Capitolo 1

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Abbey POW

Amo Los Angeles, ma sono pronta a trasferirmi a New York. Per me è un grande passo. Ho solo 20 anni e grazie a mio padre, grande uomo d'affari, lavorerò nella sua grande azienda, gestita da lui e un certo Jeremy Bieber, anche lui grande uomo d'affari. Gestiscono un'azienda pubblicitaria e roba varia. A me non interessa. Io dovrò essere solo la segretaria del figlio di Jeremy, un certo Justin, prendermi lo stipendio e godermi New York. Si, lo so, ho una famiglia benestante, ma io voglio lavorare, non voglio girarmi i pollici tutto il giorno. Non voglio essere come mia madre. Io la amo, ma lei è solo interessata ai soldi. Ormai è sposata con il suo quarto marito. Hanno un buon rapporto con mio padre, ma lei ama il lusso e i soldi ed io non voglio solo questo nella mia vita. Anche se ho chiuso una storia durata quattro anni da poco, per ora voglio concentrarmi sul lavoro. 

[...]

Mi diressi all'aeroporto per andare a New York.  Viaggiai con il jet privato di papà. Non ci impiegai molto. 

Come scesi dal jet,l'aria di New York mi accarezzò la faccia. Amavo New York. La città che non dorme mai. La città che ti da un sacco di opportunità. La sua energia, la sua ambizione e la sua vitalità mi avevano appena travolta di un piacere immenso, quasi vicino ad un orgasmo.

Il tassista di papà mi portò a casa mia. E che casa. Tre piani, con piscina,terme e più di cinque camere da letto e un bagno in ciascuna di esse. Un giardino immenso e delle fontane. Non mi meravigliai della scelta di mio padre. Lui era così,esagerato e amante della perfezione. Non capisco perchè mamma lo abbia lasciato. 

Mi feci una doccia e mi sistemai. Erano le 17:30 e alle 18:00 avrei incontrato mio padre, Jeremy e il figlio. Era solo giugno, ma quel giorno faceva un caldo tremendo, così scelsi un paio di pantaloni a vita alta in pizzo bianchi, il top in pizzo del medesimo colore e dei tacchi e una borsetta nera. Mi feci una coda alta ed infine mi truccai. Quando fui presentabile, lasciai la camera da letto. Il tassista tornò a prendermi e mi portò all'azienda. La A&B Company. A stava per Anderson e B per Bieber. Arrivata, scesi e ringraziai il tassista, penso si chiamasse David, o così mi pare di aver sentito. Presi l'ascensore,arrivai al quinto piano. Quando le porte si aprirono, feci un respiro profondo e iniziai a camminare per il corridoio. Le persone andavano avanti e indietro. Chi portava documenti a destra e a sinistra, chi caffè, chi chiamava, chi piangeva dallo stress. Insomma, un bel quadro. Una donna seduta dietro una scrivania mi riconobbe, sicuro mio padre le aveva parlato di me. Mi fece strada fino a che arrivammo davanti una porta. Bussai e qualcuno mi diede il permesso di entrare. La voce era di mio padre. Erano tre figure quelle sedute alla scrivania. Mio padre si alzò sorridente e mi abbracciò.

Ja:"Piccola mia,finalmente. Loro sono Jeremy Bieber e suo figlio Justin." disse mio padre entusiasta.

Je:" Piacere Abbey, io sono Jeremy." disse con un sorriso a trentadue denti

Ju:"Si,si ciao. Bando alle ciance,papà allora,chiudi la faccenda con i Cinesi,io stacco, sono stanco morto."

Justin non era per niente gentile. Per quanto fosse bello, a primo impatto, quando gli diedi la mano, mi sembrò di percepire una certa energia, un qualcosa di strano.

Je:" Non se ne parla proprio Justin. Oggi è il primo giorno di Abbey. Falle vedere l'azienda e stasera portala a cena per spiegarle tutto riguardo il lavoro."

Justin non obiettò, si limitò a fare il broncio, come un bambino a cui vieti le caramelle. Ma aveva ventiquattro anni o ne aveva sei? Si, sapevo della sua età, mi ero informata un pochino riguardo il suo conto.

Dopo aver chiaccherato un pò, Jeremy e mio padre andarono via. Justin si limitò a rimanere seduto e a firmare dei documenti. Io rimasi in silenzio e lo osservai. Aveva delle labbra perfette,erano a cuoricino. Dei capelli biondo cenere, alzati in una cresta un pò disordinata che gli donava molto. Mentre discutevamo con i nostri padri io non ero molto attenta. Mi limitavo a guardare i suoi occhi color caramello. Non c'era un aggettivo ben preciso con il quale descriverli. Ma quelle sfumature chiare mi ricordavano cose dolci come il miele. Erano così intensi e seri. Non mostravano nulla. Nessuna emozione. O una forse si, indifferenza per il mondo, anche se per un attimo ebbi la sensazione di vedere i suoi occhi su di me. Occhi che se potessero scopare, mi avrebbero lasciata con un orgasmo incredibile. Almeno penso, non sono sicura. La sua voce era fredda e tagliente, quasi tenebrosa. Era seria, e come i suoi occhi, non faceva percepire alcuna emozione. Aveva un volto davvero bello tutto sommato. Zigomi scolpiti, sopracciglia scure, labbra sensuali e occhi a dir poco perfetti. 

Dopo un'attesa che sembrava non finire mai decisi di parlare e rompere il ghiaccio.

"Allora, dove mi porti Justin?"

Lui si limitò a guardarmi e non rispose. Si alzò, prese la giacca e fece segno con il dito di seguirlo. 

Sarebbe stata davvero dura, me lo sentivo.

Scendemmo al piano terra. Arrivati nel parcheggio prendemmo una macchina, presumo la sua e ci dirigemmo verso il ristorante. 

[...] 

Eravamo bloccati nel traffico da circa mezz'ora. Justin non disse nemmeno una parola da quando ci sedemmo in macchina. Poco dopo arrivammo ad un ristorante. Il migliore di New York, o almeno così avevo sentito dire. Entrammo e una donna di circa trent'anni con un blocchetto ed una penna in mano ci fece strada al nostro tavolo. Dei camerieri ci portarono il menù e Justin finalmente parlò.

J:"Non servono i menù. Due bistecche,un'insalata e del vino. Scegliete voi quale."

I camerieri annuirono e andarono via.

-"Da quando in qua si decide il cibo che gli altri devono mangiare, Justin?" dissi sicura di me

J:" Senti Abbey, o come ti chiami. Tu devi solo firmarmi i documenti, mettere in ordine i file, portami i caffè e la colazione ogni mattina e soddisfare i miei piaceri sessuali. Tutto qua." disse con un sorriso pervertito 

Tutto qua? Davvero? Stavo per dire qualcosa ma lui mi interruppe prima ancora di parlare.............



Allora ragazze come primo capitolo che ne pensate? Non c'è scritto molto, ma non voglio scrivere 100000 cose.... Non avrei le idee per gli altri capitoli. Commentate e votate,così posso sapere se la storia vi piace. :) 

Se ci sono errori scusatemi tanto! 

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