Una mano mi scosse leggermente la spalla, facendomi aprire con lentezza disarmante gli occhi.
La prima cosa, o meglio persona, che vidi al mio risveglio fu mio fratello, Theodore Louis Delacroix.«Buongiorno eh. Sto cercando di svegliarti da un'ora» disse lui vago incamminandosi verso la porta, le mani in tasca e quel tono di voce così irritante.
«Quante volte ti ho detto che non devi entrare in camera mia?» lo rimproverai io con la voce ancora impastata dal sonno, strofinandomi con l'indice un occhio.
«Non saprei. Tante sicuramente. Comunque alzati, nostra madre e nostro padre ci vogliono parlare.»
«Cosa vogliono?» gli domandai mettendomi a sedere nel letto e voltando lo sguardo verso di lui.
«Non lo so...gliel'ho chiesto anche a Brooke ma non ne sapeva nulla. Sicuramente nulla di buono»
Brooke, una delle molteplici domestiche della casa, solitamente era una gran pettegola e chiacchierona, perciò mi stupii che non sapesse cosa volessero dirci i nostri genitori.
I pomeriggi torridi d'estate ce ne stavamo ore e ore a parlare nella saletta da tè, o nella mia camera, o fuori in giardino.«Beh, muoviti. Vestiti e scendi giù che la colazione è tra una mezz'oretta abbondante» continuò mio fratello, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta.
Annuii in risposta, ringraziandolo mentalmente di aver chiuso la porta, e mi alzai definitivamente dal letto.
Mi diressi verso il grande armadio e lo aprii, tirai fuori un vestito di mia madre bianco lungo fino alle caviglie, di sera leggera, quasi trasparente. Recuperai della biancheria pulita e andai in bagno.
Poggiai tutto sul lavabo e mi spogliai dal pigiama di cotone a due pezzi, lasciandolo ricadere a terra. Entrai nella doccia e aprii il getto d'acqua, aspettando qualche secondo affinché diventasse calda.
Appena finita la doccia, avvolsi il mio corpo in un asciugamano bianco. Misi con garbo il vestito, che fasciava perfettamente il mio corpo e lasciai che i capelli si asciugassero all'aria aperta.
Uscii dal bagno e per poco non presi un colpo quando vidi Brooke nella mia camera intenta ad aggiustare il mio letto disordinato.
«Brooke, mi hai fatto prendere un colpo» dissi portando una mano all'altezza del petto.
«Désolé, non volevo farla spaventare signorina Juliette» esclamò lei voltandosi a guardarmi con sguardo affranto.
«Stai tranquilla. Non fa nulla. Ah, lascia perdere il letto. Lo sistemerò io più tardi» le dissi, avvicinandomi a lei.
«È il mio lavoro Juliette.»
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Beauty and the Beast - Remus Lupin
FanfictionRemus Lupin fanfiction - in pausa A causa del lavoro dei loro genitori, Juliette e Theodore Delacroix, figli dei più grandi e potenti maghi della Francia, frequentanti la scuola di magia Beauxbaton, sono costretti a cambiare scuola, amici e casa. I...