CAPITOLO XIV

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~POV KILLIAN~
Continuo a pensare a sto cognome.

Io sono sicuro di averlo già sentito, non mi ricordo dove...odio la vecchiaia, non capisco chi dice il contrario.

Verso le 19:30 andiamo in sala a mangiare, sembra che tutti si siano dimenticati di Hope, credevo mangiasse con loro.

KILLIAN: Hope non viene?

JULIA: No, non vuole mangiare con noi.

KILLIAN: E come mai?

ACE: Non siamo certi della ragione, ma sembra che ci odi.

SOPHIA: Lei si sta solo difendendo visto che l'avete attaccata per primi!

C'è una certa tensione nell'aria e mi sento un pochino a disagio quindi mi alzo e vado a farmi una passeggiata che mi aiuta sempre a pensare.

Cammino senza guardare veramente dove vado e perso tra i pensieri sento delle voci.

Mi guardo intorno: sono nell'ala riservata ai dipendenti.

Riconosco la voce di Hope.

HOPE: È morto.

X: Ah. Io non lo sapevo, scusami, non volevo crearti-

HOPE: Si chiamava Raphael ed era il mio fratellone.

Chi è questo Raphael?

~ POV HOPE

Non mi piace parlare di Raph.

È una parte importante e dolorosa della mia vita che voglio dimenticare.

Perché non si può semplicemente resettare il cervello? Mi basterebbe saperlo comandare.

HOPE: Non importa, adesso parliamo di cose serie.

Guardo Lilith che capisce subito come sempre.

LILITH: Sì, ecco, - mi passa dei fogli e una piantina della villa - i nostri due infiltrati, di cui non diciamo i nomi, hanno osservato tutta la villa e hanno scoperto che ci sono circa 437 telecamere - inizia a cerchiare qualcosa sulla piantina - e 6 uscite di sicurezza di cui 2 poco sorvegliate come puoi vedere dalla cartina e le telecamere sono sorvegliate h24 da tre guardie nella sala al terzo piano però in questa ala non ci sono né nelle camere né nelle sale tipo la palestra tranne, ovviamente, nell'unica porta che accede al resto della villa che oltre alle telecamere, ha sistemi di sicurezza per movimento e rumore.

GWENDA: Minchia! Non me ne sono mai accorta! Com'è possibile?

Ghigno.

HOPE: È fatto apposta, nel caso dei nemici riuscissero entrare, si sentirebbero avvantaggiati non vedendo telecamere o sistemi di sicurezza, quando in realtà sono caduti dritti in trappola e con un piccolo giochino psicologico li portano direttamente in cantina.

LILITH: Esatto "cantina" - fa il segno delle virgolette con le mani  - dove fanno credere di avere soldi, dati sensibili o prove di essere mafiosi quando in realtà c'è solo la stanza delle torture.

HOPE: Comunque bando alle ciance, dove eravamo rimasti?

Neanche il tempo di finire la frase che sento il rumore di una pistola caricata e di passi.

Riconosco la voce del mio spirito guida.

Vedo Lilith puntare la sua pistola contro il nuovo arrivato.

KILLIAN: Chi siete? Di quale famiglia siete spie? Cosa volete?

Sorrido, è sempre lo stesso con quello sguardo serio e la faccia tutta contratta dalla rabbia.

Mi alzo con tranquillità.

HOPE: Quale onore avere il grande boss qui tra noi - ghigno inchinandomi teatralmente - ho sempre sognato incontrarti - rido girandomi di spalle - e mostrarti la mia riconoscenza nel impero che hai costruito da solo. Prego siedi con noi.

Lilith gli fa cenno con la pistola e gli indica la sedia.

KILLIAN: Prima dimmi chi sei e forse dopo ti ascolterò.

HOPE: Va bene grande boss, io sono Hope Lea Ametista Grego, figlia di John Grego e Rosaria Puttone, sorella di Sophia Athena Romano e capo della mafia Sud Americana, lei è Lilith, il mio braccio destro e lei è Gwenda.

KILLIAN: Cosa?! Sei tu il capo? No, impossibile.

LILITH: E invece sì.

HOPE: Adesso dimmi, vuoi sapere tutto o scasserai solo i coglioni?

KILLIAN: No no ti credo.

Appoggia la sua pistola sul tavolo e faccio cenno a Lilith di fare lo stesso.

HOPE: Da dove inizio?

KILLIAN: Inizia dal fatto che sei un boss mafioso.

HOPE: Ah sì, il mio patrigno è John Grego, braccio destro della mafia francese, che mi ha addestrata insieme a Raphael che come sai già, visto che ci stavi spiando, è morto per colpa mia...

KILLIAN: Aspetta, aspetta, patrigno? Vuol dire che...?

Sospiro.

HOPE: Sì, John non è mio padre, cazzo sembra la scena di 'Star Wars', - mi pizzico il naso - Ace è mio padre e Sophia non è la vera figlia scomparsa. Sorpresa!

Allargo le braccia divertita dalla sua faccia scioccata con la bocca aperta.

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BUON NATALE E BUON ANNO IN RITARDO.

BUONA EPIFANIA IN ANTICIPO.

Meno male che esistono le vacanze.

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