Capitolo 1

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Pov: Ayla
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La struttura del Kalu's College si erge dinnanzi a me in tutta la sua grandezza: un imponente castello ottocentesco, roccioso e dal color rugine si districa al centro di un grande prato verde. L'erba fitta si estente in delle collinette fino al di là del bosco e alcuni sentieri indicano la via per non perdersi nell'ignoto.
Per qualche miglio non ci sono altro che alberi, ci troviamo in una zona periferica di Edimburgo.
Il grande cancello di ferro mi ha accolto all'entrata, e dopo aver passato due fontane al centro del giardino, mi trovo nel cortile che pullula di studenti.

Il college è una struttura privata che gode dei migliori corsi di studi della città; dotata di dormitori, laboratori, biblioteche e tutto ciò che occorre per accogliere al meglio lo studente e non farlo scappare dopo la prima lezione.

Ho deciso di trasferirmi qui dopo la morte di mia madre, avvenuta qualche mese prima. Dopo aver preso una pausa dallo studio, ho deciso di trasferirmi e cambiare ambiente. Dovevo allontanarmi. Mi è dispiaciuto lasciare solo mio padre, ma so che se la caverà anche senza di me. Il lavoro lo terrà occupato.

Non sarà semplice ambientarsi in questa nuova realtà.

Guardo fuori dal finestrino della limousine che mi ha accompagnata sino al cortile e, dopo la sosta, scendo dalla vettura.

I miei tacchi a spillo sprofondano nel pietrisco che costituisce il cortile dell'istituto e per poco non inciampo, solo per fare qualche passo che mi separa dal cemento liscio che si trova davanti il portone d'ingresso.

Una smorfia si dipinge naturalmente sul mio viso; ormai il tacco nero lucido si sarà graffiato.

Ad attendermi davanti al portone c'è il preside Gillian.

«Signorina Graves, è un onore per noi averla qui», mi accoglie un uomo sulla quarantina, alto, capelli neri brizzolati.

Gli vado incontro, lisciando le pieghe della mia gonna, e gli stringo la mano in una presa gentile.

«La ringrazio, l'onore è mio di poter studiare qui e rendere vivo il ricordo di mia madre».

«Le faccio le mie condoglianze. Deva mancherà a tutti noi, è stato un pilastro di questo istituto».

La sua voce è morbida e il suo sorriso rende visibile delle piccole rughe agli angoli della bocca. Ma i suoi occhi, sono del colore del ghiaccio. Sembrano così freddi che una folata di vento mi fa rabbrividire fino a stringere le cosce tra di loro.

«Vuole seguirmi? L'autista porterà le sue valigie in camera».

Annuisco soltanto e lo seguo all'interno.

Il tetto alto mi accoglie in un ambiente maestosamente enorme, le pareti sono state ritrutturate e al posto della stessa pietra grezza che dipinge la struttura da fuori, ci sono delle semplici mura lisce color crema, che donano un aria eterea. Il corridoio è riempito da qualche studente in divisa, che chiacchiera o si dirige a lezione.

Nel frattempo il preside Gillian rallenta la sua camminata fino ad affiancarmi.

«Può passare domani nel mio ufficio per firmare alcune pratiche, nel frattempo oggi può sistemarsi nella sua stanza. Anne le farà vedere dove si trova».

Mi indica la segreteria alla nostra destra.

«La ringrazio», sorrido cortesemente.

«Ci vediamo», dopodiché si dilegua.

Busso due volte in segreteria prima di sentire un "Avanti", così spingo la porta per entrare.

«Salve. Sono Ayla Graves, la nuova studentessa. Avrei bisogno dell'orario delle mie lezioni e delle indicazioni per trovare la mia stanza».

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