Isabelle e Simon // Fall in love with a mundane

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Isabelle si posizionò di fronte allo specchio.
Guardò la sua immagine riflessa. I capelli mori le incorniciavano il volto e scendevano fino alla vita, il viso affilato e magro, in cui gli occhi scuri brillavano.
Era una guerriera, una Cacciatrice.
E non lo era solo sul campo di battaglia, contro i demoni, lo era quando si vestiva, quando camminava, quando amava...
Simon.
Il pensiero di lui la colpì violentemente.
Simon.
Il suo odore, la sua pelle così fredda, da vampiro, eppure così accogliente, i capelli in cui aveva affondato le mani le volte che si erano baciati.
Simon.
Il ragazzo che aveva ceduto la memoria, i suoi ricordi, il suo essere vampiro, solo per salvarli. Salvare lei, suo fratello Alec, e tutti gli Shadowhunters da Sebastian e i suoi Ottenebrati.
Simon.
Le mancava così tanto.
E sapere che lui si ricordava a malapena di lei, a causa della perdita della memoria, di cosa erano stati loro, la faceva stare male.
Male così non si era mai sentita, tranne, forse, alla morte di suo fratello Max.
Ma quello era un altro discorso.
I suoi pensieri in quel momento erano incentrati solo su un ragazzo, colui che era stato capace di farle battere il cuore più forte di chiunque altro.
Simon.
Dio, quanto le mancava.
Ma avrebbe lottato, come aveva sempre fatto in tutta la sua vita.
Indosso gli stivali con i tacchi e nascose dentro un pugnale.
Sotto il giubbotto in pelle infilò due spade angeliche.
Era pur sempre una Shadowhunters.
Doveva essere armata.
Uscì a passo svelto dall'Istituto, senza, fortunatamente, incontrare nessuno.
Dovrebbe essere al parco pensò.
Era sempre al parco, ultimamente.
Lei lo aveva visto, nascosta dietro agli alberi, camminare, confuso, calciare qualche sasso, le mani in tasca.
La ragazza camminò svelta. Aveva voglia di vederlo, di incontrarlo, di sentirlo vicino.
A metà strada si bloccò.
Lei era sempre Isabelle Lightwood, un po di dignità!
Da quando correva dietro agli uomini così?!
Simon.
Accelerò nuovamente il passo.
E eccolo lì, seduto su una panchina, la testa china, il cappuccio della felpa chiusa tirato su.
Izzy non riuscì a trattenersi.
Simon! 》urlò.
Il ragazzo alzò la testa di scatto.
《Iz》fece, come stupito.
Isabelle si avvicinò.
《Simon, tu...》
《Mi ricordo di te, Isabelle Lightwood》disse con voce incerta, guardando la ragazza dritta negli occhi.
La ragazza non poté fare a meno di sorridere.
Si ricordava di lei?
Poi, l'espressione di lui cambiò.
《Ricordo》continuò il ragazzo avvicinandosi《che c'erano delle volte che ti prendevo così...》le avvolse i fianchi con le mani《...e poi facevo così》appoggiò le labbra delicate su quelle di lei.
Simon
Un turbinio di emozioni vorticava dentro la testa della ragazza.
Quanto l'aveva aspettato e bramato, quel bacio.
Le labbra di lui accarezzano la bocca di lei gentili, delicate.
Non era esattamente il bacio che Isabelle voleva, ma era meglio che niente.
Lei era abituata alla passione che infuocava le vene, ma avrebbe cambiato tutti i suoi canoni, pur di riavere Simon
Simon.
La mano di Izzy corse al collo del ragazzo.
Sotto la pelle, il sangue pulsava vitale.
È un mondano ora ne aveva la certezza.
Simon
Chiuse gli occhi abbandonandosi a lui, abbandonandosi al mondano.
Perché lui non era un mondano qualunque, era Simon, la persona di cui era innamorata.
Lei, Isabelle Lightwood, era innamorata di un mondano
Simon.

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