Prologo

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Ed ecco che il mio cuore riprende a martellare in una maniera tutta sua: non troppo forte, non troppo piano. Il suono sembra quasi attutito, ovattato.

Mi chiedo se anche i pesci sentano questo rumore quando si trovano metri e metri sotto la superficie, sul fondale, ma non così lontani dal non sentire del tutto il mondo che sopra di loro cambia, si trasforma.

No, non sto avendo un infarto. Niente di grave.

A meno che il "grave" citato poco fa non comprenda quella situazione frustrante che si ha nell'andare dietro ad una ragazza che probabilmente non sa nemmeno come ti chiami, perché tu non hai fatto niente per farle ricordare il tuo nome, perché hai troppa paura che tutto cambi in peggio, quindi non fai niente e la situazione rimane quella che è.

Non cambia.

Niente va meglio, niente va peggio.

E a questo punto, questa stabilità, mi sembra peggio di qualsiasi altra possibilità.

Non sono uno sfigato; ci tengo a precisarlo.

Il punto è che quando mi trovo di fronte a lei non trovo nemmeno le parole per dirle 'ciao' e non le troverei nemmeno se avessi un vocabolario in una mano e Google nell'altra. Ogni volta finisce che la parte di me che odio mi convince che guardarla da lontano e senza farsi beccare, sia la cosa giusta.

I miei migliori amici dicono che sono un vero idiota a non muovere un dito in tutto questo, e che se non riesco a combinare niente con lei potrei farmi qualsiasi altra ragazza, o due, o venti. Mi dicono anche che prima di farmele devo guardare tette e culo e finiscono dicendomi che devo smettere di sbavare dietro ad una ragazza con cui non ho nemmeno mai parlato, a meno che io non mi decida a conoscerla sul serio e non solo nella mia mente malata.

Di solito aggiungono anche: "Il nostro capitano non può essere uno da poesie diabetiche, fiori e cioccolatini". Che io, per inciso, non scrivo poesie e non mi metto fiori tra i capelli -per la cioccolata non ho scusanti, purtroppo.

Ogni volta che finiscono questo toccante discorso, rido.

Una risata fioca e finta come la promessa di perdere peso delle barrette dietetiche.

Spesso nel guardarla, non mi accorgo del tempo che passa o di quello che sta succedendo realmente intorno a me.

Lei passa e travolge il mio mondo, mi intrappola, mi sconvolge. Si insinua nei miei pensieri come farebbe un'elegante farfalla in un prato fiorito.

Mi basta guardarla per capire che è lei tutto quello di cui ho bisogno per essere felice.

Lei.

Lei, che vive in un mondo tutto suo, con l'iPod sempre a portata di mano e le felpe esageratamente grandi per un corpo esile come il suo.

Ogni volta che cerco di parlarle, è già impegnata in una discussione con le sue amiche, oppure ha le cuffie nelle orecchie con la musica altissima, e non credo di essere per lei -almeno per il momento- un buon motivo per fargliele togliere, quindi lascio perdere e mi riprometto di tentare di nuovo il giorno dopo.

Ho deciso di farmi un regalo: cambiare.

Ho preso questa decisione proprio adesso, pensando a tutto quello che potrei essere insieme a lei.

Sì, le ruberò il cuore e non glielo restituirò più, quanto è vero che mi chiamo Niall James Horan.

Non sarà semplice, ne sono sicuro: sarà un casino.

Lei, è un casino.

Sì, Beatrix Hallen è un totale casino. O forse lo sono io?







Questo è il prologo di una storia che spero non vi deluda.

Il mio vero obbiettivo è quello di farvi perdere tra le righe del mio racconto nel modo in cui farebbe un bambino in un gigantesco negozio di giocattoli. Leggete e divertitevi!

Oh, e non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate!

Un saluto a tutte :)

The Kiss || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora