"Tu...Tu...Tu...". Sentii la sveglia suonare per la quinta volta. Si, avete capito bene, l'avevo già rimandata altre quattro volte e quello sarebbe stato solamente il primo giorno di scuola che precedeva un altro anno scolastico infernale. Con la grazia di un elefante mi catapultai giù dal letto per spegnere la sveglia ma nel farlo caddi. "Ottimo, inizia alla grande questo primo giorno", pensai. Mi rialzai da terra e mi diressi in bagno. Dopo essermi lavata mi posizionai davanti lo specchio e per poco non mi spaventai per quello che vidi. Le occhiaie arrivavano fino al mento, i miei lunghi capelli biondi erano scompigliati, il rossetto sbavato e la mia bocca impastata. Presi un dischetto di cotone in mano, ci spruzzai sopra del latte struccante e poi lo passai su tutto il viso. La sera precedente avevo avuto la brillante idea di presentarmi alla festa in spiaggia. Mamma in realtà me lo aveva categoricamente vietato, ma cosa ci potevo fare io? Quella sarebbe stata l'ultima serata prima dell'inverno, l'ultimo divertimento prima che riniziasse la scuola e io sognavo di andarci da quando avevo sette anni. Quella non era una semplice festa, quella era LA feste delle feste. Quella a cui, qualsiasi ragazzino sognava di andare. Così, quando mia mamma si era opposta, avevo pensato : "le conseguenze sono momentanee, i ricordi no". Quella era una delle frasi che mi ripetevo di continuo senza però mai metterle in pratica. Ogni volta c'era qualcosa che mi fermava ma quella sera avevo vinto io. Mi ero messa un vestitino attillato, avevo truccato le mie amiche e , solo dopo averle fatto i complimenti per la loro immensa bellezza, eravamo andate a quella festa. Io e mio fratello eravamo scappati dalla finestra della mia cameretta, avevamo nascosto dei cuscini sotto il lenzuolo, così da far pensare a mia madre che stessimo dormendo. Ovviamente il nostro piano era fallito e avevo avuto l'onore di scoprirlo quando, una volta tornata a casa, alle 3:00 del mattino, mia madre si era messa ad urlare e a inveirmi contro accusandomi dell' "immensa gravità commessa". Ovviamente avevo fatto finta di esser pentita quando in realtà non era così. Quella era stata la notte più bella della mia vita:
fuochi d'artificio, corse con le auto, bagno notturno al mare... Tutte cose che mia madre odiava ma che io amavo, tutto ciò che mi aveva vietato ma che io continuavo a fare.
Le volevo un gran bene ma a volte faceva sì che la sua paura condizionasse la mia vita, viveva nella paura. E io non volevo esser così. Dopo essermi sciacquata il viso, mi ritruccai. Avevo dormito per un totale di tre ore e sembravo uno zombie. Una volta truccata, aprii il mio armadio in cerca di qualcosa da indossare. Questo, era enorme ma, ogni volta, impiegavo mezz'ora per trovare l'abbinamento di vestiti adatto all'occasione. A quanto pare, noi ragazze viviamo tutte la stessa vita. Così, dopo aver disordinato tutto l'armadio, aver provato 3 pufit diversi, optai per un jeans chiaro e un top nero con sopra un giubbino di pelle. Vivevo a Los Angeles, amavo la mia città ma odiavo il clima. La mattina era caldo e afoso e la sera freddo e umido.
Frequentavo il penultimo anno del liceo e avevo intenzione di godermelo al massimo. L'anno successivo ci sarebbero stati gli esami, quindi questo era l'ultimo anno per divertirsi veramente.
« Sarah, sei pronta? Non voglio ritardare di nuovo per colpa tua». Mio fratello mi chiamò. Ero una ritardataria cronica. In un modo o nell'altro, riuscivo sempre a far ritardo. Non importava da quanto tempo mi stessi preparando, per quanto mi riguardava, potevano essere anche tre giorni, io sarei comunque arrivata in ritardo. Dopo essermi vestita, presi lo zaino, scesi le scale di casa e trovai mio fratello in cucina. Stava bevendo del latte accompagnato dai cerali. "Tipico di lui", pensai. Mangiava la stessa colazione da anni. Mio fratello si chiamava Nate,frequentava l'ultimo anno di scuola ed era il sogno e l'incubo di tutte le ragazze. Era più grande di me solo di un anno. Io avevo 18 anni e lui 19. Ero consapevole della sua bellezza: i suoi capelli erano biondi e sulla sua fronte ricadeva un ciuffo, i suoi occhi erano verdi e il suo naso era a dir poco perfetto, prorpio come il mio, doveva essere una cosa di famiglia. Era alto e muscoloso, sembrava uscito da un libro, da un film e, devo ammettere che, se non fosse stato mio fratello, anche io me ne sarei innamorata. Questa però era la parte bella di lui, per quanto riguarda il suo carattere, bhe... Mio fratello era ed è un vero stronzo, si comportava da stronzo con tutti tranne che con me e con le persone a cui teneva veramente: la nostra famiglia e i nostri amici. Lui era fatto così, se riesciuvi a entrare nel suo cuore, ci tieneva davvero a te e si sarebbe gettato nelle fiamme pur di farti stare bene ma se non lo conoscevi, o se gli stavi antipatico, non potevi aspettarti un buon trattamento. Ah, dimenticavo... un'altra lato del suo carattere è che era molto ma molto geloso nei miei confronti. La prima volta che portai un ragazzo a casa gli pose mille domande solamente per capire se era affidabile e se fosse la persona giusta. Ovviamente aveva detto di no e io non lo avevo ascoltato. Il suo sesto senso però non si sbagliava e ne avevo avuto la conferma qualche mese dopo, quando avevo scoperto che mi aveva solamente usata. Mio fratello mi era stato accanto tutto il tempo e aveva cercato di rallegrarmi ogni minuto. Mi portava persino la colazione a letto purché io mangiassi, cosa perniente scontata visto che stiamo pur sempre parlando di lui. Io e lui litigavano molto spesso per le sciocchezze ma ci volevamo un bene dell'anima. Quando uno dei due stava male, c'eravamo sempre l'uno per l'altra. Mio fratello era ed è la persona più importante della mia vita, per lui mi getterei nelle fiamme, darei fuoco al mondo intero purché lui stia bene.
Mi avvicinai all'isola della cucina e presi dal cesto di frutta moderno una mela.
«Pronto per il tuo ultimo anno scolastico?» gli chiesi, subito dopo addentai la mela.
«Non ne parliamo, dopo la sbronza di ieri, questo sarà un ultimo primo giorno di scuola del cazzo» Rispose. La sera precedente, anche lui era venuto alla festa e si era guadagnato come me una bella ramanzina.
Quando Nate finì di mangiare ci dirigemmo verso la sua macchina. Aveva una ferrari SF90 stradale rossa. Quella macchina era sempre stata il suo sogno, se l'era meritata.
Nonostante noi provenissimo da una famiglia benestante, si era comprato quella macchina da solo. Mio fratello voleva essere indipendente economicamente e voleva conprarsi quella macchina con i suoi soldi, per comprarla aveva iniziato a mettere sa parte i soldi dal suo ottavo compleanno. Aveva lavorato ogni giorno dal suo quindicesimo, e infine era riuscito a permettersela. Lo ammiravo per non essersi mai arreso. Quando mia mamma aveva visto mio fratello tornare a casa con quella macchina era andata su tutte le furie, aveva paura si potesse far male. Io però capivo perfettamente mio fratello, capivo l'adrenalina che provava, amavo quella sensazione. Amavo guidare, spingere il piede sull'acceleratore e vedere i miei problemi scomparire, forse, sovrastati dal rombo dell'auto. Non faceva guidare quella macchina quasi a nessuno e ne era estremamente geloso. Io e i suoi migliori amici eravamo gli unici a poterla guidare oltre a lui. Io e Nate eravamo entrambi molto appassionati di macchine e di moto, quella era una delle poche cose che avevamo ereditato da nostro padre. Sin da quando eravamo piccoli guardavamo la Formula 1, la Nascar e il Motogp.
Mio fratello accese il motore della macchina e dopo 10 minuti arrivammo a scuola.
