Solo un passo

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Le porte dell'ascensore si aprirono con il consueto rumore metallico, Luca, con lo sguardo vuoto uscì, attraversò l'ingresso e si diresse verso la reception portando con sé il peso delle sue esperienze notturne. A passo lento, si avvicinò alla reception, come se cercasse risposte in ogni angolo buio della sua anima tormentata.
Prese una sigaretta, l'accese con mano tremante, e con uno sguardo perso nell'infinito, si avvicinò all'uscio dell'albergo. Il fumo si dissolse nell'aria umida della notte, creando un velo sottile tra lui e il mondo esterno. I suoi occhi, inespressivi e stanchi, scrutavano la nebbia che si diradava, come se cercassero un barlume di vita nascosto in quella notte drammatica.
Con movimenti lenti, Luca tirò una boccata dalla sigaretta, il sole sorgeva lentamente tingendo il cielo di un giallo pallido. La nebbia, ormai diradata, lasciava spazio all'aria fredda che sembrava scivolare leggera sul viso di Luca. I suoi occhi inespressivi scrutavano il cielo come se cercassero risposte tra le nuvole colorate dall'alba. Nell'aria silenziosa, Luca sperava di ritrovare un po' di serenità e forza, come aveva provato qualche ora prima davanti al santuario, quando la notte sembrava ancora custodire qualche speranza.
Guardò il santuario, il rosone sopra l'ingresso principale aveva perso i colori della notte, ma la sua sacralità continuava a emanare un'aura di serenità. Era come se quel luogo sacro gli offrisse un rifugio temporaneo, una pausa dalla tumultuosa notte appena trascorsa, e sentì il suo cuore alleggerirsi di un peso che aveva trascinato per troppe ore.
Fissò il campanile, sinonimo di forza e resistenza, fece un sospiro cercando di attirare a sé tutta la potenza e la maestosità di quella costruzione che si ergeva fiera nel cielo. In quel momento, l'imponenza del campanile sembrava comunicargli una forza interiore, una resistenza che lo aiutasse ad affrontare i tormenti della sua anima.
Vide in cima al campanile un'ombra, una figura che si muoveva tra le corde delle campane. Non poteva essere il parroco; non era ancora l'orario per suonarle. Luca gettò la sigaretta, si avvicinò lentamente e con occhi privi di emozione all'ingresso del campanile che si trovava nel retro del santuario.
La vecchia porta di legno che dava accesso al campanile era chiusa, ma con una piccola spinta, facendo un po' di pressione, Luca riuscì ad aprirla. Salì i gradini del campanile lentamente, uno dopo l'altro, e man mano che saliva, dentro di lui cresceva una strana sensazione di serenità. Un leggero sorriso iniziò ad affiorare sul suo viso, come se finalmente sapesse che in cima avrebbe trovato le risposte che cercava.
Mentre saliva, le parole di Simone e della coppia messicana risuonavano nella sua mente: "Conosci la strada. Solo un passo, un passo." La sensazione di serenità si mescolava con il richiamo di quelle parole, creando una strana armonia nell'animo di Luca.
Più saliva e piu prendeva consapevolezza che la strada che doveva seguire lo portava in cima al campanile. Disse tra se e se "solo un passo..."
Luca, giunto in cima, fu colpito da una ventata di aria gelida. Si guardò intorno, era solo, nessuno oltre lui. Si fermò a contemplare il cielo che da lassù sembrava poter toccare con un dito, sentiva una strana felicità, era vicino alle risposte che cercava. Si avvicinò al parapetto del campanile, con la luce del giorno i colori si fecero nitidi, la nebbia nella sua mente svanì. "Solo un passo, solo un passo," ripeté ad alta voce. Inspirò profondamentere l'aria gelida che penetrò nei polmoni, trattenne il fiato e fece un passo, solo un passo... nel silenzio.

Il Custode del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora