Martina scese poco dopo. Era una ragazza dai capelli marroni e gli occhi scuri, l'esatto opposto di me, bionda con gli occhi celesti. Si avvicinò a Dadda con un'aria sicura e altezzosa, ignorandomi completamente.
"Amore, cosa ci fai qui? Sei venuto per portarmi dei fiori?" chiese Martina con tono sarcastico.
"No, Martina," rispose Dadda con calma. "Sono qui per chiudere la nostra relazione. È finita."
Martina sgranò gli occhi, sorpresa e furiosa. "Chi è quella ragazza nella tua macchina?" chiese, indicando me.
"È Aurora, la sorella del mio migliore amico, Riccardo. E... la ragazza con cui mi sono divertito," rispose Dadda, cercando di mantenere la calma.
Martina mi guardò con disprezzo. "Insopportabile già dalla presenza," sibilò.
Non potei trattenere la rabbia. Scesi dalla macchina e mi avvicinai a Martina. "Scusa, puoi ripetere?"
Martina alzò un sopracciglio e rispose, sicura di sé. "Perché dovrei ripeterlo? Lo hai sentito forte e chiaro."
L'ira esplose dentro di me e prima che potessi controllarmi, la presi per i capelli e la trascinai verso di me. La rabbia di Martina si manifestò in un pugno nello stomaco che mi fece piegare in due dal dolore. Dadda cercò di calmarci, ma non ci fu modo.
Alla fine, disperato, prese il telefono e chiamò Riccardo e Simone. Il sangue iniziò a colarmi dal naso e la vista si offuscò. Sentivo le voci confuse di Dadda e Martina che litigavano.
Quando Riccardo arrivò, corse subito verso di me. "Aurora, andiamo in ospedale," disse, visibilmente preoccupato.
Prima di andare, lanciai una pietra verso Martina, colpendola e facendola cadere priva di sensi. Il mio respiro si fece più affannoso e cominciai a sentirmi sempre più debole.
Riccardo e Dadda mi aiutarono a camminare verso la macchina. "Devi andare in ospedale," insisteva Riccardo, ma io continuavo a dire che stavo bene. Tuttavia, prima di riuscire a entrare in macchina, crollai a terra, svenendo vicino alla macchina di mio fratello.
L'ultima cosa che ricordo fu il suono preoccupato delle loro voci. Forse, pensai mentre tutto si faceva buio, questo pomeriggio indimenticabile aveva davvero avuto più sorprese di quanto avessi immaginato.
Quando aprii gli occhi, la luce bianca del soffitto dell'ospedale mi accecò per un momento. Sentii una presenza al mio fianco e la voce di Dadda che disse, con un tono leggero ma preoccupato: "Buongiorno tesoro, finalmente sei sveglia. Ci hai fatto preoccupare."
Prima che potessi rispondere, sentii la voce di Riccardo tagliare l'aria con gelosia. "Dadda, smettila di parlare così con mia sorella."
La tensione tra i due era palpabile. Iniziarono a litigare, con Riccardo che difendeva il suo ruolo di fratello protettivo e Dadda che cercava di spiegare il suo comportamento. La situazione si fece rapidamente insostenibile.
Simo, che era rimasto in disparte, capì che la loro lite mi stava infastidendo. Provò a calmarli, ma senza successo. Alla fine, persi la pazienza e urlai: "Basta! Uscite tutti e due dalla stanza!"
Riccardo e Dadda si guardarono, sorpresi, ma rispettarono la mia richiesta e lasciarono la stanza, borbottando ancora tra di loro.
Rimase solo Simo con me. Si avvicinò al mio letto e prese la mia mano. "Non piangere, Aurora. Non voglio vedere i tuoi diamanti piangere."
Le sue parole gentili e sincere mi fecero sentire un po' meglio. "Mi prometti che non mi abbandonerai mai?" chiesi, cercando conforto nei suoi occhi.
