Capitolo 1

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La seduta dalla psicologa era quasi finita, mancavano poco più di dieci minuti.

Svetlana era un mix di emozioni, triste, felice, sollevata, dispiaciuta. Era l'ultima volta che avrebbe visto la Signora RoseMary, la psicologa. Una donna di mezza età, un po' paffutella e molto molto dolce. L'aveva capita fin dal primo sguardo, Svetlana era come un libro aperto, a lei non poteva nascondere nulla.

"Bene Svetlana, questa è la nostra ultima seduta." sospirò RoseMary.

"Lo so" Svetlana abbassó lo sguardo.

Non voleva che finisse così, ormai dopo quasi due anni, era come abbandonare la propria madre.

"Hai il mio numero e anche il mio indirizzo, per qualsiasi cosa sono qua" sorrise amorevolmente RoseMary.

"Grazie Rose" la andò ad abbracciare, la mora. Con uno sguardo triste si alzo dalla poltrona e si diresse alla porta bianca. Guardó per l'ultima volta la donna e varcò la soglia, lasciandosi dietro tutte le emozioni.

•••••••
Cassandra era seduta sul lettino bianco, con le gambe pallide al petto e lo sguardo perso nel vuoto.

Pensava, non aveva fatto altro in questi tre anni. Tre anni chiusa la dentro, tre anni di pillole e giochetti, non aveva ancora compiuto i diciotto anni e la facevano stare con quelli della sua età. Malati di mente, alcuni più di altri.

Si stava riprendendo, sempre di più, sempre meglio e non vedeva l'ora di uscire da li. Voleva trovarsi una casa, un lavoro e magari un fidanzato.

"Cassandra, le tue medicine" disse una piccola ragazza, facendo capolino nella sua stanza.

"Grazie Katrine" sorrise, era un sorriso spento, privo di qualsiasi sentimento.

Cassandra allungó le braccia e Katrine le passó l'acqua e le due piccole pillole color rosa. Si mise le pillole in bocca e con un gesto fulmineo ingurgito la poco acqua nel bicchiere, facendole andare giù per la gola.

"Si sa già quando posso andarmene?" disse Cassandra, guardando Katrine con un velo di speranza. Speranza, voleva uscire e sperava che l'avrebbero fatta uscire presto.

"Non ti dovrei dire ancora niente, ma...i medici dicono al tuo diciottesimo compleanno. Bisogna essere maggiorenni per uscire, ricordi?"  disse Katrine, sedendosi vicino alla bionda.
Katrine le aveva parlato molte volte di queste "regole".

"Manca solo una settimana" sorrise al pensiero.

"Esatto. Resisti ancora sette giorni?" Katrine fece un occhiolino alla bionda e le sorrise, per poi sparire dietro la porta.

"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Cassandra, tanti auguri a te"

Cassandra si svegliò di soprassalto sentendo la voce, mise a fuoco la stanza, il suo sguardo si spostava da una parte all'altra della stanza cercando di inquadrare la piccola figura.

Era Katrine, con in mano un piccolo muffin con una candelina sopra.

"Auguri Cassandra" sorrise Cassandra, era il suo diciottesimo compleanno. Ora poteva uscire, andare via per sempre.

"Grazie Katrine" sulla guancia della bionda scivolò una lacrima, una lacrima di gioia.

Cassandra abbracciò di slancio Katrine e le lasciò un dolce bacio sulla guancia.

"Ti ho preparato di già le valigie. E ti ho lasciato dei vestiti sulla poltrona. Fai una doccia e cambiati, poi vieni sotto davanti l'entrata. Ti aspetterò li" la bionda annuii e si diresse nel bagno, prendendo i vestiti posti sulla poltrona.

Finii la doccia e si vestii, iniziando a phonarsi i lunghi capelli.

Tornò in camera e prese la valigia.

"Ciao Cassandra, ti sono mancato?" quella voce, la sua voce, roca e fredda come un pezzo di ghiaccio. "No, lui è morto" pensò la bionda, andando a schiacciarsi sul freddo muro, stringendo i capelli da nervosismo e dalla paura.
Era tornato, magari più forte, magari più malato.

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Finalmente ho rimesso i capitoli 😁, spero di avere di nuovo ispirazione per continuare questa storia.

Now it's my turn [sequel Are you my spy?]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora