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A Simone quella cena sembrava una completa farsa, non voleva esserne partecipe, non voleva sedersi a tavola e comportarsi con Manuel come fossero fratellini che portavano a casa i rispettivi fidanzati.

Perché loro non avrebbero potuto essere fratelli neanche in un'altra vita e, anche se si comportavano come tali da mesi ormai, a Simone veniva da ridere in modo isterico al solo pensiero perché gli sembrava tutto così surreale da essere al limite della fantasia.

Erano stati i loro genitori ad avere la geniale idea di riunire tutti per una cena a villa Balestra: oltre loro quattro, ci sarebbero stati Mimmo e Nina ma anche Nicola con Viola e Ryan.

Tutti avrebbero preteso per una sera di essere felici e contenti, di condividere uno smisurato affetto l'uno per l'altro e di essere assolutamente innamorati del proprio partner quando tra quei commensali vi erano più tradimenti e verità taciute da troppo tempo che amori leali vissuti alla luce del sole.

Gli unici il cui sentimento era trasparente erano Viola e Ryan. La loro relazione poteva essere paragonata ad un cielo privo di nuvole, dove vi era sempre comunicazione e supporto e dove i problemi si risolvevano insieme. Una relazione che tutti potevano definire sana, insomma.

Le altre, a confronto, erano un totale disastro.

Dante e Anita si erano traditi e perdonati con una velocità da sembrare irreale, come se niente fosse successo.

Simone, a volte, si chiedeva come facesse Anita a stare con un uomo come suo padre che non riusciva a tenerlo nei pantaloni, come facesse a non avere un minimo di amor proprio.

Altre volte, però, guardava come Dante si rivolgesse alla donna con tono dolce e come dai suoi occhi trasparisse un amore che lo faceva sembrare giovane agli occhi del figlio, come se, quando stesse con lei, tutti i problemi e le sofferenze che la vita gli aveva portato scomparissero.

Anche Manuel gli aveva confidato che, per quanto fossero due scapestrati e per quanto anche Anita avesse le sue colpe nella loro storia caratterizzata da più bugie che onestà, si volevano bene e ,se quel bene avesse superato il male che si erano fatti in passato, sarebbe andato bene così.

"L'amore è complicato, difficile a volte ma va bene anche così. Se fosse facile, nun sarebbe amore" aveva sussurrato Manuel quando avevano scoperto dei mille intrecci della storia dei genitori.

Gliel'aveva detto ad un centimetro dalla faccia, mentre erano distesi sul letto e Simone aveva sentito le gambe farsi molli e il viso ricoprirsi di rosso quando il fiato del maggiore l'aveva sfiorato.
Si era chiesto se stesse parlando dei genitori o di loro due? O di lui e Mimmo? Ma non era riuscito a darsi una risposta perché quella vicinanza gli aveva annebbiato tutti i pensieri.

L'aveva fissato con la bocca un po' socchiusa, incapace di proferire parole che non fossero una sequela di domande confuse tipiche del corvino ma che, in quel momento, avrebbero solo spaventato l'amico facendogli ereggere un muro.

Non sapeva cosa sarebbe potuto succedere se fosse passato anche solo un altro secondo con gli occhi di Manuel così vicini a lui e così vulnerabili, privi di quella tipica corazza con cui il maggiore di solito si ricopriva.

Per sua fortuna, non aveva dovuto scoprirlo perché Manuel si era alzato di scatto, quasi come si fosse scottato, e si era appoggiato con la schiena alla testiera del letto aggiungendo che Dante non avrebbe dovuto fare un altro passo falso che se no "glie spezzo quelle belle gambine che c'ha e quel cazzo che se diverte tanto a fa' andà giro".

Erano queste le testuali parole che aveva usato in tono mezzo divertito e mezzo serio, in cui Simone aveva ritrovato tutta la preoccupazione e l'amore che quel ragazzo provava per la madre.

don't you even try and explain how it's so different when we kiss - simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora