We don't know the end ~ Eroi dell'olimpo

2.Il ritorno al Campo Mezzosangue

Calipso's Pov

Sicuramente non era questo che Calipso si aspettava dopo anni rinchiusa nell'isola di Ogigia, il mondo era cambiato moltissimo, e lei si sentiva come se non ne facesse più parte. Cercava di comportarsi normalmente ma probabilmente Leo aveva notato quanto lei si sentisse a disagio.

In quel momento erano seduti sull'erba del parco da qui erano venuti via poco prima, Leo era decisamente sconvolto, persino la sua vena umoristica era stata smorzata dalla sua presunta morte. Si aspettava che Calipso non volesse aspettare e andare immediatamente al campo mezzosangue o in giro per il mondo ma lei gli assicurò che avevano entrambi bisogno di una pausa.

Lui aveva lo sguardo spento, inizialmente Calipso pensò che fosse per il fatto che i suoi amici sicuramente pensavano che lui fosse morto, e il suo funerale doveva essere stato svolto parecchi mesi fa, ma notò che non era soltanto questo, lui stava male per tutto il tempo in cui era stato morto, morire e tornare indietro non è un' esperienza che non lascia il segno, ma Calipso non capiva per quale motivo il sorridente Leo adesso sembrava così apatico, inizialmente l'aveva presa sul ridere e adesso invece..

- Basta! non possiamo comportarci da pappa molle, adesso partiamo e ci dirigiamo al campo mezzosangue, quanto dista da qui? -

Leo rivolse lo sguardo verso Calipso si alzò in piedi e fece un debole sorriso rispondendo - Non molto, con Festus ci vorrà pochissimo tempo per arrivarci -

- Leo, tu sai che dopo essere arrivati lì ci saranno i tuoi amici e tornerà tutto come prima, vero? Non devi preoccuparti si tratta solo di farli capire che sei ancora vivo senza essere troppo diretti -

- Non lo so Calipso, cosa sarà successo dopo la morte di Gea? Si ricorderanno ancora di me? O ormai sarò solo il caro e vecchio Leo Valdez, l'amico morto che ha salvato il mondo? -

Calipso sussultò, non si aspettava che Leo fosse così.. - Stupido! Sali in groppa a Festus e mostra a tutti che neanche la morte ti può fermare! -

- Bhe, questo è tutto un'altro punto di vista - disse Leo sorridendo, ma questa volta per davvero.

- Smettila! E' stata solo fortuna! - ribatté Calipso.

- Cambi idea facilmente tu - Leo si avvicinò a Calipso, il suo respiro divenne più pesante e i due si baciarono, questa volta senza nessun ritorno di fiamma da parte del figlio di Efesto.

Calipso scoppiò a ridere - Cercavo solamente di tirarti su di morale -

- Farò finta di crederti, ora partiamo per il campo mezzosangue, non resisteranno un minuto di più senza il buon vecchio Leo! -

Certo che non gliene poteva andare una giusta, Festus era come improvvisamente impazzito perciò atterrare non fu esattamente un'esperienza piacevole.

Stavano cadendo in picchiata verso il terreno del campo mezzosangue, erano ad' un altezza assurda e per un'attimo Calipso ebbe paura che la sua visita nel mondo al di fuori di Ogigia sarebbe finita lì, se non fosse stato per Leo che la abbracciò cercando di farle da scudo.

L'ultima cosa che vide Calipso fu una macchia indistinta che probabilmente era il terreno, sperò solo che nessun'altro si facesse male a causa loro, poi tutto si fece buio.

Calipso sentiva delle voci ma era troppo stanca per aprire gli occhi.

- Pensi che si rimetterà? - disse una voce maschile che riconobbe immediatamente.

- Non lo so, sono passati tre giorni e ancora non si è ripresa, ma le sue condizioni stanno migliorando, prima del weekend dovrebbe riprendersi - rispose una voce femminile.

- Come pensi che prenderà quello che è successo a Leo? -

- Non lo so, ma è importante non informarla subito dell'accaduto -

Calipso sentì i due uscire dalla stanza, non aveva idea di chi fosse la ragazza ma aveva riconosciuto la voce di Perseus Jackson, il ragazzo che le aveva spezzato il cuore.

Centinaia di sentimenti diversi affollavano la sua mente, l'unica cosa che voleva era alzarsi da quel letto per scoprire cosa era accaduto al suo Leo e vendicarsi con il figlio di Poseidone, ma non fece in tempo a pensarlo che ricadde in un sonno profondo.