Capitolo 3

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Per lei

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Per lei. Tutto per lei.

OLTRE L'ETERNITÀ

Giovanni

La serata si prospettava d'altronde noiosa, — come tutte le altre a cui avevo preso parte  — e in quell'ampio corridoio, mi ritrovai a sfilare come sul red carpet di una mostra cinematografica. Mi vennero incontro il direttore, un uomo sulla sessantina, accompagnato dalla consorte, molto elegante col suo vestito a sirena nero.

«Ah, ah! Ecco qui la nostra star!» mi indicò con un gesto spontaneo del braccio: «Benvenuto, dottor Rinaldi.»

Allungò la mano e gliela strinsi.

«La ringrazio dell'invito»

«Ti presento il più giovane presidente dell'associazione di Neurochirurgia».

«Ci siamo parlati per telefono» rispose stringendomi la mano anche la moglie. «Ma sono felice di conoscerla di persona. Congratulazioni.»

«È molto gentile da parte sua.»

«È diventato famoso, dottore. Mi è giunta voce che i direttori di parecchi ospedali stanno facendo di tutto per portarla via da noi. Ne vorrei discutere con lei — mi osservò di sottecchi — ma non questa sera.»

«A questo proposito, vorrei chiarire alcune questioni anch'io.»

«Lo so che ci sono dei problemi, ma non sono insormontabili. Sono sicuro che troveremo una soluzione.»

«Oooh» Si avvicinò la persona che non mi aspettavo di incontrare subito, sfoggiando un abito scollato, tempestato di paillettes che lo rendevano ancora più singolare. «Si è formato il triangolo delle Bermuda. Salve a tutti.»

«Angela, sei davvero incantevole con questo vestito» si complimentò l'altra, ponendole la mano sul braccio.

Rise. «Accanto a te scompaio!»

«Benvenuta»

Con galanteria, le afferrai la mano e le baciai il dorso facendola sorridere.

«Grazie mille! Ma sei venuto da solo?» Domandò poi, morendo dalla voglia di scoprirlo.

«Sto aspettando—» Girai lo sguardo e la frase si bloccò a metà, così come il respiro, quando intercettai la figura snella, che si stava facendo spazio tra tutta quella mischia. La guardai con le mani in tasca e lei si guardò attorno, a rallentatore. Il suo abito era il particolare che riuscì a catalizzare l'attenzione, di un rosso fuoco che accecava chiunque lo fissasse e scendeva sinuoso lungo tutto la sua figura. Sembrava fatto su misura, modellato sulle sue forme perfette. E dire che stamani aveva addosso il pigiama che le stava gigante e i capelli arruffati... e ora sembrava una dea scesa direttamente dal Monte Olimpo. Quel vestito e il trucco calcato di più sugli occhi, le stavano divinamente.
Spostai gli occhi sui presenti, riprendendomi dalla trance improvvisa: «Sono... con la mia fidanzata. Non sono andato a prenderla perché arrivo direttamente dall'ospedale. La raggiungo.»

Oltre l'eternità (storia breve)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora