Trama: Mi chiamo Daila Mayer e sono una ragazza Tedesca di 17 anni.
Vivo con i miei genitori mafiosi; Fin da piccola sono cresciuta tra armi, droga, prostituite, soldi e vi lascio immaginare.
I miei genitori in realtà si odiano ma devono vivere insieme per forza, voi vi starete chiedendo il perché, beh, non lo so nemmeno io.

"Daila, svegliati"Disse mio padre
Mi alzai
"Dimmi papà"
"Oggi dovrai venire con me, dobbiamo contrattare con dei ragazzi della tua età e tu verrai con me"
"Va bene, a che ora?"
"Questo non ti interessa, devi solo prepararti con vestiti scollati e truccati decentemente"
"Io faccio quello che voglio"
Ricevetti un pugno sull'occhio di prima mattina
"Ho detto che devi vestirti bene, intesi?"
Annuii mentre lo fissavo con i miei occhi pieni di rabbia
Mio padre uscì dalla camera
Mi raccolsi i capelli in una coda e andai in bagno
Iniziai a vomitare
"Cazzo"
Mi alzai e entrai in doccia
Mi lavai per bene
Poi misi il mio intimo di Calvin Klein
Mi asciugai i capelli e feci uno chignon alto e tirato con qualche ciocca cadente
Misi il correttore soprattuto sul livido che mi ha procurato mio padre ma non bastava
"Sti cazzi"
Truccai anche gli occhi con un rosso scuro e le labbra con lo stesso colore dell'ombretto.
Andai verso il mio armadio e lo aprii
Tirai fuori un vestito bellissimo
Aveva la pancia scoperta quindi metteva in mostra il mio piercing all'ombelico e un tatuaggio che parte dal basso ventre e finisce alle costole.
Sono delle farfalle.
Spruzzai il mio profumo, presi il telefono e scesi.
"Eccomi papà"
"Perfetto, andiamo"
Salimmo sulla macchina di mio padre e partimmo verso il locale.
Parcheggiammo la macchina e entrammo
Vidi 4 ragazzi seduti su un tavolo
Uno aveva delle trecce nere che ricadevano lungo le spalle, uno stile oversize e un piercing al labbro, un'altro aveva i capelli neri sparati in aria, uno stile skinny e un piercing al sopracciglio, poi uno aveva dei capelli biondi, occhiali e una maglietta easy con dei jeans, l'ultimo aveva dei capelli lunghi e castani, una maglietta e dei jeans normali.
"Signor Mayer"Disse quello con le trecce
"Chi abbiamo qui?"Chiese mentre mi fissava
"Mia figlia, si chiama Daila"
"Piacere Daila"Disse lui
"Piacere..."
"Tom"
"Beh, piacere Tom"
"Daila, loro sono i Tokio Hotel"
"Io sono Bill"
"Io sono Georg"
"Io Gustav"
"Piacere ragazzi"
Mio padre si sedette e mi fece cenno di sedermi accanto a lui.
Di fronte a me avevo Tom
Mi sorrise
Io ricambiai
"Bene ragazzi, ora parliamo di fatti seri"Disse mio padre
"Signor Mayer abbiamo intenzione di allearci con lei"
"Ragazzi, è un piacere sentirvelo dire"
"Però abbiamo solo 32 giorni"Disse Tom
"32 giorni? In che senso"Chiese mio padre
"Alla fine dei giorni, il contratto scadrà e noi ci alleeremo con qualcun altro, funziona così"Disse Tom
Lo fissai per tutto il tempo, era così attraente e serio
"Il contratto si potrebbe rinnovare oppure no?"Chiese mio padre
"Si, si può rinnovare ma la cifra è molto elevata"Continuò Bill
"Accetto, dove devo firmare?"Disse mio padre sorridendo
Tom tirò fuori un foglio con una penna
Mio padre firmò e tutti si strinsero la mano
Tom mi disse di dargli la mano e me la baciò
Invece il resto dei ragazzi me la strinse e basta
"Bene, ora brindiamo?"Chiese Gustav
Chiamarono il cameriere e chiesero di portare degli alcolici
"Daila, parlami un po' di te"Mi chiese Tom
"Beh, non ho nulla da dire, sono una ragazza come le altre"Dissi
"Ne sei sicura?"Mi chiese
"Sicurissima, ora se permettete vado a fumare una sigaretta"Continuai io
"Ti accompagno"Disse Tom
Uscimmo dal locale
"Mamma mia che strazio, mio padre beve già alle 10 di mattina"Dissi mentre accendevo la mia sigaretta
"Beh, anche noi beviamo alle 10 di mattina"Disse Tom mentre prese il mio accendino dalle mie mani
"Lo so, ma voi siete un conto, mio padre un'altro"Dissi
Vidi Tom fissare il mio volto
"Chi te l'ha fatto?"Mi chiese
"Cosa?"
"Questo, Daila, non sono stupido, l'ho visto da prima ma non potevo chiedertelo davanti tuo padre"Disse indicando il livido che avevo vicino l'occhio.
"Mah nulla, sono caduta ieri sera dalle scale"Dissi mentre facevo un tiro dalla mia sigaretta
"Daila, non te lo chiederò un'altra volta, chi te l'ha fatto?"
"Mio padre..."
Vidi le mani di Tom stringersi a pugno e le nocche diventarono bianche
"Tanto ormai ci sono abituata"Continuai
Lui mi prese la mano
"Bene, di a tuo padre che se ti ritocca con un dito, è morto"Mi disse
Continua...

32 Giorni Di Amore CriminaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora