Loki Laufeyson

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LOKI LAUFEYSON:
L'inganno del Cuore.

Consiglio Musica: Purpose Is Glorious; Natalie Holt

Mi avvicinai a lei, erano giorni che la osservavo, ogni giorno con viso e forma differente. «Ciao.» la mia voce la sorprese, si voltò; quello che avevo addosso era un viso ben noto a lei. Le sorrisi, lei ricambiò. «Adam...» la sua voce era così soave e cristallina. Le sorrisi, annuii poi mi avvicinai a lei. Lei mi sorrise, mi corse in contro e mi abbracciò. Iniziammo a camminare poco dopo, la aiutai con la spesa, la portai a fare shopping, la riaccompagnai a casa. Stavo per entrare in casa sua, lei era ferma sulla porta mi guardava. Sbatté le palpebre, inclinò la testa, sorrise confusa. «Aspetta, tu non sei Adam...» sussurrò quasi impercettibilmente. Avevo sbagliato l'illusione? No, era tutto perfetto. Ma poi, con un sussurro, arrivò il colpo di grazia: «Loki?». Serrai la mascella, la guardai, mi sentii minuscolo di fronte a lei, quasi nudo. Aveva appena visto dentro la mia illusione? Rimasi immobile, poi però la vidi sorridere. Perché sorrideva? Pensavo mi odiasse, mi doveva detestare dopo quello che avevo fatto... doveva farlo, giusto? Non era possibile, sorrideva... sorrideva... sorrideva a me? Sì, sì, sì... sorrideva a me! Sorrideva a... me? Un brivido mi percorse la schiena, la maschera cadde, così come tutte le altre e mi feci vedere. Loki, non Adam, non James, non Carlos, nemmeno Milo, Steve, Anthony, Sebastian o Thomas. Solo Loki. Mi aveva riconosciuto. Continuò a sorridere «Ehi... ciao. Mi sei mancato.» sussurrò con voce melliflua, soave e gentile. Si avvicinò, io indietreggiai di un passo. Si fermò, mi guardò, scosse la testa con un sorriso, io la fissai. Feci un passo indietro, colto dal panico. «No.» la mia risata era amara, disperata. «No, no, no, no. No. Odiami, mi devi odiare. Mi devi detestare, detestami... detestami, ti supplico.» implorai, sentii gli occhi bruciare, le lacrime salire, imprecai mentalmente, non dovevo piangere. Non davanti a lei, non in quel modo, non era possibile. Mi riconosceva, sempre. Lei aprì la bocca, ma non fuoriuscì una parola, scosse la testa di nuovo, si avvicinò, indietreggiai. Mi cedettero le gambe, caddi in ginocchio. Appoggiai le mani alle rotule, la guardai dal basso, gli occhi rossi, lucidi, pieni di lacrime. «Ti prego... odiami, perché non mi odi? Ti ho quasi uccisa...» boffonchiai cercando di non piangere, lei si avvicinò, fu di fronte a me, mi accarezzò una guancia, si inginocchiò, mi sorrise. «Ti supplico... ti imploro, detestami. Urlami addosso, riversa la tua frustrazione su di me. Picchiami, urla, insultami, rinfacciami quello che ti ho fatto... non sorridere, non puoi... non puoi...» la mia voce si spezzò le lacrime che minacciavano di scappare iniziarono a rigarmi il volto. Ero un mostro, lo ero stato e sempre lo sarei stato. Era il mio destino, me lo avevano detto tutti. Piansi, perché era l'unica cosa che potevo fare. Per mesi l'avevo guardata, salutata, ci avevo parlato, avevamo passato tempo insieme, ma mai come Loki, sempre come qualcuno di diverso. Ebbi paura, tanta paura, ero un codardo, scappai vedendola sanguinare a causa mia, non ero riuscito a farmi vedere da lei come Loki, come me stesso. Sempre diverso. Ogni giorno. Solo per guardarla in faccia, sorriderle, assicurarmi che stesse bene senza Loki nella sua vita. Tornai alla realtà quando mi fece alzare la testa, mi prese il viso con due mani, mi accarezzò le guance con i pollici, serrai le labbra per reprimere i singhiozzii, sbattei le palpebre più volte. La vista, che fino a poco prima era sfocata, tornò normale e... lei sorrideva. «Non sono arrabbiata con te. Non ti odio, né ti detesto. E soprattutto... non è stata colpa tua, eri accecato dal potere, ne volevi sempre di più e... quel sentimento di ha offuscato la mente. Mi hai pugnalata, ma sono viva. E ti-» non la feci finire, le misi una mano sulle labbra. Scossi la testa, singhiozzai. «Non dirlo. Non me lo merito, non merito nemmeno di essere guardato da te. Da i tuoi occhi così gentili e puri. Non merito di venir baciato da te. Dalle tue labbra rosee e morbide. Non merito di provare il tuo tocco. Delle tue mani esili e alabastrine. Non merito di sentire il tuo parlato. La tua voce melliflua e vellutata. Non merito più nulla da te, come fai a non capirlo. Non merito il tuo amore viscerale, sconfinato, sublime, estatico, fulgido, ineffabile. Un amore con me sarebbe lacerante e sofferente... voglio tu sia felice...» sussurrai guardandola negli occhi, tolsi la mano dalle sue labbra, lei chiuse gli occhi, abbassò la testa, poi emise uno sbuffo, ma con il sorriso. Rialzò la testa, aprì gli occhi, erano lucidi. «Sei così stupido talvolta, Loki. Io ti amo... e sono disposta a perdonare il passato, perché lo vedo come ciò che hai fatto ti sta struggendo... voglio tornare ad amarti come ti amavo un tempo. Voglio tornare a vederti sorridere ogni volta che mi rivolgevi uno sguardo, voglio poterti vedere, sentire, toccare. Voglio te. Non Adam, Carlos, Sebastian, Thomas o chiunque altro tu possa essere. Io ti amo.» bisbigliò con un sorriso dolce, con una nota di malinconia. Poi avvicinò le labbra alle mie, le poggiò contro le mie lentamente, dolcemente. Mi sentii nel Valhalla, come se la mia anima fosse appena stata ripulita. Chiuse gli occhi, io feci lo stesso. Sorrisi.

IMMAGINA - MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora