Capitolo 1

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I D'Equio

Urla, grida e morti.

Questo è quello che sappiamo di ciò che è successo anni addietro.

Questo è tutto ciò che sappiamo della morte dei nostri cari.

Buio, freddo, muri ed assi rotte.

Questo è quello che vediamo al nostro risveglio ogni mattina.

Mi alzo, mi preparo, prendo la mia borsa e mi metto l'arco a tracolla. Entro nell'altra stanza. Niente. Non c'è. Sarà gia fuori ad allenarsi col manichino.

Mi dirigo nella sala da pranzo a prendere un po' di latte. Vedo arivare Barbarina che si avvicina piano.

"Signorina, vostro zio vi aspetta nello studio." dice con dolcezza.

Sta per andarsene, ma si ferma. "Ah, si, anche vostra sorella sarà li". E se ne va col suo passo ondulante dovuto agli zoccoli che traballano sulle assi malmesse.

Mi reco allo studio e busso, una gran voce mi invita ad entrare. Lui è li, seduto sulla sua poltrona, con quel suo essere fosco. Subito oltre la porta c'è lei, con la sua bella armatura e la spada riposta nel fodero, spada antica che ha vissuto i giorni più bui.

Entro piano e mi scuso per il ritardo. Mi accosto a lei ed insieme aspettiamo di essere interpellate.

"L'uotverno è alle porte e come sapete la famiglia reale vorrà iniziare la nuova stagione andando a cacci di qualche bestia che appartiene ai nostri boschi." Si ferma, sospira pesantemente e ricomincia "ormai siete grandi e tu figlia mia" dice guardandomi negli occhi "conosci i nostri boschi maglio degli stessi Cacciavillani. Mi raccomando, dovete "ripulire" il bosco per la famiglia reale, ma non andate oltre i nostri capanni da caccia!" dopo di che ci abbraccia e ci caccia fuori dicendoci di preparare i cavallorni.

I cavallorni sono i tipici cavalli usati dalle famiglie di corte, siamo noi D'Equio ad addestrarli per la famiglia reale e il resto dei nobili.

Uscendo da una delle poche sale ancora integre del nostro palazzo, quella di nostro zio. Uscendo ci tiriamo un'occhiata di perplessità.

Dovete sapere che nostro zio Goffredo D'Equio è un gatto piuttisto particolare: un tipo burbero e temuto da molti, col pelo sempre arruffato e molto scuro, pieno di ferite guadagnate nelle guerre ed il suo fare rude dovuto al lavoro nelle stalle e nell'armeria; insomma non molto accogliente all'apparenza, ma con noi due rivela la sua anima tenera come la mollica del pane fresco. Proprio per la premura e "la paura che ha di perderci" ci ha sempre trattato come se fossime bolle pronte a scoppiare da un momanto all'altro. Dopotutto è comprensibile visto che sua sorella, nostra madre è mosrta poco dopo la nostra nascita; dunque noi due siamo le sole eredi.

Una volta fuori dal nostro palazzo, se così si può definire vista la malsana direzione che l'edificio ha ormai preso dalla fine della guerra della Distesa di Syrille tenuta contro i Barberidi vent'anni prima a sud del paese. Non si tratta affatto di una reggia eccessivamente decorata e sfarzosa, anzi si può affermare l'opposto, è abbastanza decadente e manche di alcune parti, comprese assi e finestre.

Ci dirigiamo fino alle stalle dove troviamo nostro cugino Teod'oro Cacciavillani, un gattino più giovane di noi vent'enni, dal manto d'orato e figlio di nostra zia Favilla D'Equio sposta con Gano Cacciavillani da cui il figlio ha preso il cognome. Teodoro è un gattino simpatico e molto agitato, ma soprattutto sempre in cerca di avventura, o come preferisce lo zio "in cerca di guai".

Lo troviamo nella stalla affatica ad aiutare un Cavallorno a terra che sanguina dalle sue bellissme e maestose corna e con un brutto taglio sul fianco sinistro molto simile ad un graffio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 16, 2023 ⏰

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