Dal momento in cui Simone aveva aperto gli occhi quella mattina aveva avuto la brutta sensazione che quella giornata sarebbe stata una delle più stressanti della sua vita.
Aveva lasciato il telefono spento per tutta la settimana da quando tutta la scuola aveva scoperto che fosse gay.
No, non era stata una sua decisione, e quella era la cosa che più lo faceva arrabbiare.
Manuel era un vigliacco e uno stronzo, dopo il loro piccolo momento al cantiere aveva deciso che il modo migliore per affrontare la cosa fosse quello di fargli outing.
Simone non si era mai sentito più stupido di così, si era preso una cotta per uno che lo aveva sempre trattato come se non valesse niente e lo aveva capito troppo tardi.
Si era alzato a mala voglia e si era preparato, suo padre non aveva proferito parola anche se continuava a lanciargli degli sguardi preoccupati ed era grato di questo.
La prima persona che vide a scuola fu Laura, era l'unica che poteva capire come si sentiva, era successa la stessa cosa anche a lei quando si era fidanzata con Luna, gli era stata accanto e adesso lei faceva lo stesso per lui.
"Simone mi dispiace tanto, ti giuro che lo ammazzo quello stronzo."
"Stai tranquilla, non vale la pena sporcarsi le mani per uno come lui."
"Hai ragione, hai ragione, entriamo in classe che è meglio."
"Non so se voglio entrare."
"Simo, a nessuno di loro importa lo sai."
"Non ne sono così sicuro."
"Ti fidi di me?"
"Sempre."
"Allora andiamo."
Alla fine, come sempre, aveva avuto ragione Laura.
Nessuno in classe lo aveva giudicato o insultato, qualcuno gli chiese se avesse il fidanzato ma niente di negativo.
Per tutta la mattina riuscì a non pensarci e a concentrarsi sulle lezioni.
Continuò a non pensarci finché non arrivò al campo da rugby per allenarsi.
Il suo coach e i suoi compagni erano già in campo ed erano riuniti in cerchio.
"Che succede?"
Il coach adesso gli rivolgeva tutta la sua attenzione.
"Simone vieni, dobbiamo parlare di una cosa importante."
"Che cosa?"
"Vedi, i tuoi compagni mi hanno detto che si sentirebbero sicuri se tu non usassi le docce e i gli spogliatogli."
Era uno scherzo, non poteva che essere uno scherzo di pessimo gusto.
"Non credo di aver capito."
"Simone cerca di capire-"
Adesso Simone non ci vedeva più dalla rabbia.
"Sapete cosa?"
Con un gesto brusco aveva tirato fuori la divisa dal suo borsone e l'aveva lanciata con violenza ai piedi dei suoi compagni.
"Sarà difficile sostituire il vostro migliore giocatore."
Era uscito il più velocemente possibile dal campo, non voleva che nessuno lo vedesse piangere o lo vedesse stare male per colpa loro.
Si era diretto verso i bagni della palestra della scuola, aveva bisogno di stare solo senza che nessuno lo disturbasse.
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forse in un altro universo nessuno ci separerà- Mimmone
RomanceSimone e Mimmo si incontrano in un universo dove non saranno costretti a dirsi addio.