Li trovai Allison che tutti noi chiamavamo Ally, Janet e Abby, le mie migliori amiche. A canto a loro Aaron e Will, i miei amici nonché migliori amici di mio fratello. Solitamente andavo più d'accordo con i maschi che con le femmine ma avevo trovato le mie amiche e con loro stavo davvero bene. È da quando ne ho memoria che io e mio fratello frequentiamo lo stesso gruppo di amici e negli anni precedenti si era creato quello. Con loro mi trovavo davvero a mio agio, potevo parlare di quello che volevo e chiedere consigli senza sentirmi a disagio.
Ally era bionda, i suoi occhi erano verdi, il suo fisico snello e longilineo. Di lei amavo la perseveranza nel raggiungere gli obbiettivi e la sua disciplina. Janet era castana e dagli occhi verdi, era alta e snella. Era veramente molto bella e spesso mi paragonavo a lei. Janet era molto sensibile e, con un solo sguardo, riuscivamo a capirci. Di lei amavo la sua spontaneità e il fatto che si facesse scivolare le cose addosso. Abby era castana e i suoi occhi erano marroni, era alta e formosa ma allo stesso tempo snella. Amavo il fatto che quest'ultima fosse sempre solare e raggiante e sapesse consolare tutti nel modo giusto.
Aaron era un ragazzo biondo dagli occhi azzurri. Per lui ogni momento era giusto per una battuta. Rideva anche nei momenti meno opportuni ma era fatto così e io lo apprezzavi per ció che era.
Will era castano, i suoi occhi erano marroni, il suo corpo muscoloso. Era molto alto, circa un metro e novanta e ogni volta mi ripeteva che ero una "nanetta da giardino", soprannome che avevano iniziato ad usare anche gli altri. Non era affatto vero, io ero alta un metro e sessantasei, era lui ad esser troppo alto, non io a esser troppa bassa. Era un ragazzo molto bello e attraente. In seconda e in quinta elementare eravamo fidanzati ma crescendo lo avevo iniziato a vedere solo come un amico. Per me era come un fratello, non avrei mai immaginato una relazione con lui.
«Finalmente siete arrivati!» Esclamò vedendo me e Brian arrivare.
« La nanetta da giardino ha deciso di far ritardo, di nuovo» Rispose mio fratello. Odiavo quel soprannome.
« Punto primo: ti ho detto un milione di volte di non chiamarmi così. Punto secondo: sono in perfetto orario»
«Ok, nanetta da giardino» Mio fratello stava mettendo a dura prova la mia pazienza quella mattina. Gli tirai uno schiaffetto sulla spalla che, visto le sue prestazioni fisiche, non gli provocò il minimo dolore.
«Allora, il vostro piano di ieri sera ha funzionato?» Ci chiese Janet riferendosi ai cuscini sotto il lenzuolo.
«Direi proprio di no, nostra madre ci ha fatto una ramanzina che è durata ben 45 minuti. Quantomeno non si è accorta che ero ubriaco. Sono proprio un attore nato» Rispose mio fratello con sarcasmo e egocentrismo.
«Io avevo detto che quel metodo non avrebbe mai funzionato » proseguì Aaron.
« I cuscini erano messi alla perfezione, se non avesse alzato il lenzuolo del letto non se ne sarebbe accorta» Replicai io.
« Siete proprio due casi persi» scosse la testa Abby sorridendo.
Inprovvisamente suonò la campanella che segnava l'inizio delle lezioni scolastiche e tutti noi ci dovettimo separare. Raggiunsi l'aula di scienze, lì passai le due ore seguenti. Quando la lezione giunse al termine, tirai un sospiro di sollievo e mi diressi verso la palestra pronta ad affrontare la lezione di scienze motorie.
La scuola era riniziata da solamente due ore e io ero già stanca di vedere la maggior parte delle facce dei miei compagni e dei professori. Entrai in spogliatoio e mi cambiai, poi entrai in palestra. Iris , una ragazza che frequenatva quel corso insieme a me e che mi era molto simpatica, mi raggiunse. Ci scambiammo un abbraccio per salutarci e poi parlammo un pò. Il professor Sánchez ci disse di iniziare a riscaldarsi e così, una di fianco all'altra, iniziammo a correre. Inutile dire che dopo tre minuti dovettimo rallentare il passo per non sentirci male.
« Ma Sánchez ha intenzione di farci morire il primo giorno di scuola?» chiese ironicamente la mia amica.
« Visto e considerato di chi stiamo parlando, sarebbe seriamente capace di portarci allo sfinimento » Risposi respirando a fatica.
«Quel professore è frustrato. Sudo di più per prendere una suffucienza nella sua materia che in inglese. In tutti i sensi» Continuò lei.
« Lo sai che sceglie i voti in base alla simpatia, Ha delle preferenze, lui è fatto così ed è un vero stronzo» Proseguii io.
« Già e a proposito di preferenze, ti sta fissando dall'inizio della lezione» Nel sentirmi dire quelle parole mi voltai e lo colsi di sorpresa. Mi stava guardando. Sperai fosse uno scherzo. Il professor Sánchez era giovane, aveva una trentina di anni ed era attraente ma mai e poi mai mi sarei immischiata in una relazione con lui!
« Starà solamente guardando come eseguiamo l'esercizio»
«Sisi e scommetto che ci vuole mezz'ora per capire che lo stiamo eseguendo malissimo, è una semplice corsa non un triplo salto»
Iris non aveva tutti i torti.
«Lui è fatto così. Dicono che abbia tradito la moglie» mi disse.
« Poverina, non oso immaginare come si possa sentire. È un vero stronzo»
«Puoi dirlo forte»Passarono altre ore e poi, finalmente, uscii da quel posto. Mi diressi verso la macchina di mio fratello, era già al volante, mi stava aspettando, come sempre.
La mensa sarebbe diventata attiva solamente durante i due giorni a seguire quindi decidemmo di andare con i nostri amici al Mc Donald.
Ordinai un panino e una bottiglietta d'acqua, poi ci riuniamo attorno a un tavolo per parlare.
« A voi com'è andato questo primo giorno di scuola?» Chiesi addentando il mio panino.
« Di merda. La prossima settima avrò due test e dei compiti delle vacanze non ho fatto un cazzo» Rispose Will.
« Lo sappiamo, questa estate hai visto più le discoteche che la tua famiglia» Disse Aaron, aveva sempre la battuta pronta. James sbuffò.
« Questa sera ci andiamo alla festa?»
Chiese Abby.
«Quale festa?» Chiesi io.
« Quella di inizio anno per quanto riguardo le corse, dicono sia una figata quest'anno» Rispose Nate.
Mi sono dimenticata di dirvi una cosa... Io e i miei amici partecipavamo a gare clandestine e gareggiavamo con moto e macchine.
« Cavoli, me n'ero competente dimenticata. Non penso di poter venire, se mia madre lo scopre, è la volta buona che ci chiude in casa a vita» Risposi io.
« Io vado» Si intromise mio fratello e mi girai per guardarlo con occhi spalancati.
«Che c'è?» Mi chiese masticando.
« Sei impazzito o cosa? Dopo ieri sera, cosa pensi che faccia mamma se scoprisse che andassimo a un'altra festa?»
« È il mio ultimo anno di scuola, voglio godermelo.»
Mio fratello non aveva tutti i torti ma nemmeno tutta la ragione.
Mi rigirai verso gli altri.
«Io e Janet ci siamo» Rispose Ally.
« Anche noi ragazzi veniamo»
Tutti si girarono per guardarmi come se stessino aspettando una mia risposta, sperando in un mio "si".
« Non mi guardate così, vi ho già detto cosa penso»
«Eddai Sarah, sarà una serata fantastica» Cercò di convincermi Janet.
Forse però sarei potuta andare...
« Non lo so, cosa dico a mia mamma?»
« Che vieni a dormire da me» Rispose Abby.
«Eh va bene, va bene. Ci sono anche io» Mi convinsero.
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Attracted hearts
RomanceCosa accade quando ci si innamora di un ragazzo della gang rivale? Cosa accade quando si è ricchi, i classici figli di papà, ma all'oscuro dei genitori si conduce anche un'altra vita? Cosa accade a chi va contro tutto e tutti? A chi infrange le rego...