetta contro il collo.

"Non è forse così?" sussurrò con tono rauco e basso.

Lo guardai con incredulità, incapace di trattenere la rabbia che mi si leggeva sul volto, e le parole mi sfuggirono spontaneamente.

"Cosa?"

Voldemort si avvicinò ancora di più, facendo scivolare la punta della bacchetta dalla mia spalla fino a sollevare il mio mento, obbligandomi a guardarlo. Parlò ancora, con la stessa inquietante calma.

"Del fatto che possiedi numerose abilità, che in futuro dimostrerai, direttamente a me. Dico bene?" disse accennando a un sorriso sinistro.

Lo fissai negli occhi e, prima di rendermene conto, dissi la cosa peggiore che potessi pronunciare.

"No, mio signore."

Voldemort spense immediatamente quel sorriso.

"Ah, sì?"

"Non possiedo alcuna abilità."

La sua espressione si fece dura, e il Signore Oscuro pronunciò un incantesimo contro di me. D'istinto alzai le mani, nel tentativo disperato di difendermi, ma quello che accadde mi sorprese oltre ogni limite.

L'incantesimo Crucio si dissolse nel nulla, fermandosi fra le mie mani senza lasciarmi alcun danno.

"No, non è possibile!" sussurrai, incredula.

Voldemort posò una mano su Lucius, accarezzandolo come segno di approvazione per essere riuscito a far emergere le mie abilità – abilità che, ironicamente, Lucius non aveva contribuito a far affiorare.

Ancora scossa, guardai il Signore Oscuro e corsi via, verso la mia stanza. Lucius si alzò, ma Voldemort lo fermò.

"Lascia stare, Lucius. Mi basta questo. Domani, la ragazzina sarà mia."

Mentre correvo su per le scale, sentii quelle parole. Il mio destino sembrava ormai segnato, e così decisi una cosa con certezza assoluta.

Quella notte stessa sarei fuggita da quell'inferno.

 "Non ti farò del male" (Severus Piton x OC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora