Uno.

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Trasferirsi in un'altra città non è mai una bella cosa, soprattutto se devi andare ad abitare con il tuo patrigno e suo figlio. Ma comunque eccoci qua, in macchina ad andare in una città a me sconosciuta.
«mamma ma seriamente dobbiamo andarci? Su dai sono solo ricchi e tu lo ami per quello.»
«No io lo amo perché mi piace lui. Si dobbiamo andarci.»
Stare zitta era la miglior cosa, non ho mai sopportato quel ragazzo, mi urta il nervoso non che io l'abbia mai visto dal vivo ma nelle videochiamate tra mia mamma e il suo futuro marito sembrava proprio così, ma c'è da ammettere che è molto carino da come ho visto nelle foto. Per una ragazza come me, sedicenne che adora ogni tipo di dolcezza sarà un'incubo vivere con lui, diciottenne strafigo, stronzo e puttaniere.
* Qualche ora dopo.*
Il viaggio passo' abbastanza velocemente, forse per la dormita o per la musica.
«Alissa siamo arrivati, esci e presentati, mi raccomando sii gentile.»
Sbuffai e scesi dall'auto ritrovandomi davanti due uomini, uno sulla quarantina d'anni e l'altro sulla ventina. Erano tutti e due estremamente carini ma gli occhi del più giovane erano così chiari e intensi.
«Piacere io sono Alissa e sono la figlia di Bianca.»
Sorrisi così falsamente che se fossi stato Pinocchio avrei già superato i due metri di lunghezza col naso. Porsi la mano prima al padre che la strinse saldamente, poi al ragazzo che la guardó e snobbò completamente.
«ciao, io sono Dylan. Papà posso tornare in camera ora che queste presentazioni del cazzo sono finite?»
Già era odiabile dopo cinque minuti che l'avevo conosciuto. All'ultima frase si giró verso suo padre poi andò senza saper risposta, antipatico. Presì la mia sacca e andai verso l'entrata.
«mi scusi signor Vries, mi può mostrare la mia stanza? Sa il viaggio è stato lungo e credo che mi riposerò un po'.»
Gli sorrisi e lui annuì facendosi strada per la casa, salì al primo piano e camminando per il lungo corridoio mi fece entrare nell'ultima stanza a destra. Quella casa era immensa. Prima che io potessi entrare e chiudere la porta Christian mi disse con un sorriso a 32 denti.

«Comunque puoi chiamarmi Christian, non voglio sentirmi più vecchio di quanto già non lo sia.»e non questo chiuse la porta.
Entrata nella stanza era molto semplice: armadio, letto e scrivania, ma la parete era così così carina... un rosino chiaro.

Sistemai la mia roba tra i vari cassetti e scompartimenti, poi sentì bussare alla porta. Andai ad aprire e mi ritrovai Dylan, il ragazzo antipatico.
«cosa vuoi Vries?so che mi dirai che non ti piaccio, e nemmeno tu mi piaci ok?quindi viviamo nella stessa casa ma non parliamoci proprio.»
«vedo che capisci le cose in fretta ragazzina, ma ho qualche regola da dirti. Primo:quando scopo con qualche ragazza non disturbarmi. Secondo: non entrare mai e dico mai nella mia stanza.Terzo e ultimo: non contraddirmi mai perché posso incazzarmi leggermente tanto, chiaro? »

Era inquietante l'espressione che gli era apparsa sul viso.
«s..si...ho capito.»
Bene, che inizi il mio inferno a casa Vries per i prossimi due anni. Appena vidì che uscì tirai un sospiro di sollievo e mi sdraiai a letto, ma subito dopo Dylan rientró avvicinandosi a me senza dire niente. Si avvicinó a me e si chinò su di me dandomi un piccolo bacio sulla guancia per poi sorridermi.
«Grazie Alissa di non dire nulla.»
Rimasi stupita dal gesto del ragazzo a tal punto da sorridere involontariamente e dire un piccolo"di nulla" per poi alzarmi sui gomiti senza togliere lo sguardo da lui.
«non ti illudere troppo peró che non siamo mica amici ora che ti do detto un semplice e inutile "grazie".»
Sapevo che non poteva essere così bello venire a vivere qua, con lui. Pensare che dovró anche andare a scuola con lui mi fa ancora più strano perchè non so nemmeno come comportarmi, oppure come si comporterà lui..

Mi dimentico di questi piccoli pensieri appena sento la porta sbattere per la seconda volta, non mi ero nemmeno accorta che se ne stava andando e che il suo sorriso in viso era diventato un ghigno maligno. Sospiro leggermente e mi risdraio a letto chiudendo gli occhi e giradomi sul lato, dopo nemmeno una decina di minuti dopo mi ero gia addormentata immersa nei sogni. Sento tutto scuotersi nel mio sogno e vengo svegliata dal ragazzo di poche ore fa.
«Cosa vuoi?»sussurro con voce impastata e leggermente roca.
«Dobbiamo andare a cenare fuori muovi il culo che sei in ritardo.» dio mio che odio questo ragazzo, tanto volgare quanto antipatico.

Mi alzo dal letto appena vedo il ragazzo uscire dalla stanza chiudendo la porta, mi dirigo verso l'armadio e lo apro per prendere qualche vestito a caso quando sento urlare dal piano di sotto
«VESTITI ELEGANTE È UNA CENA DI FAMIGLIA.»
ributto tutti i vestiti che avevo scelto dentro all'armadio e prendo un vestitino carino, non abbastanza corto ma nemmeno da suora, nero con le spalline di pizzo e con un fiocco bianco all'altezza dello stomaco. Scelgo un paio di tacchi a spillo sempre neri aperti.
Indossato il tutto vado allo specchio e mi squadro un po' da capo a piedi sorridendo appena.
«che carina che sono... spero di non sembrare troppo zoccola.»
Passato ancora qualche minuto a autoconvincermi di essere accettabile scendo giù in salotto trovando già pronti tutti, wow ero seriamente l'ultima. Arrossisco subito vedendo tutti che mi guardavano e abbasso lo sguardo imbarazzata.
«Ehi Alissa sei bellissima vestita cosi.»Dice Christian accanto a mia madre.
«ti sei superata oggi eh.»aggiunge mia madre sorridendo.

L'unico a non dire nulla e a stare zitto era Dylan, non mi sarei aspettata che dicesse qualcosa dato il suo carattere quindi non ci sono rimasta per niente male, l'unica cosa che mi dava un po' fastidio era che mi guardava, mi squadrava da capo a piedi senza mai togliermi gli occhi di dosso. In quel momento volevo passare proprio nella sua testa e capire a cosa stesse pensando.

«Su ragazzi andiamo che è meglio.»sentii dire da Christian, distolsi lo sguardo da Dylan e sorrisi all'uomo annuendo leggermente.
Vidi tutti incamminarsi verso l'uscita così, rimanendo il "chiudi fila" uscii di casa e lasciai e mi incamminai verso la macchina seguendo il ragazzo che entró qualche secondo prima di me senza nemmeno fare il galantuomo e lasciarmi entrare prima, in più chiuse la portiera così che io dovetti aprirmela di mio sbuffando, salita in auto mi misi la cintura e mi sistemai il vestito.

Appena tutti i membri della famiglia furono completamente in auto sentii la macchina muoversi e mi appoggiai contro il finestrino per guardare fuori. Il viaggio non duró molto infatti dopo poco eravamo già davanti a un ristorante molto elegante. il ristorante, guardandosi in giro non sembrava per niente nel centro della città,anzi era circondato dal nulla se non qualche casettina qua e la'  oltre a qualche parco giochi.

Usciti dalla macchina entriamo e veniamo subito accolti da un cameriere che porta al nostro tavolo già apparecchiato per quattro.
«accomodatevi ragazzi.» ci dice Bianca ancora in piedi, Christian le prende la sedia e la sposta lasciandola sedere, appena seduta spingendola la fa avvicinare di nuovo al tavolo e poi si siede anche lui accanto a lei.
Così da come si poteva ben vedere io ero seduta accanto al ragazzo castano. Mi siedo di fronte a Christian mentre Harry si siede accanto a me in modo poco elegante, sembrava arrabbiato. Prese subito il telefono e si immerse nel suo mondo come se tutti gli altri fossero scomparsi.
***
Stavamo aspettando i nostri piatti dopo averli ordinati quando mia mamma inizia a parlarmi di scuola, mettendomi  in imbarazzo.
«Sei pronta per domani? domani inizia scuola, devi stare a segno con qualcuno dato che i libri arrivano tra un po'... se vuoi possiamo aspettare ancora qualche giorno se non ti senti pronta per iniziare una nuova scuola con nuovi compagni; se vuoi ti accompagno fino a scuola, ti lascio li davanti.» non feci in tempo a rispondere a nessuna domanda che Christian mi precedette.
«Stai tranquilla amore, domani la accompagnerà mio figlio a scuola e si troverà bene, lui la aiuterà. Vero Dylan?»Guardai Christian spalancando leggermente gli occhi e guardando subito dopo Dylan che fino a quel momento era stato fin troppo silenzioso sul suo cellulare.
Alzó lo sguardo e ci guardó quasi confuso.
«emh si certo come avete detto voi...»tornò al suo telefono ma all'improvviso lo schermo si inscurì fino a divenire completamente nero, il ragazzo iniziò a tastarlo tutto quasi andando in crisi finchè non uscì il simbolino del caricabatteria e della batteria che segnalava che il telefono fosse morto. Il ragazzo sbuffò e sbatte prepotentemente il telefono sul tavolo.
«che palle» sospirò e poggiò i gomiti sul tavolo sostenenedo il viso con le mani.
«almeno ora starai un po' con noi figliolo» disse in modo tranquillo il padre.
«seh va bene» ribatte lui portando le mani sotto al tavolo e, cercando di non farsi notare dai due genitori posò una mano sulla mia coscia, divenni subito un fantasma dal colorito biancastro in viso e guardai Il ragazzo accanto a me in modo omicida, lui con il labbiale mi sussurrò.
«non dire nulla o finisci male» sorridendo come se nulla stesse succedendo. Io deglutí e tornai a sorridere guardando i "nostri" genitori quando sentí la mano spostarsi più verso l'interno coscia, io con una mossa forse troppo brusca posai la mano sulla sua fermandola li dov'era.
***
Finita la cena con quella mano sempre nello stesso punto ci alzammo e lui la tolse subito, meno male. Stavamo per andare via ma successe qualcosa di inaspettato...

.Vitt👑

BipolarismDove le storie prendono vita. Scoprilo ora