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Mi svegliai a causa della sveglia che segnava l'inizio di una nuova giornata...
Guardai la sveglia incredula. Era il mio primo giorno di scuola a Los Angeles.
Scesi prima per fare colazione, presi dei toast e un bicchiere di latte per poi sedermi a tavola e magiare silenziosamente.
«'Giorno.»disse una voce dietro di me e
sussultai per lo spavento.
«Ciao Nash.»gli risposi quando guardavo mio fratello a torso nudo prendendo i cereali dalla dispensa.
«Cosa succede?»chiese voltato mentre prendeva il latte dal frigorifero.
«Succede che incomincia quell'inferno.»dissi con fare drammatico.
«Dai, su, non sarà così male.»mi incoraggiò.
«Disse colui che non fa la mia stessa scuola.»gli risposi e lui mi diede una pacca amichevole sulla spalla.
«Ci sarà anche il mio coinquilino, Cameron e poi ci sarà anche Hayes.»provò di nuovo ad incoraggiarmi.
«Ma questo famoso "coinquilino" dov'è?»chiesi mettendo la tazza del latte nel lavandino.
«Beh, sai, lui è un ragazzo popolare, se posso chiamarlo così, è tipo un Don Juan...»incominciò a spiegare ma lo fermai con un cenno della mano.
«Vado a prepararmi.»dissi dandogli un rumoroso bacio sulla guancia per poi provare a salire le scale ma Nash mi fermò mettendosi davanti a me.
«Primo, vai a svegliare Hayes. Secondo, vi porto io a scuola, okay?»mi spiegò.
«Certo, adesso tu togli?»gli chiesi e lui si scostò.
Salii le scale in fretta ed andai a svegliare Hayes, che aveva la camera vicino alla mia.
Entrai e stranamente dormiva ancora, di solito ero l'unica che si svegliava tardi.
Gli saltai addosso e lui aprii gli occhi leggermente.
«Daiiiiiiiii, sveglia!»gli urlai nell'orecchio e lui in risposta mi buttò giù dal letto.
Mi alzai e gli dissi:«Quando finisco di essermi preparata, ti devo trovare pronto per andare a scuola perché ci porta Nash lì!»
Anche se ero con alcuni minuti più piccola di lui ero, quando si parlava di essere prima a scuola, molto più matura.
Andai in camera e presi l'intimo, per poi andare in bagno.
Feci una calda doccia ascoltando la musica.
Mentre canticchiavo sulle note di Ocean Drive qualcuno bussò alla porta.
«Court, ci sono anche altri in fila per entrare nel bagno!»esclamò Hayes.
In men che si dica ero nel mio accappatoio morbido, andando verso la mia camera letto.
Mi cambiai con la divisa della scuola che avevo comprato un mese prima è presi lo zaino in cui c'erano le cose necessarie per il primo giorno: un astuccio con delle matite e delle penne e dei quaderni, siccome non sapevo gli orari.
Scesi le scale e Nash mi venne incontro abbracciandomi per poi chiedermi un:«Sei pronta per il primo giorno?» a cui io risposi con un «Sì...».
Non sapevo chi stavo cercando di convincere.
Me o lui?
Sarebbe andato tutto perfettamente, come nella scuola vecchia?
Ma non ero sicura di questa cosa.
«Arrivati!»urlo Nash fermando la sua macchina davanti ad un edificio pittosto grande. Nemmeno mi ero accorta eravamo arrivati...
Scesi dalla macchina dopo aver dato un bacio sulla guancia di mio fratello, lasciando Hayes indietro.
Percorsi il lungo viale affollato ed arrivai all'entrata dell'edificio e mi fermai davani alla porta.
Ero indecisa se aprire o no.
Stavo davanti alla porta, consapevole che il primo passo in quell'istituzione potrà cambiarmi la vita.
«Apri quella porta o no?»chiese qualcuno alle mie spalle.
Mi girai e vidi un ragazzo con i capelli biondi e gli occhi verdi, con dei grossi occhiali.
«Oh-oddio, scusami tanto.»dissi piuttosto imbarazzata.
«Tranquilla, comunque io sono Matthew Espinosa.»disse porgendomi la mano e sorridendomi.
«Courtney Grier, piacere.»dissi stringendo la sua mano per poi fissare i miei occhiali sul ponte del naso.
Mi aprii la porta e mi fece entrare nell'edificio. Era come pensassi.
Degli armadietti blu su entrambe le parti del corridoio, le pareti spoglie, come se aspettassero fossero riempite di vari cartelloni.
Fissai un bel po' il corridoio affinché Matthew mi passò una mano davanti agli occhi, sventolandola.
«Oh, sì, sì, dicevi?»chiesi ancora distratta camminando.
«Sei la sorella di Hayes Grier?»chiese curioso.
«Sì.»gli risposi.
«Oddio non ci credo!»esclamò entusiasta battendo le mani.
«Perché?»chiesi girandomi verso di lui, guardandolo negli occhi e sorridendo.
«Perché nessuno con un fratello o una sorella popolari parla con me...»disse abbassando lo sguardo triste.
«Ehi ehi ehi!»dissi richiamando la sua attenzione.
Alzò gli occhi e ne approfittai per chiedergli il perché.
«Perché mi definiscono uno sfigato...»rispose.
«Ma ci sono io!»esclamai abbracciandolo.
«Qui-qu-quindi, siamo amici?»chiese balbettando.
«Certo!»esclamai prima di abbassare lo sguardo sulle mie scarpe.
D'un tratto, sbattei contro qualcuno e un liquido mi cadde addosso e, come se non fosse abbastanza, caddi anche.
«Attenta dove cammini, porca miseria!»eclamò il ragazzo che mi versò, da quello che vedevo, milkshake alla fragola addosso.
«Ehi, Espinosa, hai trovato un'altra sfigata come te?»rise quello.
Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo muscoloso, della mia stessa età, ridendo.
Abbassai di nuovo lo sguardo sia perché delle persone avevano incominciato a ridere, sia perché non andava come pensassi.
«Come ti chiami?»chiese e dovetti alzare lo sguardo, ma, facendolo, incontrai i suoi occhi, di un marrone così profondo.
«Court-Courtney.»balbettai e il mio piano di mostrarmi forte fallì.
«Hai un cognome, no?»disse con un sorriso beffardo.
«Gr-Floyd.»dissi sicura, non dicendo il vero cognome, senza motivo, o, almeno, non lo ricordo.
«Io sono Cameron.»disse offrendomi la sua mano per alzarmi.
La afferai con sicurezza ma lui mi ributtò giù.
A questi gesto, tutti scoppiarono a ridere.
Cameron si abbassò e mi sussurrò all'orecchio:«Alle 11.30 davanti al bagno delle femmine. Puntuale.» per poi andarsene.
Un ragazzo basso con i capelli biondi, mi offrì la mano ma non accettai essere umiliata di nuovo.
«Dai, su, non mordo.»disse con un sorriso rassicurante.
Afferrai la sua mano e mi alzò, per poi abbracciarmi.
«Mi dispiace per Cameron, tratta così tutte...» mi disse all'orecchio.
Si staccò dall'abbraccio per poi essere chiamato da un ragazzo:«Jack, dai che dobbiamo andare.»
«Uhm, ciao, Court.»disse con un cenno di mano per poi allontanarsi.
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«Oddio, sei nei guai!»esclamò Matthew mentre il professore entrava in classe..
Dopo l'incidente, chiamai Nash che, incominciando la scuola più tardi, era casa, mi portò i cambi. Poi raccontai tutto a Matthew, siccome, anche se lo conoscevo appena, mi ispirava tanta fiducia
Ero indecisa se andare all'"incontro" con Cameron, ma Matthew sosteneva di andarci, non dovevo provocare, da quanto avevo capito, Cameron.
A ricreazione, cioè alle 11.30, andai nel bagno delle femmine, che trovai con molta fatica.
Lì trovai Cameron, Shawn e altri ragazzi, e, quando li vidi, la paura si impossessò di me.
«Ciao.»disse Cameron avvicinandosi a me.
Fece per abbracciarmi ma mi tirò una forte gomitata nella pancia.
Mi piegai in due dal dolore e lui ne approfittò per tirarmi una ginocchiata nello stesso punto.
Poco dopo mi risvegliai nel bagno femminile, con Cameron vicino.
«Adesso possiamo finire ciò che abbiamo iniziato.»disse alzandosi.
Mi tirò un pugno nella mascella ed emisi un piccolo urlo, a causa del dolore.
Mi alzai, con le poche forze che avevo ma lui mi tirò un'altra ginocchiata nella pancia, molto più forte di prima.
Caddi a terra e mi distesi sul marmo freddo.
Mi rannicchiai per il dolore, quando mi tirò un calcio nelle costole.
Mi rannicchiai ancora, portando le ginocchia al petto e stringendole con le mani, per poi chiudere gli occhi, sperando fosse solo un brutto sogno.
Stetti così per un po' ed aprii gli occhi, trovando Cameron guardarmi con disprezzo.
«C-cosa succede? Perché mi fai questo?»chiesi con un filo di voc guardandolo negli occhi, sperando mi sentisse.
«Perc-»incominciò ma fu interrotto da una voce che avevo già sentito:«Non si sa, ma non lo farà ancora per molto.» Ma non sentì più nulla, perché chiusi gli occhi.

KURT COBAIN.
Hello, come state? Non aggiorno da molto, lo so, ma ho voluto fare delle modifiche.
Mi scuso per eventuali errori nel testo.
Anyway, chi pensate sia il ragazzo che salverà la nostra Courtney?
Commentate in tante/i e stellinate!
-Heaven.

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