Prologo

40 4 0
                                    

Imponi le tue regole,

Fai capire al mondo chi comanda,

Fai si che le persone abbiano paura di te,

Sfrutta la debolezza altrui a tuo favore,

Non mostrare compassione per nessun motivo.

Questo è quello che hanno sempre cercato di mettermi in mente la mia famiglia, i miei amici, gli sconosciuti, la Mafia.

Ho sempre odiato l'organizzazione criminale di cui la mia famiglia fa parte, quest'odio è cresciuto dentro di me da quando ho memoria, giorno dopo giorno, sempre di più.                              

Odio le loro tecniche di sottomissione, di vendetta, di rivincita, odio le torture, gli omicidi, gli attentati, odio il fatto che vogliano soffocare l'opinione altrui, andare contro la legge, sfasciare le famiglie di chi si mette contro di noi, odio la Mafia.  

Per questo ho deciso di abbandonare tutto e farmi una nuova vita, è per questo che ora, dopo 13 ore di volo, sono a Las Vegas per inseguire il mio sogno di diventare Criminologa, di aiutare la popolazione a capire com'è avvenuto il crimine, la condotta criminale, ma soprattutto se c'è dietro la Mafia o peggio, la mia famiglia.                        
***

Ho appena chiamato un Taxi in modo da arrivare in Università in orario e conoscere la mia compagna di stanza, non so nulla di lei, ne il nome ne l'età, quindi sarà un po' difficile riconoscerla tra una marea di persone.

Mentre sono persa tra i miei pensieri nel cercare di immaginare la mia compagna, un auto con la scritta "Taxi" si ferma permettendomi di accomodarmi nei sedili posteriori e riferire la destinazione.                                                                   

Alla guida c'è una ragazza dai capelli rossi, ondulati, che le toccano a malapena le spalle, ha degli occhi verdi e un viso ricoperto da lentiggini, alcune più scure altre più chiare.                         

Sono concentrata a osservare la donna quando una voce armoniosa interrompe il silenzio all'interno dell'auto «Sei nuova qui?» costringo i miei muscoli facciali a formare un sorriso sul volto che si trasforma pochi secondi dopo in una smorfia, «Si, mi sono trasferita oggi dall'Italia.», smetto di parlare per non dare troppe informazioni.

Sposto lo sguardo verso il finestrino, solo così noto la bellezza di questa citta, piena di luci, di vita, di felicità con la F maiuscola.                               

Finalmente dopo mezz'ora passata in auto riesco ad intravedere un immenso edificio, dai colori vivaci, con un gigantesco campo da football.

Man mano che la vettura si fa avanti riesco a scorgere le bandiere degli Stati Uniti, gruppi di persone sparse qua e la che interagiscono tra loro, ed infine ragazzi e ragazze che si dirigono verso l'ingresso con delle valigie di tutti colori, dal nero al rosso.

Ci sono delle enormi differenze tra la scuola Italiana e quella Americana, per quello che riesco a percepire dai loro volti, i ragazzi sono molto più felici, spensierati e meno malinconici per la fine delle vacanze, da noi è completamente l'opposto.

Finalmente la donna ferma l'auto, le porgo i soldi e scendo dalla vettura ringraziandola, prendo le valigie poste nel portabagagli e mi dirigo infine verso l'entrata della mia nuova scuola, della mia nuova vita...

The nothing inside of me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora