Ama i libri, lo ha sempre fatto. Forse il carcere, l'essere privato dello studio, della libertà, della conoscenza. Ricorda ancora ogni singola lezione del professor Dante, anche se non i nomi dei filosofi. Ricorda bene quando da una piccola biblioteca all'interno del carcere si é ritrovato catapultato in una biblioteca ben illuminata, piena di nuovi e vecchi libri, odori di libri misti quanto buoni, tra antico e moderno, anche se i registri in carcere erano gestiti meglio.
Mimmo ha imparato in poco la bellezza di un libro, il modo in cui ti trasporta all'interno di esso, del suo mondo, come ti provoca emozioni leggendo semplici parole che però hanno quel non so che di magico. Forse é per questo che in carcere quando poteva leggeva, leggeva e leggeva. Un po' come la musica no? Solo che i libri non suonano, diceva. Eppure ora trova quella musicalità anche nei libri, forse per abitudine o forse perché ha iniziato a mettere le cose insieme. Musica e lettura. É quasi... Affascinante, no. Senza quasi.
Quando la canzone va all'unisono con le parole che stai leggendo, quasi ti sembra di essere tutt'uno col tutto. Una sensazione inspiegabile, dice sempre.
Il libro che ha in mano finisce al suo posto sullo scaffale, mentre con l'altra tiene ancora il telefono sul blocco schermo, fissando quella notifica. Non sa che dire, che fare, come reagire. Un po' come quando si ritrovò a chiedere al proprietario della libreria se potesse lavorare lì. Ci teneva, assai.
Anni prima
"Salve." il vecchietto, come lo intendeva Mimmo all'epoca, si girò a guardarlo.
"Buonasera piccoletto. Cerchi qualche libro?" chiese lentamente, alzandosi dalla sedia con un sonoro oplà.
Si guardava intorno, bello. "No, in realtà..." l'odore di libri lo travolgeva, quasi lo fece andare in estasi, esagerando. Sentiva come una sensazione di calma, di casa. Inutile dire che la sua mente non tornò a quel dannato 2023, in quella biblioteca, in quella scuola. Rabbrividì al pensiero.
Ci pensava spesso, ormai. Ci pensava più di quanto volesse. Ripensava al prima e al dopo, a quando stava in carcere, a quando non era felice e libero, a quando per sopravvivere doveva fare del male e mettersi n pericolo, a quando non era altro che un misero granello di sabbia in mezzo a pietre e acqua più grandi e forti di lui. Ma poi, pensava al dopo, a quando era libero, per così dire, a quando poteva camminare in mezzo al libri, nei vicoletti, ascoltare musica, fare foto, vedere persone e facce nuove, vedere lui.
Lui era la sua libertà.
Lui era la sua calma.
Lui era tutto, no... Lui é tutto.
Mimmo non lo aveva e mai lo avrebbe dimenticato."In realtà?" lo incitò l'anziano, notando come il più giovane si fosse perso nei suoi pensieri guardando la libreria. Sorrise.
"Volevo... Volevo il lavoro. Ho visto l'annuncio e..."
"Sei il primo in mesi a chiedermelo sai?" lo interruppe subito.
"Eh?"
"Sono mesi che ho messo l'annuncio e tu sei l'unico che é venuto." continuò, sorridendo sotto quel paio di baffoni che si ritrovava. Mimmo li trovava buffi ma eleganti.
"É comunque valido?" non sapeva che altro chiedere, voleva solo trovare un lavoretto per potersi portare a casa dei soldi effettivamente suoi, e non dati dallo stato.
L'anziano si avvicinò a lui.
"Mi ricordi mio nipote, sai? Hai la faccia simpatica. Ti andrebbe di iniziare subito? Oggi ho la schiena dolorante."Mimmo spalancò gli occhi, non capiva se stesse scherzando o se fosse serio, sta di fatto che soprappensiero annuì, facendo sorridere di rimando l'anziano davanti a lui.
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i remember it all too well
FanfictionSimone non avrebbe mai immaginato che dopo cinque anni provasse quei sentimenti - così forti tra l'altro - come la prima volta. Eppure lo aveva superato, così diceva. Non ci penso più come prima, continuava, sapendo bene di star mentendo non solo a...