Tre.

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«Come mai sei stata così tanto in bagno? ti stavi masturbando pensando a me?» aprì finalmente gli occhi e incrociai i suoi color verde chiaro. Stava ridendo, speravo veramente stesse scherzando, cioè come si permette di dirmi così?

«Non mi stavo masturbando e non pensavo a nessuno, mi stavo rendendo presentabile per la giornata di oggi, cosa che come noto dai tuoi capelli non fai da tempo.» non mi staccava gli occhi di dosso e dopo qualche istante a esitare mi rispose con tono pacato.

«i miei capelli sono così, non si pettinano o sistemano, sono ribelli.» lasció leggermente la presa dai miei polsi ma non a tal punto da poter scivolare via dalle sue grinfie.

«Dylan posso entrare nella stanza dei emh... miei e tuoi, cioè di mia mamma e di tuo padre che devo entrare in bagno per prendere un mascara da mia mamma?» forse per la vicinanza che avevamo in quel momento o forse perchè il ragazzo non mi toglieva gli occhi di dosso io arrossii fortemente, lui se ne accorse e sorrise di nuovo mostrando quelle fossette così tenere.Si alzó e mi porse la mano per alzarmi, io la presi velocemente e lui la strinse incrociando le dita, rimasi molto confusa da suo comportamento ma non dissi nulla. Mi portó nella stanza dei nostri genitori entrando di conseguenza in bagno, wow, era immenso il loro bagno, un po' più grande di quello che dovevamo condividere io e Dylan. Sussurrai un "Grazie" e lui si sedette sulla tazza. Prima non vedevo bene cosa stesse facendo ma poco dopo quando mi girai verso il ragazzo con il mascara in mano mentre me lo mettevo sulle ciglia, spalancai gli occhi e mi girai subito coprendomi con un asciugamano sapendo di aver sbavato tutto il trucco.

«DYLAN COSA STAI FACENDO?» sbraitai contro il ragazzo.

«Sto cagando e se non vuoi vedermi la porta è lì.»
«ma ti ho visto il cazzo Dylan! Devi coprirti!» non era la prima volta che ne vedevo uno, Jake aveva provato molte volte a convincermi a fargli un pompino, soprattutto quando era ubriaco ma mi ero sempre rifiutata.

«ti piace eh?lo guardi perchè è grande» ero così immersa nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta di aver abbassato l'asciugamano e gli stavo guardando il membro.

«oh emh no... non stavo guardando emh lui...» divenni subito di un rosso peperone, presi velocemente il mascara e corsi in camera mia chiudendomi a chiave. Quando stavo uscendo dal bagno correndo senti il ragazzo scoppiare in una risata fragorosa, mi avrebbe preso in giro per sempre ora.

Finì di aggiustarmi il trucco con lo specchio che avevo in camera e andai verso l'armadio per cercare qualche indumento adatto.
Dopo vari tentativi di abbinare più cose decisi di andare sul classico maschiaccio così presi una felpa nera  che era due taglie in più, presi dei jeans neri stretti e strappati e misi delle adidas bianche e nere. Tornai allo specchio e mi feci due piccole treccie classiche, volevo uscire un po' da lì e orientarmi, così da non dover contare su Dylan per andare a scuola. Uscii di stanza e andai al piano di sotto. Stavo per uscire di casa quando sentì la solita vocina irritante proveniente dalla cucina.

«dove stai andando signorina Monroe.» Mi voltai toccando la schiena contro la porta di casa.

«non ti interessa signorino Vries» misi la mano sulla maniglia e la aprii lentamente poi girandomi e uscendo di scatto di casa sbattendo la porta di casa alle mie spalle. Non sentii riaprirsi più la porta così mi rilassai. Finalmente ero sola con me stessa finalmente non avevo Dylan a rompere.

Stavo camminando ormai da un quarto d'ora e forse anche in tondo, non riuscivo proprio a ritrovarmi li, era impossibile. Dopo un po' trovai un parco con alcune panchine e alcune altalene. Mi sedetti su un'altalena e iniziai a dondolarmi avanti e indietro guardando per terra un punto fisso. Il parco era vuoto, ed era giusto così dato che dovevano essere tutti a scuola.
Tutti a scuola e tu no, per colpa di quel coglione di Dylan.
Presi un grande respiro e chiamai mia mamma, dopo alcuni squilli riattaccai senza che lei rispondesse, doveva essere occupata al lavoro.
Mi stavo spingendo molto piano  quando sentii delle mani spingermi più forte sull'altalenta, ero spaventata ma non mi girai per non cadere dall'altalena. Continuava a spingermi e io avevo seriamente sempre più paura.

«C-Chi sei?» chiesi balbettando. Avevo pregato seriamente che fosse Dylan ma quando lo sentì parlare mi pietrificai.
«Non ti interessa chi sono io bella.»Non era Dylan, aveva la voce molto più profonda, e un accento non del posto. Mi prese per i fianchi e mi strinse a se togliendomi di peso dall'altalena, io mi girai di scatto e mi ritrovai un ragazzo biondo con gli occhi azzurri.
Non riuscivo a reagire, il ragazzo sembrava aver la mia età ma era effettivamente più forte di me, ero pietrificata da quello che avrebbe potuto farmi. Ero pronta al peggio.
Vidi un ragazzo correre verso di me, i suoi capelli ribelli che saltavano su e giù erano inconfondibili, Dylan è venuto a cercarmi?
Ma io non sono nulla per lui, solo la sua sorellastra che odia a morte, e non so nemmeno perchè.
Il ragazzo si avvicinò a noi e tirò un pugno al biondo quasi beccando me, il biondo lasciò  la presa e io mi allontanai dai due e inciampando a terra caddi di culo rimanendo lì, vidi il ragazzo cadere a terra ma rialzarsi subito dopo ghignando.
«Vries, conosci questa ragazza? è per caso come Sophie, mh? Oh no è vero, nessuno sarà come lei vero, ma farà la stessa fine sua prima o poi esatto?» stava ridendo in modo anormale pur avendo il naso sanguinante.
«Sta zitto Grier! Sei ubriaco anche di mattina eh? sta lontano da Alissa o finirai male, te lo giuro» Disse a denti stretti.
Si girò per vedere dove fossi e quando notò che ero a terra si avvicinò a me e mi tirò su abbracciandomi forte e sussurrandomi all'orecchio di tornare a casa, io feci come detto dal ragazzo e girai i tacchi correndo verso casa mentre le voci di Dylan e del ragazzo biondo si allontanavano a tal punto da non sentirsi più.

Arrivai a casa con il fiatone e entrai dentro correndo nella mia stanza, perché mi aveva salvato, chi era quel ragazzo e se non fosse stato per Dylan cosa mi avrebbe fatto?
La mia mente si immerse in orribili filmini che ritraevano lui e scene di molestia, non potevo essere qua da sole 24 ore e già aver paura di andare in giro.

Sentì la porta sbattere e mi ripresi dai miei sogni correndo di sotto, notando Dylan gli corsi  incontro e saltai addosso abbracciandolo forte.
«Grazie Dylan, grazie davvero, avevo tanta paura.» Rimasi lì ad abbracciarlo ad occhi chiusi finche non sentì delle braccia che mi avvolsero e mi strinsero e la voce del ragazzo dire.
«Sta tranquilla, è solo ubriaco, ma in realtà Nash è molto simpatico, solo che l'hai preso nel momento poco opportuno.» alzai lo sguardo e incrociai il suo, solo ora notai che ero di una decina di centimeti più bassa di lui e questa cosa mi faceva strano ma allo stesso tempo mi piaceva... aspetta cosa sto dicendo?! Sono dolce con mio fratello?quello che mi ha minacciato e che mi ha detto esplicitamente che mi odia?
Scossi leggermente la testa e riabbassai lo sguardo allontanandomi da quel semplice abbraccio correndo di nuovo di su sbattendo leggermente i piedi. Non dovevo iniziare a credere a Dylan.
Mi stesi a letto e poco dopo sentì una porta sbattere, supposi quella del mio fratellastro così non ci feci molto caso. Mi lasciai andare a letto e dopo poco mi addormentai, adoravo dormire.

Venni svegliata da un gatto che mi saltò sul letto, più precisamente sulla faccia.
Corrugai la fronte, non avevo mai visto questo gatto, presi il collarino e notai il nome zelo, accarezzai un po' il batuffolo bianco ma sentì dei forti colpi contro la parete, mi alzai ingenuamente e andai in corridoio, sentì dei gemiti provenienti da una voce maschile e una femminile. Mi portai una mano alla bocca per star più zitta possibile e non ridere, rimasi ad ascoltare la ragazza che urlava il nome del ragazzo ma mi bloccai quando sentì il ragazzo gemere un nome, non capì bene di che nome si trattasse ma subito dopo lo sentì genere di nuovo lo stesso nome, Alissa.

Tornai in camera mia correndo, la ragazza doveva chiamarsi Alissa, era l'unica spiegazione, mi chiusi dentro e misi la musica da non sentire le spinge che facevano sbattere la testiera del letto contro la parete, dopo poco sentì delle urla che provenivano dal corridoio così mi avvicinai alla porta e poggiai l'orecchio contro di essa.
«Non l'ho fatto apposta!» sentì dire da Dylan.
«Vatti a scopare qualcun'altra e non me gemendo il nome di un'altra! Non l'hai mai fatto, chi è questa Alissa eh?come Sophie?noo non è come Sophie. Ciao!» Sentì la porta di casa sbattere e dei passi molto potenti tornare su per le scale, Dylan piombò così di soppiatto nella mia stanza e io caddi a terra di culo, lui ghignò e mi tirò su poi spingendomi alla  parete libera vicino a me.
«Cos'è, non sai farti i cazzi tuoi ragazzina che devi stare ad ascoltare le conversazioni degli altri?» era così vicino a me che sentì l'odore dell'alcool uscire dalla sua bocca, strinse la presa sul mio collo e io non risposi nulla, non perché avevo paura, ma perchè sapevo che era la cosa migliore con Dylan, anche se significava farmi mettere i piedi in testa da un uomo.

.Vitt👑

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 07, 2019 ⏰

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