Simo sorrise e strinse la mia mano più forte. "Perché dovrei abbandonarti? Ricordati che io sono la tua spalla destra. Potrai sempre contare su di me, perché siamo fratelli."(emh simo.. coff coff sarete più che fratelli, c'è come dire ecco..)
Simo era sempre stato lì per me, e sapere che non mi avrebbe mai lasciata mi dava una grande forza.
Mentre parlavamo, sentii bussare alla porta della stanza. Era Riccardo, con un mazzo di fiori in mano. "Posso entrare?" chiese, con un tono più dolce e umile.
Annuii e lui entrò, avvicinandosi al mio letto. "Ti ho portato questi," disse, porgendomi i fiori. "Mi dispiace per prima."
I miei occhi si riempirono di lacrime, ma questa volta erano di commozione. Riccardo non mi aveva mai portato dei fiori prima, e quel gesto mi toccò profondamente. "Grazie, Richi," sospirai, accettando il mazzo.
L'atmosfera nella stanza si calmò e, finalmente, sentii che tutto sarebbe andato bene.
Simo, intuendo le intenzioni di Riccardo, si alzò e uscì dalla stanza con un sorriso complice. Riccardo si sedette accanto a me e prese una profonda inspirazione. "Aurora, mi dispiace per prima. Non avrei dovuto litigare con Dadda davanti a te. Abbiamo scritto questo messaggio insieme."
Mi porse il telefono e lessi il messaggio. Era una lunga nota, piena di scuse e sentimenti sinceri, che spiegava quanto ci tenessero a me e quanto fossero dispiaciuti per avermi fatto preoccupare.
Quando finii di leggere, Dadda entrò nella stanza, un po' imbarazzato. Si avvicinò e mi abbracciò forte. "Scusami, Aurora."
Prima che potessimo dire altro, un'infermiera entrò e ci disse che potevo tornare a casa. Dadda esclamò di gioia, "Finalmente, odio gli ospedali!"
Ci mettemmo tutti nella macchina di Dadda, pronti a lasciare l'ospedale. Mentre ci sistemavamo, Simo propose: "Posso dedicarvi una canzone?"
Sorrisi e scherzai: "Ora ci dedicherà 'La vecchia fattoria' oppure 'Bambola'!"
Tutti scoppiarono a ridere, ma Simo mantenne un'espressione seria. "No, veramente sono serio, giuro."
Riccardo ridacchiò. "No, non sei serio, sei Simone il cretino."
Simo, ridendo, fece partire la canzone. Era "Buon viaggio" di Cesare Cremonini. Iniziammo tutti a cantare, lasciando che la musica riempisse l'auto e alleggerisse l'atmosfera.
Dopo un po', Riccardo disse a Dadda: "Aurora dovrà dormire da te stanotte perché io devo partire."
Simo, con un ghigno, aggiunse: "Dai, Dadda, puoi ricavarci qualcosa."
Riccardo lo interruppe bruscamente. "Non dovrete fare niente perché spezzo Dadda."
Arrivati a casa di Dadda, salimmo tutti. io mi sistemai sul divano e Simo, con il suo solito tono canzonatorio, disse: "Aurora, preparati che presto salterai sul letto di Dadda."
Gli tirai un cuscino, ridendo. "Cretino, smettila!"
Riccardo e Simone risero ancora un po' e poi si congedarono, lasciando me e Dadda soli in casa.
Dadda si sedette accanto a me, pronto a spiegarmi qualcosa, ma notò che i miei occhi si stavano già chiudendo. Prima che potesse dire altro, mi addormentai.
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ℋigh ℐnfedelity/ 𝒟aniel 𝒟'addetta
Fanfiction«𝒜:there'll be happiness after you, but there was happiness because of you» « 𝒟: 𝒜urora Is just shit we're dividing up » Aurora è la sorella di Riccardo, famoso youtuber che lavora con Daniel. Grazie a lui, Aurora entra nel mondo del fratello...