E allora baciami

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(Qualche mese dopo)
Simone aveva preparato tutto nei minimi dettagli.
Doveva essere tutto perfetto per quella serata.
Doveva essere tutto perfetto per Mimmo.

Un mese prima i suoi compagni di squadra si erano presentati pregandolo di tornare a giocare con loro.
Simone inizialmente non era convinto dei loro atteggiamenti, ma sembravano pentiti di come lo avevano trattato e si erano scusati tantissime volte.
Aveva accettato di ritornare in squadra solo perché gli mancava davvero il rugby.
Ed era per questo che a causa di una partita importante non era potuto andare alla festa dei diciannove anni di Mimmo.
L'altro aveva partecipato al suo diciottesimo quindi si era sentito terribilmente in colpa.
Mimmo lo aveva rassicurato e si era fatto promettere che avrebbero passato una serata solo loro due insieme.
Questo era il motivo per il quale Simone si era ritrovato ad organizzare in maniera quasi maniacale la loro uscita.

Aveva creato una lista infinita di cosa da fare, e dovette fare una cernita per scegliere le cose più fattibili da fare.
Laura lo aveva preso in giro dicendogli che sembrava stesse organizzando un appuntamento e gli prese il panico.
Se Mimmo avesse pensate che fosse strano?
Insomma, si era stato lui stesso a richiedere quella serata insieme, però forse pensava che fosse un'uscita tra amici.

Simone non voleva farsi prendere dal panico.
Sarebbe andato tutto bene.

La tabella di marcia prevedeva che andasse a prendere Mimmo nel pomeriggio e lo avrebbe poi accompagnato a casa dopo cena.
Quando arrivò a casa sua, Mimmo lo fece aspettare.
Gli aveva inviato una quarantina di messaggi dicendogli che doveva trovare l'outfit perfetto per quella serata e che doveva pazientare un po'.

Aspettare ne valse la pena.
Mimmo era bellissimo, raggiante.
Indossava un dolcevita nero e dei pantaloni bianchi a vita alta.
Aveva tantissimi gioielli e sugli occhi aveva messo un ombretto luccicante.

Simone si sentì svenire.

"Simo scusa se ti ho fatto aspettare."
"Non ti preoccupare, sei bellissimo."
"Tu di più Simo."
"Non dire stronzate."

Ci vollero dieci minuti perché Mimmo riuscisse ad indossare il casco senza spettinarsi i capelli.
La prima tappa della loro serata fu un piccolo bar che Simone aveva scoperto su Instagram.
Era una di quelle caffetterie dove dentro ci stavano pure i gatti.
Gli occhi di Mimmo di illuminarono per la prima volta dall'inizio della serata e Simone aveva come l'impressione che si sarebbero illuminati sempre di più.

"Simo guarda che carini!"

Si erano seduti e avevano preso le ordinazioni.
Simone non era un grandissimo fan dei dolci, ma decise di accontentare l'altro prendendo vari dessert dal menu, in modo da poterne provare il più possibile.
Aveva fatto mettere le candeline su una delle fette di torta e aveva fatto esprimere a Mimmo un desiderio.
L'altro aveva insistito che non poteva assolutamente dirgli cosa avesse desiderato perché portava sfortuna.
Simone aveva passato due intere ore ad osservarlo giocare con un piccolo gattino che se ne stava accoccolato sulle sue gambe e non aveva alcuna intenzione di levarsi da li.

"Simo pensi che potrei portarlo con me?"
"Non credo proprio."
"Che ingiustizia."
"Se vuoi un giorno te lo compro io un gatto."
"Lo prometti?"
"Lo prometto."

Simone aveva portato con sé una polaroid, in modo da riuscire a conservare i ricordi di quella giornata.
"Mettiti in posa che vi faccio una foto."

La seconda tappa era una libreria al centro, Mimmo adorava leggere e Simone voleva che scegliesse personalmente il suo regalo di compleanno.

"Simo questo posto è stupendo, guarda quanti libri!"
"Sono contento che ti piaccia perché ho una sorpresa per te."
"Che sorpresa?"
"Hai due minuti di tempo, tutti i libri che riesci a scegliere entro i due minuti saranno il mio regalo per te."
"Simo sei pazzo! Ma che dici!"
"Uno, due, tre, il tempo scorre, quattro, cinque."

Alla fine, Mimmo era riuscito ad accaparrarsi ben quattro libri, e non aveva smesso di sfogliare le pagine da quando erano usciti dalla biblioteca.

La penultima tappa era una trattoria dove Simone era andato a mangiare diverse volte con i suoi genitori.
Da quando lo conosceva, Mimmo gli aveva detto che non aveva mai davvero mangiato una vera carbonara, e chi era Simone per impedirgli di fare quella fantastica esperienza?

Aveva fatto apparecchiare un tavolo in un angolo nascosto del locale in modo da poter avere privacy e stare soli.

"Simo non c'era bisogno che facessi tutto questo, mi sarebbe andato bene anche un gelato sai?"
"Lo so, ma volevo che questa serata fosse speciale."
"Passare del tempo con te è sempre speciale."
"Non farmi arrossire."
"Non montarti la testa."
Erano quasi le undici, nessuno di loro aveva voglia di rientrare.
Alla fine, il gelato lo presero davvero.

L'ultima tappa era quella alla quale Simone teneva di più.
Aveva pensato a vari modi per far capire a Mimmo che provava qualcosa per lui, poi aveva avuto un'illuminazione.

"Simo che cosa è questo posto?"
"Si chiama vicolo Sceleratus."
"Cosa stai cercando di dirmi? Che sono uno scelerato?"
"No scemo, vieni sediamoci."

"Hai tempi dei sette re di Roma qua di notte si commettevano un sacco di delitti, e sai adesso cosa ci vengono a fare i turisti?"
"I crimini?"
"No, vengono a baciarsi."
"Beati loro!"
"Si, beati loro."

"Sai io penso che bisognerebbe portare qua solo la persona che davvero vogliamo baciare."
"A sì?"
"Si, non puoi mica portarci una persona a caso."
"E allora perché non mi hai ancora baciato?"

Simone ringraziò di essere seduto, perché aveva l'impressione che la sua anima avesse completamente abbandonato il suo corpo.

"Beh, mi ha portato qua per questo no? Oppure vorresti baciare qualcun'altro?"
"No no non voglio baciare nessun altro io."

Non riusciva a smettere di balbettare ed era sicuro di essere diventato tutto rosso, non c'era alcuna via d'uscita da quella situazione imbarazzante.

"Simo?"

Le mani di Mimmo gli avevano afferrato il colletto della sua camicia, e adesso Simone non poteva evitare il suo sguardo che gli leggeva dentro.

"Se non mi baci tu, ti bacio io."
"Allora baciami."

E lui lo aveva fatto.
In un primo momento, il bacio era stato timido, cercavano entrambi di coordinarsi l'uno con i movimenti dell'altro.
Una volta che riuscirono a trovare il ritmo, fu la fine del mondo.
Simone non era mai stato baciato così in vita sua.
Mimmo lo baciava come se la sua vita dipendesse unicamente da quello.
Le sue braccia gli circondavano il collo e i loro corpi era così vicini che potevano sentire entrambi il calore che emanavano.
Una volta che si staccarono avevano entrambi le labbra gonfie, le guance arrosate e i respiri affannati.
Simone era convinto che i suoi capelli fossero tutti spettinati.

"Sai non credo che questo bacio mi basti."
"A no?"
"No, tu non mi basti mai."

forse in un altro universo nessuno ci separerà- MimmoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora