[13/11/2016]
«Perché continui a farmi male?»
«Tuo fratello mi ha distrutto, e io mi vendicherò, rovinando te.»Mi svegliai dall'incubo che facevo ormai dall'inizio della scuola, urlando, sognavo e risognavo quel giorno, il mio primo giorno di scuola. Nash, come era solito, mi accorse dalla camera vicina, sedendosi sul letto e abbracciandomi, non chiedendo nulla. Non mi hai mai chiesto cosa sia successo, ed io apprezzavo questo gesto. Nessuno, tranne Matt sapeva la verità... Beh, lui ne sapeva solo metà. Era l'unica persona a starmi accanto e la cosa mi aiutava. Sfogarsi con lui era la cosa migliore. Avevo solo lui come amico e dovevo tenermelo stretto. Dall'inizio della scuola avevo stretto solo due amicizie: Matthew e Charlotte. Charlotte era una ragazza simpatica e molto ma molto timida, quasi più di me! Loro due erano i miei aiutanti, sempre pronti a soccorrermi. Come degli angeli custodi.
Poi mi addormentai cullata da Nash.Mi svegliai come sempre prima di tutti.
Presi l'intimo, l'asciugamano ed andai in bagno per farmi una doccia, prima che gli altri si svegliassero. Accesi l'acqua ed aspettai che si riscaldi. Una volta sotto la doccia ripensai alla voce che sentivo sempre nei miei sogni. Perché sentivo proprio quella voce? Era una voce così insignificante , così, così, bianca. Entro nella doccia e l'acqua calda mi fa quasi scordare i problemi.
Mi risveglia alla realtà il incessabile bussare alla porta.
«C, ti sbrighi?» urla Nash dall'altra parte.
Chiudo l'acqua e asciugo il mio corpo in meno che Flash togliti che sono meglio io. Mi metto l'intimo e osservo il mio riflesso nello specchio sopra il lavandino. I miei capelli neri sono bagnati, pur se sono corti, hanno le punte bagnate. La mia pelle è leggermente arrossata a causa dell'acqua molto calda della doccia. I miei occhi blu, ereditati dal padre, avevano delle occhiaie che neanche il fondotinta poteva coprire. Rimango davanti allo specchio per un paio di minuti, come impalata, a fissare quel corpo. Quel corpo di cui non ne ero mai stata soddisfatta. «Courtney Grier, se non esci adesso, non ti faccio uscire di casa un mese intero, neanche per andare a scuola!» urlò Nash. Uscii di fretta dal bagno e mi ritrovai faccia in faccia con Nash, a torso nudo, cone sempre. Gli diedi un bacio sulla guancia per poi correre fino in camera mia, chiudendo la porta a chiave.
Mi vestii subito con l'uniforme, misi gli occhiali e scesi le scale in fretta. In cucina c'era già Hayes, che mi salutò facendo un cenno con la testa verso di me. Pensai perché magari aveva la bocca piena di cereali. Presi una mela e la addentai mentre intenta a mettermi le scarpe. Salutai con un gesto vago Hayes ed uscii di casa, dove mi aspettava Charlotte con la sua macchina. Entrai nella macchina e mi posizionai sul sedile del passeggero. Ma alla guida non era la mia migliore amica, ma un ragazzo. Mi girai per osservarlo e vidi i suoi occhi nocciola scrutarmi, mentre stringeva le labbra, come se si fosse fatto male. L'urlo di Char mi risvegliò:
«Buongiorno Courtney!»
Balzai per lo spavento e lo stesso fece pure il ragazzo alla mia destra. Mormorai un debole saluto e tornai a fissare la strada davanti a me. «Ah, lui è mio fratello, Shawn.» disse lei provando a rompere il silenzio. «Shawn, lei è Courtney, la mia migliore amica.» disse rivolgendosi a suo fratello. Sul volto del ragazzo non trascurò nessuna emozione. Feci per accendere la radio e quando partì John Mayer quasi urlai per la felicità. «Ti piace John Mayer?» mi chiese il ragazzo e sentì una strana eccitazione nella sua voce. «Lo adoro!» esclamai entusiasta. «Hai sentito il suo nuovo album? Le canzoni ti danno un vibe che ti lascia senza parole!» disse lui guardandomi, mentre si fermò al semaforo rosso. «Sì, sono bellissime veramente.» affermai io, incrociando il suo sguardo. Aveva degli occhi color nocciola bellissimi. Distolse lo sguardo e partì subito. Si fermò all'incrocio della Ocean Avenue con la strada del liceo, battendo le dita sul volante a ritmo di Your Body Is Wonderland.
Sulle ultime note della canzone, fermò davanti al liceo e fece scendere me e Charlotte, per poi andare a parcheggiare, dopo avermi guardato un'ultima volta. Io rimasi ferma sul marciapiede. La sua voce si somigliava alla voce bianca del mio incubo.
