Capitolo 1

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Oggi è mercoledì... e sono passati due giorni da quando ho iniziato a lavorare su quel progetto, dovrei intervistare una persona per sapere meglio cosa successe a Jenna la notte del 16 marzo 2015. Beh, in realtà sono molte le persone che dovrei intervistare, ma la principale è Kevin Dalton, l'unico della famiglia che non ho conosciuto direttamente ma bensì solo attraverso voci. Jenna mi parlava spesso di suo cugino ma non me lo presentò mai, so che è alto, ha i capelli castani e gli occhi verdi nocciola. Adesso però, mi ritrovo a camminare sul marciapiede col telefono in mano verso casa Dalton. Non presi la moto perché le nostre abitazioni non distano molto, perciò è anche una buona scusa per fare due passi. Arrivo di fronte al vialetto della casa che ormai conosco quasi quasi a memoria, per quante giornate io ci abbia passato con Jenna. Poso il telefono nella tasca posteriore dei miei jeans e mi avvicino alla porta di ingresso. Citofono, e dopo un paio di secondi una signora a me sconosciuta mi apre la porta <<salve, scusi il disturbo. non c'è Kevin a casa?>> chiedo facendo prima un sorriso di cortesia <<ciao, certo...lui è di sopra, se vuoi te lo chiamo>> 

<<si grazie>> dissi per poi attendere di nuovo alcuni istanti, quando un ragazzo di più o meno la mia stessa età appare sulla soglia a fissarmi curioso <<ciao, saresti?>> chiede squadrandomi 

simulo un piccolo saluto con la mano per poi parlare << sono una studentessa della ST.Mary e vorrei farti un paio di domande per un.. ecco...diciamo un progetto scolastico>> 

<<e cosa riguarda questo progetto scolastico?>>

<<Jenna.>> rispondo velocemente e il suo sguardo si incupisce

<<non ho intensione di parlare con una sconosciuta di quello che successe a mia cugina, arrivederci>> fa per poi chiudere la porta

<<aspetta!>> metto un piede avanti per impedirglielo, e lui seccato riapre la porta. Io non gli do il tempo di spiegazioni che attacco subito a parlare << sono Kylee... ricordi no? La sua vecchia migliore amica>> subito dopo queste parole sembra calmarsi un po' <<sei proprio come ti descriveva>> dice fissandomi con attenzione

<< e perciò un paio di domande mi sono concesse?>> 

<<sì, entra>> si sposta di lato in segno di farmi passare e mi accompagna in salotto <<stavo facendo del tè ne vuoi un po'?>>

<<oh no grazie, non mi piace molto il tè>>

<<come a Jenna>> dice fissando il vuoto pensieroso

<<già...comunque, sei libero di scegliere se rispondere alle mie domande o meno>> annuisce in senso di apprensione <<è un problema se registro l'interrogatorio? Così posso lavorarci dopo>>

<<certo fai>> e allora prendo il telefono e faccio partire la registrazione

<<dov'eri la notte del 16 marzo 2015?>> passo subito al discorso

<< lo ricordo perché anche la polizia me lo chiese, ero a casa malato e con me c'erano i miei e Maria>> dice sincero

<<Maria?>> 

<<la donna delle pulizie, quella che ti ha aperto prima>> 

<<okay... e invece sai dove fosse Jenna quella notte?>>

<<tu non lo sai?>> sputa acido con sguardo di sfida, cercando di cambiare il discorso. Prevedo già che interrogare questo ragazzo sarà difficile...

<<no, per l'intera giornata non ha risposto ai miei messaggi e neanche alle chiamate>> ribatto veloce.

<<mi aveva parlato di una festa alla quale la avrebbe accompagnata il suo amico...Henry? Non ricordo bene come si chiamasse>> parlava del ragazzo che frequentava matematica con Jenna, era forse il ragazzo che in questo caso aveva più accuse.

<<sai dove potesse trovarsi il telefono di Jenna?>> lui risponde facendo segno di no con la testa << la polizia lo diede per disperso>> aggiunse poi, questo era interessante... lo aggiungerò alle mie note.

<<okay, e cosa ti diceva Jenna di Henry?>>

<<mah le solite cose, che era dolce, simpatico e le offriva sempre il passaggio...non mi sembra il tipo di ragazzo che avrebbe fatto del male a mia cugina, ma non si giudica mai un libro dalla copertina no?>> io li giudico tutti i libri dalla copertina, ma avevo capito il suo gioco di parole

<<certo, penso possa bastare per adesso, ma ecco visto che sei un parente di Jenna... magari in futuro potrebbero servirmi altre informazioni e->> 

<<vuoi usarmi per risolvere questo caso?>> dice interrompendomi e guardandomi come se fosse la fine del mondo e lui l'unico che potrebbe salvarsi.

<<no, cioè...sì..no no, ma ecco..>> mi metteva in difficoltà, volevo solo sapere cosa successe veramente ad Jenna, lui in risposta ridacchiò leggermente.

<<scherzavo tranquilla, dicevi?>> feci un respiro e ripresi a parlare

<<ho bisogno di una persona oltre me che conoscesse bene Jenna...tu sei suo parente quindi, mi chiedevo se potessi darmi il tuo numero o la tua email, così che io possa contattarti in qualche modo. Pensaci, lo faccio per Jenna, non per il proggetto. Voglio sapere quale la vera versione del finale, voglio trovare un colpevole, voglio risolvere questo caso per lei.>> mi ascolto attentamente, come se fosse stupito e lo avessi convinto, silenziosamente prese il suo telefono, digitò qualcosa, per poi girarlo nella mia direzione e farmi vedere il suo numero. In quel momento volevo fare i salti di gioia, ma mi limito a un sorriso enorme e ad incrociare le mani

<<grazie, grazie tantissimo>>  lui sorrise leggermente <<per mia cugina>> disse come per ricordarmelo, e allungo la mano destra come se volesse una promessa <<per tua cugina.>> dico con ancora un piccolo sorriso sulle labbra e stringendo la mia mano nella sua in una stretta.


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spazio autrice

come vi sembra? dovrei continuare?...se riesco a finire di studiare continuo a scrivere più tardi altrimenti continuo domani. Grazie per la lettura <3

ancora non ci credo...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora