"Come fai a sopportarlo?"

1.3K 146 58
                                    

Ha un che di straordinariamente quotidiano, per Simone, trovarsi al tavolo di un bar della periferia allo stesso tavolo con Nicola, Viola e Manuel, che gli siede di fianco.

Si sono dati appuntamento lì, ché Nicola ha chiesto a entrambi i figli di incontrarlo per aver modo di dire loro un paio di cose, e il corvino ha sentito lo stomaco ribaltarsi e i fuochi d'artificio nelle vene quando Manuel, con estrema facilità, al telefono con l'adulto ha lasciato andare un io e Simo siamo lì vicino, arriviamo tra poco come fosse la cosa più naturale del mondo far parte anche lui di quel particolare nucleo familiare che solo poco tempo prima aveva visto la luce.

Manuel è rilassato sulla sedia, ha un fare spavaldo e docile nel lasciare un bacio sulla testa di Viola, come lo avesse sempre fatto, ma allo stesso tempo pare voler dimostrare un qualcosa a quel padre ritrovato: ché si preoccupa di spostare la sedia a Simone per farlo accomodare, lasciando il ragazzo preda delle guance rosse e dei pensieri vorticanti.

Non segue attentamente il discorso, non per disinteresse, quanto più perché per la prima volta ha la visione di Manuel all'interno di una famiglia più ampia, e se ne vuole godere ogni millesimo di secondo di quella rilassatezza e tranquillità che pare creargli una patina tutta intorno.

Per un attimo si chiede anche come abbia fatto a non capirlo immediatamente, proprio lui, che Viola fosse la sorella di Manuel: hanno lo stesso cipiglio determinato e serioso nell'ascoltare le parole del padre, eppure non sono tesi, non sono in allarme, hanno entrambi la stessa indole, però, che li spinge a essere sugli attenti per far valere la propria voce.

Non doveva servire un cognome uguale per capire che fossero entrambi le due facce della stessa medaglia.

Sghignazza, a un certo punto, quando Manuel nel dialogare afferra il tramezzino dal piattino vicino a Nicola e con naturalezza lo porta alla bocca.

"Sarebbe stato mio quello, comunque." Interrompe il proprio discorso Nicola, il tono fintamente severo, con lo sguardo furbo, lo stesso che Simone tante volte ha notato sul viso di Manuel.

Manuel alza le spalle con naturalezza, il corvino vorrebbe davvero ascoltare le sue parole, ciò che gli risponde, sicuramente con tono sagace, e il leggero battibecco che si crea tra i due uomini, ma proprio non riesce a concentrarsi su qualcosa che non sia la figura del suo ragazzo in quell'atmosfera serena e pacifica.

Si distrae nel guardare come il pomo d'Adamo si muove in conseguenza al suo deglutire, le lunghe ciglia che sembrano frustare la pelle delicata sotto gli occhi ogni volta che sbatte le palpebre, quelle labbra carnose e morbide che muove nelle parole e nella masticazione, le stesse che gli hanno promesso amore, cambiamento, futuro, anche senza certezze.

La sua attenzione viene attirata poi da Nicola, che si sporge di poco oltre il tavolo, e posandogli una mano sull'avambraccio scuote la testa sorridendo sotto i baffi "Ma come fai a sopportarlo?"

Simone sorride, sospira perché è il più bello del mondo  pensa con tono sognante, sentendosi un protagonista di una di quelle favole da bambini, quelle che ti spingono a sogni lieti e sonni calmi.

Si accorge di non averlo solo pensato, poi, quando sente la risatina furba di Viola e la vede abbassare gli occhi, quasi che quella confidenza avesse imbarazzato anche lei, e Manuel, in un tratto è rosso come il fanalino di coda della sua moto.

La pelle del volto e del collo di Simone si fa immediatamente gemella di quella dell'altro "Cio- cioè..." balbetta, si schiarisce la voce, fa vagare lo sguardo su tutto ciò che sia intorno a lui e che non porti dentro di sé il dna di quelle tre persone.

"E poi?" Sorride però furbo Manuel, che gli si avvicina, e lentamente gli posa una mano innocente sulla coscia, guardandolo un po' divertito e un po' innamorato.

Molto innamorato.

Moltissimo.

Simone si prende un paio di secondi per osservarlo, ne nota il luccichio di sfida, ché il corvino è timido e riservato, Manuel lo sa da sempre e si diverte nel metterlo in situazioni scomode solo per vederlo contorcersi e arrampicarsi per uscirne in qualche modo, la maggior parte delle volte balbettando, arrossendo, sospirando e sventolando bandiera bianca implorandolo con gli occhi di salvarlo.

Si schiarisce la voce, allora, che Manuel lo conosce bene anche Simone, e lo sa che l'unico modo per fargli provare anche solo una punta di imbarazzo è la dolcezza e il sentimentalismo senza freni, soprattutto se davanti agli occhi di chi, secondo lui, dovrebbe vederlo sempre forte e adulto.

"E poi è buono." Continua quindi, e nel vedere gli occhi sorpresi e subito dopo abbassati di Manuel ne trae forza e coraggio, ché in quelle vesti docili e zuccherine il ragazzo gli appare ancora più bello, completamente spogliato di ogni scudo e corazza "E intelligente." continua avvicinandosi ancora, e lo deve costringere con una mano sulla guancia, in modo gentile, a sostenere il suo sguardo.

"Simo..." sbuffa Manuel, come ne fosse quasi offeso, ma il minore lo sa, ormai, che è soltanto lusinga e imbarazzo.

"E coraggioso, altruista, spigliato, comico, generoso, dolce, educato-" e la risata che gli sta mangiando le parole viene a sua volta mangiata dalla bocca di Manuel, che gli stringe le guance in una mano così da farlo tacere e far sporgere le labbra sulle quali posa le propria.

Gli lascia un numero indefinito di baci, semplici, quasi timbri, che emettono il suono buffo di quelli che si donano ai bambini, ma tanti da far sentire il corvino ubriaco di amore, felicità ed entusiasmo.

Viola ride cristallina, Simone crede che assieme a quella del fratello della ragazza sia la risata più bella che abbia mai sentito: quella di chi sembra non esserne talmente abituato che quando viene rilasciata nell'aria pare rimettere in ordine l'universo.

"Guarda che lo consumi!" Dice a Manuel, lasciandogli una leggera pacca sulla spalla, mentre fa capolino anche lo sbuffo divertito anche di Nicola.

"Me fa usci' pazzo, me fa usci'." Commenta il ragazzo, e pare essere una risposta alla sorella, ma lo dice con gli occhi ben puntati in quelli di Simone.

L'ambra calda e luminosa di quelle iridi fanno rabbrividire il minore, che sorride e si fa caldo sulle guance, prima di liberarsi dalla presa dell'altro per allungarsi a lasciare un bacio morbido e appena bagnato, che non produce, stavolta, alcun rumore.





💌:
non so bene cosa sia ma mi è venuta in mente e l'ho scritta (ero piuttosto sicura che non avrei scritto più di questi due e invece mi sa che non vi libererete di me)

vi auguro un felicissimo Natale, sono certa che i vostri nomi siano nella lista dei buoni !!

(Petr4 tu invece il primo nella lista dei cattivi)

🫂🫂❤️‍🩹

(nn ho ricontrollato spero non ci siano grandi errori)

And all these little thingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora