Capitolo 6

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SeoJun pov

~qualche giorno dopo~

Ormai sono tre giorni che non vado a scuola; Yujin ha la febbre, non mangia da due giorni e io non so quanti attacchi di panico ho avuto per tutto ciò.

Ero veramente tanto preoccupato di perdere anche lei ma ehi, devo smetterla di preoccuparmi è solo una piccola febbre, spero.

I miei nonni si trovano in Australia e io non ho nessun parente qui a Seoul; così decisi di chiamare una Babysitter per mia sorella, erano già due giorni che si trovava a casa mia e, dato che l'universitá l'avevo pagata, non potevo sospendere i miei studi; non volevo tornare all'inferno ma ero costretto.

Suonò la sveglia alle 6:30 del mattino e mi affrettai a spegnerla. Speravo con tutto me stesso che la mia sorellina era riuscita ad addormentarsi. Ormai avevo perso le speranze nel prendere anche io sonno, con oggi siamo a ben cinque giorni che non dormo, continuavo a passare notti insonni per colpa dei miei soliti pensieri che continuavano a sovrastarmi tra sensi di colpa e ansia verso i pregiudizi degli studenti.

Finalmente dopo cinque minuti passati a guardare il soffitto leggermente illuminato grazie alla luce soffusa dell'alba nascente che si introfulava tra le mie scure tende, mi alzai e alcune lacrime iniziarono a scendere verso le mie guanciotte rosee, allontanai le tende dalla piccola finestra e guardai il magnifico cielo... Che bei ricordi, lo facevo spesso con la mia famiglia al completo; quanto mi mancavano.

"Basta pensare a loro mostro che non sei altro, non sarebbero nemmeno contenti di ciò che stai facendo e di ciò che sei" la vocina era tornata, erano due giorni che non si faceva sentire; pensavo di essere riuscito a sconfiggerla ma a quanto pare no.

Presi dei Jeans neri e una felpa del medesimo colore, presi assieme ad essi la lametta e infine mi diressi in bagno,
era presto quindi avevo tutto il tempo per far ciò che volevo al mio corpo.

Mi avvicinai allo specchio, mi tolsi la maglia e guardai il fisico completamente imperfetto, pieno di grasso. Schifo su schifo.

Notai solo cinque minuti dopo di essermi tagliato indefinite volte. Mi guardai allo specchio e notai le enormi occhiaie che mi ritrovai sotto gli occhi di punto in bianco; "cazzo sei un cesso, veramente mi chiedo come fanno le persone a guardarti in faccia. Sei uno scorto umano, inutile". Basta cazzo, basta vocina di merda lasciami in pace...

Finalmente dopo pianti su pianti riuscii a truccarmi e vestirmi. Erano le 7:40, ero in ritardo; mi incamminai a passo svelto da Yujin, le lasciai un piccolo bacio sulla fronte e,dopo averle accarezzato la guancia con il pollice, mi diressi verso l'uscita saltando come al solito la colazione.

Misi le mie converse e poi dallo zaino presi le mie cuffiette bianche, le infilai nelle mie piccole orecchie e accesi la mia playlist formata per la maggior parte da canzoni tristi. Mentre camminavo lungo il marciapiede color grigio freddo scuro aprii il mio conto in banca e per poco non crollai sulla stradina. 32,11€, porca puttana, era solo da tre giorni che non lavoravo, come facevo a pagare la Babysitter ora? Ci mancava solo questo... Mi toccherá lavorare piú del solito.

"Devo chiedere un aumento se no veramente non porto a casa neanche il cibo per mia sorella" sussurrai quasi tra me e me. Camminai a passo svelto, magari sarei riuscito a buttare giú peso anche se il cibo in questi giorni l'avevo visto di sbieco.

Arrivai a scuola con qualche minuto di ritardo, momento sbagliato perchè alle 8:05 entravano, in ritardo come sempre, i quattro bastardi da me tanto odiati, coloro che avevano risvegliato tutte le mie paure ed insicurezze; erano lì, fuori dal grosso cancello metallico verniciato di un verde sporco. Appena Jiho mi intravise girò i tacchi e senza accennare un saluto ai suoi amichetti circondati da ragazze, entrò nell'edificio.

~Finally I see you~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora