Depensare 2

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Schiocchi rumorosi riempiono la stanza che li circonda, accompagnati dal rumore di scarpe che impattano il pavimento e di strati di vestiti che velocemente frusciano via.

Manuel si abbandona a quello scambio languido di saliva, di labbra morsicate e lingue che si solleticano a vicenda; ha l'impressione che Simone sappia il fatto suo e che sia del tutto consapevole di quanto sta per (ri)accadere fra loro, lo percepisce dalla foga della sua stretta mascolina e dal rigonfiamento che sta per bucare il pantalone della sua tuta.

Questa volta Manuel non ha paure né retropensieri, perché ha deciso di interrompere ogni comunicazione col cervello: ora è il suo corpo a parlare e a richiedere quel contatto così agognato con Simone, come se nessun posto fosse davvero casa se non tra le sue braccia e le sue gambe.

‹‹Simo... cazzo quanto sei bello›› riesce a dire nei pochi secondi in cui le loro bocche si staccano per riprendere un po' di fiato. Ma quella rivelazione, per il corvino, è solo un incentivo a continuare ciò che hanno già iniziato, seguitando con dei baci sempre più bagnaticci, accompagnati da abbracci scomposti.

Manuel si ritrova di colpo a cavalcioni su Simone, senza capire come ci sia finito. Simone invece è sdraiato di schiena e ha le mani intente a stringere i fianchi del più minuto. Le unghie curate lasciano tracce di passaggio, mentre Manuel non attende di essere spogliato: con un gesto rapido si libera della canotta bianca e rossa, mettendo in mostra un petto asciutto, magro, inchiostrato un po' ovunque. Simone si ferma a guardarlo per davvero e questa volta non di sottecchi, a tracciare con la punta dell'indice quei disegni sinuosi che conferiscono al più grande un'aria dura e adulta. Quella visione potrebbe non stancarlo mai, ed è certo che Manuel segretamente goda molto ad essere l'oggetto del suo desiderio.

‹‹Manuel, tu sei un cazzo di capolavoro›› si lascia andare senza freni Simone, avvertendo le mani del ricciolino che intanto si fanno spazio poco timidamente sotto la sua maglietta. Manuel arrossisce con contegno, ma quando arriva a tastare i pettorali ben piazzati del più piccolo non riesce a nascondere un mugugno di eccitazione.

‹‹Così me fai emozionà›› risponde allora Manuel, prendendo un'altra pausa da quel bacio soffocante. Hanno le labbra livide, Simone più delle sue, perché baciarlo perdendo la cognizione spazio-temporale è tutto ciò che di più intimo ha desiderato nelle ultime settimane. E glielo lascia intendere senza molti fronzoli quando, con un ghigno beffardo sulle labbra e gli occhi piantati nei suoi, si posiziona esattamente sul cavallo dei pantaloni del più piccolo facendo scontrare le loro erezioni più che evidenti.

Simone butta la testa all'indietro, non pronto a quel contatto così improvviso e complice, lasciandosi andare ad un'eccitazione impossibile da celare.

‹‹Manuel...›› bofonchia a fatica, le loro intimità coperte ancora a contatto l'una con l'altra. Quella del più grande è spaventosamente grossa e pungente.

‹‹Mh mh? Che vòi?›› domanda retoricamente, spogliando definitivamente Simone della maglietta. La visione che ha davanti gli fa avere differenti capogiri: Simone ha un corpo da far paura, imponente e così virile, le spalle larghe. Manuel non riesce a smettere di guardarlo, e in pochi secondi si avventa su uno dei suoi capezzoli già turgidi al contatto con l'aria.

‹‹Vorrei scoparti e farti pentire di esserti fatto aspettare così tanto›› ammette con assoluta serietà, pronunciando quelle parole con eccitazione febbrile e con quel ghigno di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico. Manuel si ferma di botto: quando mai Simone Balestra si lascia andare a rivelazioni così incensurate?

Blu notte grigio cenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora