Una chioma riccioluta si agitava tra le coperte di un color grigio monotono, riempiendo la stanza di lamenti, soffocati contro la fodera del guanciale. Inspirò l'odore di detersivo alla lavanda che proveniva da essa, prima di stendersi a pancia in su, in posizione supina. Alzò lo sguardo sul soffitto e le immagini di quel pomeriggio gli tornarono in mente, facendolo arrossire all'istante. Si portò le dita alle labbra carnose, carezzandole brevemente coi polpastrelli, immaginando fossero quelli all'odore di tabacco del Professor Crowley, a farlo. Ruotò il capo d'un lato, abbastanza da poter scorgere con la coda dell'occhio l'orario riportato sulla sveglia, poggiata sul comodino.
Le 03:33 A. M., l'orario in cui si vociferava si aprisse un portale tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma, pensò, qualche fantasma non sarebbe bastato a fermarlo; si alzò dal letto e recuperò il telefono dalla scrivania, accendendo la torcia ad una luminosità minima. Si incamminò in punta di piedi, uscendo il più silenziosamente possibile dalla sua stanza, diretto verso la biblioteca.
Un libro l'avrebbe certamente aiutato a chiudere quegli occhi stanchi per il resto della notte, ma doveva stare attento a non farsi scoprire dal guardiano che girovagava per L'Università. Si affacciò dall'angolo della parete, constatando e assicurandosi che il corridoio fosse libero prima di proseguire, zampettando verso l'entrata della biblioteca che veniva lasciata sempre aperta, perché pensavano che un ladro non sarebbe entrato per rubare dei libri. Un ladro no, ma Aziraphale sì.
Chiuse la porta alle sue spalle con un sospiro di sollievo, sfogliando tra alcuni dei libri ammassati sugli scaffali più bassi finché non ne scelse uno e prese posto sulla sedia che gli pareva la più confortevole, aiutandosi con la luce calda di una lampada a led per riuscire a leggere nel buio che lo avvolgeva. Sul suo viso paffuto nacque un sorriso, era elettrizzato perché quella era una delle effrazioni minime che aveva mai commesso in vita sua e, in secondo luogo, era riuscito a non farsi scoprire dal guardiano. Pensò: che peccato non avesse portato con sé una coperta ed una tazzina di tè, lo appuntò mentalmente per quando ci sarebbe stata una prossima volta.
Aziraphale trovò una posizione comoda sulla sedia e aprì il libro, iniziando a leggere a bassa voce come se lo stesse narrando a qualcun altro. Il titolo era "La casa sul mare celeste" di T. J. Klune; genere fantasy e romantico, adatto ad una lettura pre-dormita. Con uno sbadiglio, si asciugò le ciglia umide e dopo qualche ora arrivò a leggere fino alla centesima pagina, su trecentoquarantotto. Iniziava a sentire le palpebre farsi sempre più pesanti e ad inclinare il capo d'un lato, rabbrividendo sulla sedia per l'aria umida della biblioteca.
Quasi batteva i denti, ricontrollò l'orario riportato sul display del telefono ora illuminato e mugolò: erano le 05:00 A. M., Cenerentola doveva tornare alla carrozza già da un pezzo. Sprovvisto di un segnalibro, aprì l'app "note" del telefono e appuntò il numero della pagina alla quale era arrivato prima di richiudere il libro; l'avrebbe preso in prestito per continuare la sua lettura in un altro momento e luogo. Si alzò lentamente dalla sedia, grattandosi brevemente il braccio e spegnendo la luce della lampada a led prima di farsi strada verso l'uscita della biblioteca, aiutandosi ancora una volta con la luce della torcia del telefono.
Fece un passo ed una tegola di legno sotto alla pianta del suo piede cigolò fortemente provocando un eco che gli fece sgranare gli occhi celesti, era certo d'essere stato sentito da tutto il dormitorio. Assunse una smorfia rassegnata, prima di vedere la porta di fronte a sé aprirsi nell'ombra, costringendolo a nascondersi sotto al tavolo più vicino. Spense frettolosamente la torcia e si portò il libro alla bocca, inalando per errore dei granelli di polvere sulla copertina che lo fecero starnutire. Ora era davvero spacciato.
Sentì dei passi, lenti ma decisi e non appena ebbe il coraggio di abbassare lo sguardo sul pavimento, scorse di fronte a sé un paio di scarpe lucide da uomo dalla texture pitonata e i lacci sottili, corti. Quelle scarpe...le aveva già viste da qualche parte. Ne ebbe la conferma non appena la figura non tanto misteriosa si chinò col busto al di sotto del tavolo, incontrando il suo sguardo. Aziraphale puntò la torcia sul suo viso con la mano tremante, sospirando di sollievo non appena mise a fuoco l'espressione seria del Professor Crowley.
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𝗠𝗥. 𝗖𝗥𝗢𝗪𝗟𝗘𝗬'𝘀 𝗕𝗼𝘆. | Good Omens.
Fanfiction𝗚𝗢𝗢𝗗 𝗢𝗠𝗘𝗡𝗦 𝗙𝗮𝗻𝗳𝗶𝗰𝘁𝗶𝗼𝗻. 𝖠𝗀𝖾 𝗀𝖺𝗉 • 𝖧𝗎𝗆𝖺𝗇 𝖠𝖴 • 𝖲𝖼𝗁𝗈𝗈𝗅 𝖠𝖴 • 𝖬𝖺𝗍𝗎𝗋𝖾 𝖼𝗈𝗇𝗍𝖾𝗇𝗍 • 𝖢𝗁𝖾𝖺𝗍𝗂𝗇𝗀. Crowley, professore Universitario alla facoltà di Lettere e Filosofia della cittadina Londinese di Birkec...