Fuga in giallo

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La sveglia non ha suonato... Proprio oggi! A fatica e con gli occhi semichiusi, prendo le medicine, mi fiondo in bagno per una doccia traumatica, a causa della rubinetteria vecchia. Rovisto nel caos del mio armadio, come fossi alla ricerca della pietra verde... Tiro fuori un paio di leggings neri, un maglioncino corto e calzo gli ugg. Lascio i capelli neri e sfrangiati come una cornice sghemba attorno alle mie lentiggini, giusto per non perdere altro tempo.

Normalmente, mi confiderei con mia sorella... Noi non siamo gemelle e non ci somigliamo affatto! Lei ha qualche anno in più, è una favola di ragazza dipinta con i colori della Primavera di Botticelli, ha un cuore grande e, se mi capita di avere voglia di gelato, mi basta pensarlo e me lo ritrovo in freezer.

- Sai, mi trovavo in giro... - prova a spiegarmi, quando rientra a casa.

Cose tra sorelle.

Il suo standard di serietà è decisamente superiore alla media. Lo so. E' per come siamo cresciute...

In tempi duri, noi siamo state l'unica famiglia, l'una per l'altra. La mamma era un po' gelosa del nostro legame. Nel bel mezzo di convulsi deliri, mentre il mascara colava sul viso pallido e sudato, ci sbatteva in faccia una risata sguaiata. Era peggio di qualsiasi altra cosa. Questo è il motivo per cui non andiamo a trovarla in comunità e rispondiamo a monosillabi durante ogni telefonata. Non è ancora il momento.

Con zia Nina, ci troviamo bene. Lei è una donna originale e appariscente. Ha un multietnico viavai di fidanzati ed è simpatica, oltre che responsabile. Di notte, lavora in un pub e arrotonda bisbigliando i suoni della natura, a sconosciuti, su OnlyFans. Mai vista, in giro, prima di mezzogiorno.

Scendo le scale, di fretta e mi accoglie il profumo del caffellatte caldo. E' tardi e devo sbrigarmi!

Mia sorella non è mai di buonumore se fa colazione da sola...

Adele è seduta al tavolo della cucina, immobile e con lo sguardo fisso nel vuoto. Dalle occhiaie leggere, deduco che ha dormito male pure stanotte e provo una fitta al cuore.

- Ti sei decisa! - mi apostrofa secca, di punto in bianco.

- Problemi tecnici... Potevi aspettarmi – provo a replicare.

- Non sapevo quando saresti scesa! E' sabato, in fin dei conti...

- In fin dei conti, sai benissimo come sono fatta! Perennemente in lotta contro i miei ritardi... Cereali?

- Ho già finito, grazie! - la sua voce si è ammorbidita, in meno di un minuto.

- Devo uscire...

- Dove vai? - mi chiede, sorniona.

Conto due secondi, portando la tazza alle labbra.

- Simona mi aspetta in centro... Magari, pranziamo insieme...

- Chiara, perché non la inviti a pranzo da noi? La zia ne sarebbe contenta...

- Sì... certo! Non oggi, però... Sai, stiamo preparando una ricerca... sul... Rinascimento, dall'Italia all'Europa! – sfoggio il mio sorriso migliore.

Adele aggrotta le sopracciglia e mi scruta, impertinente... Quando fa quella faccia, dubito persino del mio nome. Resisto. Infine, tira un sospiro stanco, rotea gli occhi e lascia perdere.

Ripiomba nella stasi di prima.

Svuoto la tazza, le schiocco un bacio sulla guancia che m'imprime, in mente, un profumo di mandorle dolci. Materializzando skateboard e zaino rosa sbiadito e nero con graffiti, indosso il mio berretto beanie e pompon, con colori abbinati, la giacca in neoprene e sguscio via da casa.

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