Dream on, but don't imagine they'll all come true

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Lily
Sono seduta nelle gradinate di amici, in attesa che Maria chiami il mio nome.

Come ci sono finita qui? Non lo so neanche  io.

È stato mio fratello ad iscrivermi ai casting senza dirmi nulla, nonostante gli abbia detto più volte che non voglio fare della danza la mia vita, ma lui crede che danzare mi faccia stare bene, il che è la verità, e quindi ha preso questa decisione.

Ho contestato solo all'inizio ma poi ho deciso che avrei messo tutta me stessa per entrare, del resto era il mio sogno d'infanzia.

«È il turno di Lily, candidato di ballo»

Faccio una piccola corsetta per arrivare al centro dello studio, prima di fare cenno a Maria per continuare.

«Nome completo Lily Rose, ma ti fai chiamare Lily. Hai diciannove anni e vivi a Roma con tuo fratello e tua sorella ai quali sei molto legata».

«Esatto»

«Dici di te: sono sensibile, estroversa, e non sopporto le bugie. Piango quasi per tutto anche se il mio orgoglio non mi permette di farlo vedere agli altri. La danza mi ha aiutato in un momento difficile della mia vita, è stata come l'unico spiraglio di luce in una stanza completamente buia»

«Si»

«Balliamo?»

«Si» mi tolgo il microfono e mi metto in posizione.

«Sei pronta?» Rispondo con un cenno del capo

«Base»

O Dio, è il momento.

Ballo una coreografia sulle note di Vienna, di Billy Joel. Questa canzone mi descrive perfettamente: pretendo molto da me stessa, forse troppo, e devo per forza raggiungere l'eccellenza.
Non mi è mai capitato di fallire, e non dovrà mai succedere, perché se succedesse non so come reagirei.

Alla fine della coreografia realizzo che nessuno mi ha abbassato la leva, è un buon segno, giusto?

«D'accordo Lily, nessuno ti ha abbassato la leva, ma questo non vuol dire che vogliano per forza darti il banco. Da chi vuoi partire?»

Senza indugiare rispondo: «Dalla maestra, via il dente via il dolore, no?»

«Se sei così sicura... Celentano, banco si o banco no?»

«Allora, sei carente di tecnica, per cui c'è da lavorare molto, ma hai un bel movimento, belle linee e bei piedi. Quindi per me banco si»

Non ci posso credere, sono entrata nella scuola di Amici.

Per davvero! Non sto sognando!

Mi ci vuole qualche secondo per realizzare, ma quando vedo Angelina venirmi in contro con la felpa tra le mani, capisco che il mio sogno è finalmente diventato realtà.

«Emanuel?» Continua Maria

«Guarda Maria, a me la ragazza piace. Quindi per me banco si».

«Raimondo?»

«No, per me banco no. Non sei nel mio stile e penso che devi maturare ancora molto, ti lascio ai miei colleghi».

«Va bene, grazie a tutti».

Il mio banco è in seconda fila, secondo banco a partire dalle scale. Il due è il mio numero preferito, deve avermi portato fortuna.

Subito dopo di me si esibisce una ragazza, alla quale inizialmente non presto attenzione data l'emozione, ma appena inizia a cantare il suo inedito vengo rapita dalla cruenza delle parole.

"Prendi tutto quel
che vuoi da me
stacchi il cuore
però non fai male"

Sono contenta che le venga consegnata la maglia, e sono ancora più contenta quando, per sedersi nel banco accanto al mio, mi sorride a trentadue denti.
Solo ora noto i suoi bellissimi occhi azzurri e i suoi lineamenti talmente armonici da sembrare perfetti.

«Sono Valentina, in arte Mew» dice tendendomi la mano una volta seduta.

«Lily. Sei stata bravissima, il tuo inedito mi piace un sacco».

«Grazie, anche tu. Vienna è un capolavoro».
Ci scambiamo qualche sorriso e poi attendiamo in silenzio che la puntata finisca.

Una volta in casetta scopro di essere in stanza con lei, con un'altra ragazza di nome Lil Jolie e con Dustin, un ballerino.

Prendo il letto accanto la parete, al centro c'è quello di Mew e dopo ancora quello di Lil Jolie. Dall'altro lato della stanza invece si trova quello di Dustin.

«Lily ci hanno chiamati per andare a scegliere il professore, andiamo insieme?» Mi chiede qualcuno dietro di me. Quando mi giro e mi rendo conto che si tratta di Mew sul mio viso spunta subito un sorriso spontaneo.

«Certo. Hai già in mente chi sceglierai?»

«Zero. Vuoto totale. Tu?»

«Non ne ho idea»

Ridiamo ancora, e ancora, e ancora, per tutta la strada che ci separa dalla sala relax.

Ancora ridendo per una battuta scema che avevo fatto poco prima, Valentina mi dice: «Va bene, allora ci vediamo dopo»

«Augurami buona fortuna, sono una persona molto indecisa e ho già ansia»

«Sono sicura che farai la scelta più giusta, sta tranquilla».

Si avvicina a me per darmi un bacio sulla guancia e, così facendo, poggia la sua mano sul mio fianco nudo, provocandomi una strana sensazione allo stomaco, che siano farfalle? No, non può essere. Mew è una ragazza, e io sono etero... giusto?

Tra I Miei Tattoo || MewDove le storie prendono vita. Scoprilo ora