Capitolo 3

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La mattina successiva passa in modo frenetico. Il reparto del trucco ha un problema con la star del film: le borse sotto gli occhi troppo marcate.

Sospiro, entrando nel camper. Vorrei averli io i problemi di questi attori! Mi siedo sul puff, imbracciando gli appunti che ho sistemato in una cartellina.

"Non esco da qui finché la situazione non è accettabile!" urla l'attrice quasi in lacrime.

"Stai tranquilla, vedrai che Mirella risolverà il problema" le dico, anche se vorrei dirle ben altro, ma la offenderei solamente. "Facciamo così, dirò al direttore della fotografia di alleggerire le luci sul tuo viso, ok?"

"L'ho già chiesto a Michele, mi ha detto che quell'Andrea non ha alcuna voglia di farlo!"

Odio le crisi di queste presunte attricette che si sentono delle dive di Hollywood!

"Lascia che ci provi, magari mi darà retta. Intanto tu finisci di prepararti. Torno tra poco" sorrido.

Che mi passa per la testa? Perché mai a me dovrebbe dare ascolto?

"Grazie Claudia" dice l'attrice.

Io la guardo e poi guardo me nello specchio. Ho i capelli spettinati dal vento. Cerco di sistemarli il più possibile. Sono lunghi, lisci e biondi, informi come dico sempre io. Non mi sono truccata, questa mattina non ho avuto tempo. Allungo una mano sulla mensola e prendo una cipria compatta.

"Che fai ti trucchi?" Mirella ride compiaciuta.

"Solo un po' di cipria ti dispiace?"

"Per me puoi usare tutto quello che vuoi, tesoro. Ti truccherei io, ma sono un po' impegnata in questo momento."

Sorrido, questa volta davvero.

"Grazie Mirella, mi basta solo questo."

Finisco di stendere la cipria e faccio per uscire, quando lei mi blocca.

"Vieni qui!" mi avvicina a sé sospirando.

Prende una matita nera e mi contorna gli occhi in modo delicato, sfumandola con le dita.

"Hai degli occhi così belli... verdi e grandi, li devi mettere in risalto."

Finisce di truccarmi e mi guardo di nuovo allo specchio. Meglio, decisamente, tanto che pure l'attricetta mi guarda sbalordita.

"Dovresti fare il mio mestiere" sussurra.

Le accarezzo una spalla ed esco senza risponderle. L'avrei offesa un'altra volta se l'avessi fatto.

Entro nella villa e cerco Andrea. Lo trovo intento a dirigere la sistemazione delle luci di un set che useremo solo nel tardo pomeriggio.

"Andrea?" lo chiamo.

Lui si volta e mi guarda. Ha sempre quell'aria trasandata che lo rende così... così virile e sento lo stomaco stringersi. Mi fissa, mentre si sposta un ciuffo dal viso. Io mi avvicino rimanendo a distanza di sicurezza.

"Ragazzi" fa lui rivolgendosi ai tecnici, "la stronza è qui."

I tipi appesi all'impalcatura salutano, qualcuno con un fischio, altri con un cenno della mano, ma io non li guardo. Fisso lui e sento di odiarlo con tutta me stessa.

"Sei sempre così gentile con le ragazze?" chiedo acida.

"Per te ho riservato un trattamento di favore" mi dice, poi si volta e torna a guardare le luci appese ai tralicci. "Che vuoi?" il tono della voce annoiato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 24, 2015 ⏰

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