Il fumo sale disperdendosi sul soffitto bianco. Erika prende il sigaro con l’indice e il medio destro e lo sposta dalle labbra. Tira giù un sorso di whisky. L’alcol gli scalda la bocca e pizzica la gola. Riavvicina il sigaro e aspira il fumo. Muove la testa a ritmo di musica, la quinta di Chopin. Cala il volume. “Jarvis? Che succede?” si volta verso la tv in fondo “Una nuova notifica signora” “Leggimela” “Ho le informazioni che hai richiesto, Kuro Otoharada è in una taverna su Terra E-001. Allego la posizione”. Erika scatta in piedi, lo sgabello cade per terra. E’ la taglia da 100 M.C. che insegue da due settimane, e si trova su un pianeta a meno di 20 minuti di autobus extra universale. Scola il whisky rimasto. Afferra lo smartphone, la pistola e qualche moneta d’oro. La porta scorrevole si apre al suo passaggio, dietro di lei si chiude. Apre la finestra delle scale e si lancia giù. Le testoline colorate sulla strada si fanno sempre più grandi. “Spazio!” urla prima di rotolare un paio di metri sul marciapiede. “Di nuovo tu ragazzina, hanno inventato le scale secoli fa!” la lucertolona dalle squame afflosciate per l’età la fissa male. Erika corre via, sono le 5/99 e l’autobus passa ogni ora “Se perdo questo, perdo la taglia. Devo usarla”. Un piacevole calore si diffonde dal suo petto, il sangue diventa bollente in tutto il corpo. I fulmini attorno a lei infastidiscono qualche passante “Faccia attenzione umana!” grida qualcuno. Erika si piega sulle gambe, salta e arriva coi piedi più in alto di qualsiasi testona di Tetramand le passi sotto. Alza il pantalone nero e infila la pistola bianca nella fondina. Atterra a pochi centimetri da un Grigino che la fissa spaventato. “Scusi buon’uomo, vado di fretta alla fermata!” e risalta “Sono già le 6/00, dove vuoi…” la voce si disperde nella folla. Come le 6? Avvicina lo smartphone al viso “Cazzo!”. Guarda dritto per dritto, una navicella statale si avvicina alla fermata, una ventina di persone si mettono in fila. “Saranno almeno 200 metri, non ce la farò mai!”.
Quella dev’essere la taverna. Non è niente di sgargiante, una catapecchia di legno antica, un po’ usurata, circondata dal verde della campagna. La porticina di legno stile far west dondola dietro Erika. L’ubriacone alla sua destra butta giù un sorso e le fissa il culo, la bambina a fianco a lui trattiene le lacrime. In fondo c’è qualche Tetramand così in avanti con l’età che la pelle da rossa gli è diventata marrone. Al bancone un altro Tetramand sorseggia un drink verdastro. L’anziano barman la adocchia “Salve signorina” il grosso Tetramand si gira “Cosa posso offrirle?” la fissa. Erika si siede al bancone, un posto distante da lui “Il suo drink più forte” “Oh è sicura signorina?” “Voi forestieri non siete abituati alle nostre erbe eccitanti” è quel Tetramand. “Come fa a dire che sono una forestiera?” “Dal tuo abbigliamento, mingherlina”. Gli occhioni gialli la fissano “L’abbigliamento? Perchè voi come siete vestito? Signor…” “Kuro Otoharada, il Tetramand più influente della città” si aggiusta i capelli con la terza mano. Erika sorride “Kuro Otoharada, il famoso rapinatore di banche?” lui sgrana gli occhi “Deduco che non è forestiera alla città, ma al pianeta”. Il barman le versa il drink erbaggio, lei lo gira con la mano sul bancone “Qual è il tuo universo ragazza?” “Ah, bella domanda. Non ho un universo da molto tempo ormai”. Kuro si toglie la mano dai capelli, avvicina il drink alle labbra e beve un altro po’. Erika fa lo stesso. “Forestiera, viaggiatrice multiversale e giri con una pistola nascosta” la gamba sembra apposto, ma allora “Non si vede niente, ma visto come sei saltata ora so che hai una pistola” si alza dallo sgabello “Sei una cacciatrice di taglie… una Absolute del consiglio del multiverso, vero?”. Erika si alza in piedi, sorride “Il mio informatore ha detto che eri bravo a orchestrare rapine, non a leggere le persone” “Nessun informatore potrà mai riconoscere tutti i miei talenti” mette una mano sotto il bancone. Il barman lo guarda spaventato e si allontana. “Non potrai arrestarmi Absolute, ne ho uccisi già 9 come te” Erika si circonda di fulmini, ride “E loro erano degli utilizzatori di tes?”. Scatta in avanti verso Kuro, lui tira sù la mano dal bancone e si porta dietro un fucile grosso quanto il suo braccio. Erika scatta indietro, il legno sotto i suoi piedi si spacca. Kuro le punta il fucile addosso, è un’arma al plasma! Spara il primo colpo, la piccola sfera luminosa corre verso di lei più veloce di qualsiasi proiettile. Erika concentra la tes nella testa. Il proiettile rallenta, si ferma in aria “Velocizzando il mio cervello avrò più tempo per pensare. La batteria sembra essere di quelle grandi, avrà almeno altri 2 colpi, sempre se non ne ha altre con sè. Questo colpo mi prenderà alla spalla sinistra, se mi sposto di tre metri a destra posso… A quel punto mi basterà… Ok ci sono”. Scatta verso destra, lo sguardo di Kuro non sembra starle dietro. Afferra un tavolino di legno e lo solleva col braccio destro. Abbassa la mano sinistra e scava vicino al calzino, “Eccola” afferra la pistola. Il plasma arriva al muro, scioglie un buco circolare ed infiamma il legno attorno. Erika lancia il tavolo verso Kuro, lo seguono 3 colpi di pistola. Kuro corre in avanti, il tavolo si spacca al suo passaggio e i proiettili gli rimbalzano sui vestiti di pelle pregiati. “Non puoi uccidermi con le tue armi umane!” carica quattro enormi pugni. Ha ragione, con le armi umane non si può fare molto. Erika scatta verso sinistra, schiva i pugni per un soffio. I fulmini si concentrano nel braccio destro, è così caldo che gli sembra stia per andare a fuoco. Kuro si gira e le salta addosso. Erika salta fino al soffitto, i pugni vanno a vuoto. “Delle armi spazio-temporali cosa ne pensi? Speed Force Super Shot!” Erika atterra dietro Kuro. Il braccio diventa una tempesta di fulmini. Gli tira un cazzotto nella schiena. Un boom sonico coperto dalle cuffie isolanti stordisce gli altri nella taverna. Erika è con la schiena per terra, fuori dalla taverna. “Devo lavorare sul rinculo” si rialza. Dietro il varco nel muro fatto con la sua schiena Erika vede la taglia stesa per terra, la testa conficcata nel pavimento e la schiena sanguinante. “Quanto le devo per il drink?”
STAI LEGGENDO
Fuga dal Multiverso: Il Viaggio di Erika C-137
Science FictionUna giovane soldatessa del consiglio del multiverso, scopre da un imperatore multiversale l'esistenza di un antico artefatto che potrebbe riportarla a casa. Adatto agli amanti dei thriller psicologici e della fantascienza