IV

106 7 1
                                    



Il giorno successivo mi svegliai, le palpebre appesantite e gli occhi gonfi. Dopo diversi minuti, mi alzai dal letto, il corpo dolorante. Mi avvicinai allo specchio per osservare le ferite riportate il giorno prima. Appena vi giunsi, non mi riconobbi più: i lividi sulle gambe e sulla schiena erano ormai di un viola scuro, e zoppicavo leggermente, sebbene riuscissi ancora a muovermi.

Sapevo che, se mai fossi riuscita a fuggire da questa casa, non avrei potuto farlo in queste condizioni. Per ora, la strategia migliore era non fare nulla che potesse far infuriare mio padre, Lucius.

Erano le 10:30 del mattino, e decisi di fare colazione per avere le forze necessarie ad affrontare quella lunga giornata. Attraverso il riflesso nello specchio, osservai le scale che conducevano dal piano delle camere al salone, ampio e pervaso da un'atmosfera cupa e opprimente.

Scendendo, incontrai Draco, già a colazione con dei biscotti al cioccolato e un po' di latte. Di solito faccio colazione nello stesso modo, con i miei amati biscotti, anche se preferisco accompagnarli con semplice acqua anziché latte.

Avvicinandomi al tavolo, decisi di salutarlo.
"Buongiorno, Dray."
È così che l'ho sempre chiamato, fin da bambina, mentre lui mi ha sempre chiamata Emy.

Al mio saluto, Draco mi rivolse appena uno sguardo, per poi girare la testa dall'altra parte. Sorpresa, mi incamminai verso la cucina per preparare la colazione, ma proprio mentre versavo l'acqua nel bicchiere, iniziò a parlare.

"Ti senti superiore, con le tue abilità così straordinarie, vero?"
Mi girai verso di lui, perplessa da quella dichiarazione.

"Dray, ma cosa stai dicendo?"
Lo guardavo cercando di capire da cosa derivasse quell'insofferenza.

"Ah, quindi non è vero?"

"Assolutamente no."
Mi avvicinai con il bicchiere in mano per comprendere a cosa volesse arrivare con quella conversazione.

"Dray, qual è il punto di tutto questo?"
In risposta, Draco spinse indietro la sedia, alzandosi e fissandomi negli occhi, leggermente più chiari dei suoi.

"Il punto è che non voglio più che mi chiami Dray, né che osi rivolgermi anche solo uno sguardo."

Al termine di questa frase, sollevò il braccio e lanciò il bicchiere sul pavimento, frantumandolo in mille pezzi e rompendo il silenzio della casa. Rimasi a fissarlo, incredula e senza parole.

"Draco, ma che ti prende?"
Senza rispondere, mi spinse all'indietro, e finii per calpestare i frammenti del bicchiere, che lasciarono piccoli fori sui miei calzini bianchi.

Mentre mi chinavo per rimuovere i pezzi di ceramica conficcati nei calzini, Draco pronunciò un'ultima, crudele frase per chiudere la conversazione.

"Finalmente ho capito di avere la peggiore sorella che sia mai esistita sulla Terra."
Con questo, se ne andò furioso, rientrando in camera sua.

La peggiore sorella? Peggiore, per quale motivo? Non ho colpa di essere nata con abilità che io stessa non comprendo. Ho sempre cercato di sostenerlo fin da piccoli, anche se Lucius ha sempre dimostrato una preferenza per lui. L'amore di nostro padre è evidente, soprattutto nel modo in cui mi tratta ultimamente, sia psicologicamente che fisicamente.

Non riesco a sopportare mio fratello. È al secondo anno di Hogwarts, e ancora non ha imparato un briciolo di disciplina. Io, invece, non posso nemmeno frequentare quella scuola, poiché Lucius sostiene che vi siano "ragioni" che impediscono la mia presenza lì, ma di queste non mi è mai stato detto nulla.

Dopo che Draco tornò in camera sua, mi misi a cercare la scopa per pulire i cocci del bicchiere. Poco dopo, Lucius scese, proprio mentre stavo finendo di sistemare.

"Oggi faremo una riunione, e tu dovrai essere presente e seduta con tutti noi."

"Cosa? Perché? Io non voglio."

Lucius mi si avvicinò, fissandomi dall'alto.

"Non mi interessa se lo vuoi o no. Non è una richiesta, è un obbligo."

"Non voglio, e basta."

Capendo il mio errore, smisi di parlare.
"Non vuoi, dici?"

Non risposi, ma sostenni il suo sguardo. Con aria furiosa, se ne andò.

Per quanto sapevo, la riunione non avrebbe tardato a cominciare, così mi preparai, optando per qualcosa di semplice. Mentre scendevo le scale, Lucius mi fermò, afferrandomi per il polso e facendomi voltare.

"Vestiti in modo elegante!"
Annuii senza rispondere.

Odio l'abbigliamento elegante, così scelsi un maglione nero lungo, abbinato a una culotte per non tenere le gambe troppo scoperte. Lisciai i capelli con la piastra: sono di un colore biondo platino, che vira quasi al bianco, appena più chiari di quelli di mio fratello. Optai per delle scarpe da ginnastica nere, e non mi truccai. Non l'ho mai fatto, e non vedo motivo per iniziare ora. Ho la pelle molto chiara e gli occhi azzurri, di una tonalità stranamente più chiara rispetto a quelli di Draco e di mio padre.

Nonostante i complimenti ricevuti in passato, non mi sono mai sentita soddisfatta del mio aspetto: avrei voluto ciglia più lunghe e labbra più carnose. Draco, fino a qualche giorno fa, mi ripeteva che ero bellissima, e che se i suoi amici di Hogwarts mi avessero fatto anche solo un complimento, li avrebbe affrontati lui stesso. Purtroppo, penso che non sarà più così...

 "Non ti farò del male" (Severus Piton x OC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora