Capitolo 2

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Dopo neanche venti minuti trovo qualcosa che mi piace , una gonna nera a balze, che si abbinerà perfettamente alle calze color carne che ho a casa, e una bellissima camicia bianca elegante. Esco da negozio soddisfatta dei miei acquisti e mi dirigo nuovamente verso casa. Appena arrivo a casa mi riprovo il look per verificare che effettivamente mi sta bene, poi mi dirigo verso la mia camera e mi immergo nello studio. Sebbene alcune volte vorrei esserlo, non sono una secchiona, cerco solo di svolgere i miei doveri scolastici e mantenere una buona media. Nemmeno il mio aspetto è quello di una secchiona, sono solo una ragazza come tante altre, che va in una scuola come tante, che ha una vita come tante. Sono un po' timida all'inizio e per questo non ho tantissimi amici, "meglio pochi ma buoni" questo è da sempre il mio motto. Una volta finito i compiti guardo l'orologio, sono già le sette e mezza. Vado a fari una doccia veloce, poi, ancora con l'asciugamano avvolto sulla testa apro il frigo in cerca di qualcosa da mangiare. Alla fine opto per una po' di insalata e del pollo. Finisco di mangiare e pulisco la cucina come d'abitudine, poi vado in camera e mi siedo davanti al computer lasciando che la mia creatività guidi le dita sulle diverse lettere della tastiera e si imprimano sullo schermo bianco. Inizio quindi a scrivere, a creare un contesto, dei personaggi e degli imprevisti che rendono la storia emozionante. Guardo il risultato, devo dire che non è male, certo dovrei fare molte modifiche, ma la base c'è. ormai stanca mi stendo sul letto e mi lascio alle braccia di Morfeo e alla sua dolcezza. Mi trovo in una grande stanza luminosa, con delle grosse finestre da cui proviene una calda luce , le pareti sono di un bianco sbiadito e consumato dagli anni e ci sono pochissimi mobili: un letto matrimoniale, una libreria con grossissimi volumi bordeaux con la copertina rafforzata e decorata, sembrano piuttosto vecchi, una comò, sopra i quali si trovano una miriade di profumi e gioielli e un grosso specchio. Dalla posizione in cui mi trovo non riesco a vedere nient'altro di questa stanza, è come se mi trovassi dietro a qualcosa che mi blocca la visuale completa, poi capisco, sono in quello che dovrebbe essere un armadio. Ma perché mi trovo qui? Sto per uscire quando sento avvicinarsi delle voci, non riesco a capire cosa dicono ne di chi siano, ma le sento sempre più vicine. All'improvviso un rumore fastidioso mi riporta alla realtà. Mi allungo verso il comodino e prendo il cellulare. "Ciao amore mio, ho appena finito la conferenza a Los Angeles, sono stanchissima, riesco solo a vedere il letto di fronte a me, quindi è meglio che io vada a letto. Buonanotte, sappi che la mamma ti ama tanto! Kiss" Le rispondo velocemente con un " Buonanotte mamma, ti amo anch'io!" Mi stiracchio e ripenso al sogno che ho fatto, era strano, come se avessi già vissuto quella situazione, come se quella camera l'avessi già vista. Scaccio questi pensieri e mi vesto dirigendomi in cucina. Sono le dieci e mezza e io sono in cucina a mangiare i cereali e guardare la tv. Sto guardando, senza prestare troppa attenzione, la replica di un talk show. Finisco di gustarmi i miei cereali, con molta calma, assaporando la calma e la tranquillità della Domenica. L'appuntamento con Jessy e alle tre e mezza, quindi ho ancora tempo per prepararmi, e ritrovarmi Jessy in crisi perché non sa che cosa mettere. Sorrido pensando alla sua buffa smorfia, quando entra in panico perché nessuno dei trecento abiti che ha nell'armadio sono adatti all'occasione. Jessy e io siamo amiche dalle elementari, da quando, un freddo giorno di Novembre, l'ho vista nel parco che si guardava le mani senza i guanti.

"Ciao" le ho detto

"Ciao" mi ha risposto, timida e senza guardarmi negli occhi.

Era la prima volta che cercavo di fare amicizia, certo tutti quelli che mi conoscevano si sarebbero meravigliati nel vedermi rivolgere la parola a bambini che non conoscevo.

"Hai freddo alle mani?"

"Sì, un po'.."

" Ma non te li sei portata da casa?"

"Sì, ma li ho persi.." aveva e lacrime agli occhi.

"Se vuoi possiamo condividere i miei."Le sorrisi, incoraggiandola a prendere un guanto dei miei.

"Grazie " mi disse, asciugandosi le lacrime e facendo un grosso sorriso. qui giorno giocammo sempre insieme, e così anche gli altri, finché non diventammo inseparabili.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2015 ⏰

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