Twenty stitches in a hospital room

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Riccardo's Pov:

Guidavo in silenzio, le mani salde sul volante, mentre la strada di Milano scorreva veloce sotto le ruote. Le luci della città brillavano fuori dal finestrino, ma io ero concentrato su una sola cosa: capire cosa stava succedendo davvero tra Aurora, Simone e Dadda. Qualcosa non quadrava, e la mia preoccupazione come fratello maggiore non mi dava tregua.

c'era una domanda che mi bruciava dentro, una che non avevo ancora avuto il coraggio di fare. Tuttavia, non potevo più ignorarla. Mi schiarì la gola e decisi di andare dritto al punto.

"Simone," iniziai, cercando di mantenere la voce neutra, "quella sera in discoteca... quando siete tornati tutti e tre insieme... che cosa avete fatto? Non ditemi che avete fatto una roba a tre."

Dissi quelle parole quasi per scherzo, sperando di ottenere una risposta veloce e rassicurante. Ma non fu così. Sentii Simone irrigidirsi al mio fianco, e quando lo guardai, vidi che non riusciva a guardarmi negli occhi. Era come se fosse stato colto in flagrante, come se avessi appena toccato un nervo scoperto.

Simone aprì la bocca per rispondere, ma la chiuse subito, senza emettere un suono. Il suo sguardo era perso, indeciso, come se stesse cercando disperatamente le parole giuste. Ma il silenzio era già una risposta sufficiente.

Lo fissai, cercando di controllare l'ondata di rabbia che mi stava montando dentro. "Simone..." dissi, con il tono più duro, "non mi dirai che è successo davvero."

"Riccardo, non è così semplice..."

"Non voglio sentire scuse," lo interruppi, "Ti prego, dimmi se avete fatto una cosa a tre. È quello che mi preoccupa di più. Non posso lasciar correre finché non so la verità."

Simone deglutì, i suoi occhi evitavano il contatto. "Aurora era consapevole di quello che è successo. Dopo la serata in discoteca, ... siamo finiti tutti e tre insieme. È stato un errore enorme. Lei ha fatto un test di gravidanza il giorno dopo. Per fortuna era negativo."

Mi sentii gelare. Le parole di Simone mi colpirono come un pugno nello stomaco. Era confermato: la mia preoccupazione più grande si era avverata. Tutto quello che avevo temuto era reale. "Quindi è vero," dissi, la mia voce che tremava di rabbia e delusione. "Avete veramente fatto qualcosa del genere."

Simone abbassò la testa, visibilmente sconvolto. "Non c'era intenzione di farle del male, Riccardo. La situazione ci è sfuggita di mano. Non avremmo mai dovuto arrivare a questo punto."

Le sue scuse non erano sufficienti. "Quindi non solo avete violato i suoi confini, ma avete anche messo a rischio la sua salute e il suo benessere," dissi, la frustrazione che esplodeva dentro di me. "E tu pensi che tutto questo possa essere giustificato da un errore? Cosa pensavi che avresti ottenuto con una situazione del genere?"

Simone cercò di difendersi, ma il peso della verità era schiacciante. "Non eravamo lucidi cazzo eravamo ubriachi, Riccardo. Non eravamo in grado di prendere decisioni razionali. È stato un momento di confusione totale."

"Confusione totale?" ripetei, il mio tono che si alzava. "E cosa succede ora? Come pensi di rimediare a tutto questo? Aurora sta cercando di superare una situazione che l'ha ferita profondamente, e tu mi stai dicendo che era solo confusione?"

Simone sembrava completamente abbattuto, e il suo silenzio confermava la gravità della situazione. "Farò tutto il possibile per rimediare a questa situazione e assicurarmi che Aurora non debba mai affrontare qualcosa del genere di nuovo," disse infine, la voce rotta dal rimorso.

"Bene," risposi, cercando di mantenere la calma. "Perché dovrai fare di più. Dobbiamo fare in modo che Aurora non sia mai più messa in una situazione del genere. E io sarò sempre vigile per garantire che non accada mai più."

ℋigh ℐnfedelity/ 𝒟aniel 𝒟'addettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora