VI

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La riunione era ormai conclusa, e uno alla volta gli ospiti avevano lasciato la casa. Anche Lucius e Narcissa se ne andarono, probabilmente per svolgere una missione per i Mangiamorte.

Erano le dieci di sera quando scesi in cucina, mentre Draco stava finendo di cenare. Stavo per prendere una mela quando mi venne un pensiero.

"Draco."

Si voltò verso di me con uno sguardo infastidito.

"Che vuoi?"

"Lucius e Narcissa resteranno qui per la notte?"

"No. Perché lo chiedi?"

Mi lanciò un'occhiata sospettosa.

"Per sapere."

"Si ora lo sai quindi lasciami in pace."

io sbuffai e dissi
"Si ora ti lascio leggere il tuo stupido libro in santa pace."

"Mh."

Draco sembrava distratto, intento a leggere un libro, cosa insolita per lui. Notai le chiavi di casa appoggiate accanto a me. Con la scusa di sbucciare la mela, le presi con discrezione e le infilai nella tasca. Sistemai il piano della cucina e lentamente tornai nella mia stanza.

Una volta dentro, chiusi la porta a chiave, presi un borsone e vi misi l'essenziale: la bacchetta, qualche cambio di vestiti, e altri oggetti indispensabili. Nascosi poi il borsone sotto il letto.

Aspettai fino a mezzanotte per assicurarmi che Draco dormisse. Mi avvicinai alla porta della sua stanza e sbirciai attraverso la fessura, notando che era ancora sveglio, immerso in quello strano libro. Feci un passo indietro, ma il rumore che feci lo allertò, e si voltò verso la porta. Senza pensarci, mi girai e corsi verso le scale. Sentii Draco uscire rapidamente dalla sua stanza, come se sapesse già cosa stessi cercando di fare.

Arrivai alla porta d'ingresso, lui era a un passo da me. Aprii la porta, scivolai fuori e la chiusi in fretta, poi estrassi le chiavi dalla tasca e chiusi a chiave la porta, intrappolandolo all'interno. Sapevo che i miei genitori avevano altre chiavi, ma almeno per ora nessuno era in casa.

Da dietro la porta, Draco urlò furioso.

"Torna qui!"

"Vaffanculo, Draco."

Corsi più lontano possibile, senza una meta precisa, percorrendo strade che mi sembravano tutte uguali, anche se le case cambiavano a ogni svolta. La pioggia cadeva senza tregua, e il mio vestito e le scarpe erano ormai completamente zuppi. Corsi finché non ebbi più fiato, fermandomi solo quando non riconoscevo più la strada di casa.

Mi accovacciai sul marciapiede, con il borsone sulle ginocchia e la testa appoggiata sopra, cercando di riprendere fiato. Rimasi lì, sola, con il cuore che ancora batteva freneticamente.

Dopo un'ora trascorsa in quel modo, ormai esausta, sentii dei passi avvicinarsi. Alzai lo sguardo, impaurita, per scoprire chi fossero. Mai mi sarei aspettata di vedere chi avevo davanti a me.

 "Non ti farò del male" (Severus Piton x OC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora